In tutto il mondo, Marzo è il mese della consapevolezza dell’endometriosi, che quest’anno avrà il suo culmine sabato 24 con la Giornata Mondiale, istituita per sensibilizzare la popolazione su questa patologia che porta a serie problematiche, in primis infertilità.

ll termine “endometriosi” deriva dall’endometrio, il tessuto che riveste l’interno dell’utero e la patologia si verifica quando quest’ultimo è presente al di fuori della cavità uterina, ad esempio nell’addome, nelle ovaie o nelle tube. Questo tessuto continua a reagire alle variazioni ormonali che si verificano in ciascun ciclo, cosa che provoca gonfiore negli organi in cui si trova. L’intero processo dà luogo a emorragia interna, rottura dei tessuti e infiammazione degli organi colpiti, che porta a forti dolori, problemi intestinali, aderenze e infertilità.

Si stima che l’endometriosi colpisca circa il 10-15% delle donne in età fertile – 3 milioni i casi solo in Italia – con un enorme ritardo nella diagnosi che mediamente arriva dopo 7 anni, generalmente nella fascia d’età tra i 25 e i 35 anni.

È una malattia cronicadolorosa e invalidante, con risvolti importanti a livello socio-lavorativo e relazionale: ansia, discriminazione, paura, giornate a casa, rischio di perdere il lavoro, sono temi che, purtroppo, rivestono ancora una profonda attualità. Una patologia che per il 30-40% delle pazienti si traduce, inoltre, in un problema di infertilità.

Nelle donne affette da endometriosi il tasso di gravidanza naturale è inferiore al 2% per ciclo mestruale – afferma la Dottoressa Daniela GallianoDirettrice del Centro IVI di Roma – mentre normalmente questo valore si attesta attorno al 20%. L’infertilità è un elemento fondamentale di cui il medico deve tener conto nel momento in cui si appresta alla diagnosi e alla cura di questa patologia così come l’endometriosi influenza l’approccio diagnostico e terapeutico per la cura della infertilità. Per le pazienti – prosegue la Dottoressa Galliano – la medicina riproduttiva rappresenta una opportunità da intraprendere grazie agli elevati tassi di successo che caratterizzano queste tecniche.

Una diagnosi ed un corretto trattamento e follow-up, sia medico che psicologico, assicurano che le pazienti si sentano supportate e comprese. Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi passi avanti sul fronte terapeutico-assistenziale, ma anche istituzionale: nel 2016 l’endometriosi è stata inserita dal Governo Italiano nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti. Inoltre, da marzo 2017 sono entrati in vigore i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) previsti per gli stadi clinici di endometriosi moderato e grave.

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  • Patologie in gravidanza