L’ecografia alle anche del neonato è uno degli esami più importanti e consigliati dai pediatri per diagnosticare precocemente la displasia evolutiva dell’anca. Questo esame, infatti, si rivela utile fin dai primi giorni di vita del bambino e rappresenta un controllo medico di fondamentale importanza per intervenire tempestivamente su questa patologia ortopedica che colpisce 1-3% dei neonati in Italia.

Anche se l’incidenza della malattia è molto bassa, parliamo comunque di un problema da non sottovalutare. Si tratta di un’anomalia congenita a carico dell’articolazione detta, appunto, “displasia” o “lussazione” delle anche. Per questo motivo, prevenzione e diagnosi precoce sono di massima importanza.

Ma in cosa consiste esattamente l’ecografia alle anche del neonato e quali sono i risultati che questo esame è in grado di restituire? Cerchiamo di capirlo insieme.

Ecografia anche neonato: perché si fa?

Si tratta di un esame strumentale assolutamente innocuo e non invasivo, considerato prioritario per verificare la stabilità delle anche. Se effettuato nei primi mesi di vita del neonato, rappresenta il metodo più efficace per evidenziare eventuali anomalie congenite a carico delle strutture anatomiche di queste articolazioni. A differenza della radiografia – che in passato veniva eseguita per le stesse finalità diagnostiche ma non prima del 4° mese – l’ecografia non è in alcun modo pericolosa per la salute del neonato.

In Italia, la metodica più utilizzata nello screening delle displasie a carico delle anche del neonato è quella suggerita dai criteri della Tabella di Graf. Tale sistema ecografico consente di isolare i 4 principali stadi di maturazione dell’anca e relativi sottotipi, come il tipo IV che rappresenta l’anca lussata.

Ecografia anche neonato: quando farla?

Già dalle prime visite, il pediatra sottopone il neonato a delle manovre finalizzate alla verifica della stabilità delle anche. Sono la cosiddetta Manovra di Ortolani e Barlow che permette di capire se l’anca è lussata oppure stabile. In caso di dubbi, l’ecografia è l’esame strumentale più sicuro per accertare eventuali displasie. L’ecografia alle anche del neonato dovrebbe essere effettuata tra i 45 e i 60 giorni di vita. Pur non essendo un esame di routine, la maggior parte dei pediatri tende a prescriverlo a scopo preventivo.

Ecografia anche neonato: risultati e valori

In caso di displasia, le anomalie congenite evidenziate dall’ecografia variano, per gravità e stadio, a seconda dei casi specifici. Possono indicare l’instabilità dell’articolazione, la sublussazione, la lussazione e altre malformazioni a carico dell’acetabolo o della testa del femore. Se la testa del femore “esce” dal suo alloggio naturale o risulta instabile, si distinguono 2 categorie di lussazioni:

  1. teratologica (prenatale);
  2. idiopatica (neonatale e postnatale).

In base ai criteri fissati dalla Tabella di Graf, infine, la classificazione si distingue principalmente in:

  • casi lievi, che necessitano per il trattamento di un semplice cuscino divaricante da applicare sul pannolino;
  • casi più seri per i quali si ricorre spesso al divaricatore di Pavlik, tutori o all’opzione chirurgica che si rende indispensabile quando l’anca è troppo lateralizzata.

In tutti i casi, un trattamento tempestivo riduce sensibilmente il rischio di danni permanenti e aumenta le possibilità di completa guarigione.

Costi ed esenzioni

Non rientrando negli esami di routine, l’ecografia alle anche del neonato, salvo alcuni casi, non può essere quasi mai effettuata in regime di esenzione totale. Per prenotarla, c’è bisogno di una prescrizione rossa del pediatra attestante il sospetto clinico.

L’ecografia alle anche del neonato viene eseguita nella maggior parte degli ospedali, cliniche o centri diagnostici convenzionati con il SSN o privatamente, previo pagamento del ticket il cui costo varia a seconda della Regione di residenza e dal centro a cui ci si rivolge.

Nelle strutture pubbliche, il costo è di circa 40 euro. Privatamente, anche senza prescrizione medica, oscilla tra i 50 e gli 80 euro. Eventuali esenzioni si applicano in base alla fascia di reddito di appartenenza. La normativa nazionale (art.8, comma 16, legge n. 537/93) stabilisce che sono esenti da ticket i bambini di età inferiore ai 6 anni appartenenti a nuclei familiari con reddito complessivo non superiore a 36.151 euro.

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