
Cosa fare in caso di presentazione podalica? Esistono tecniche e manovre per far girare il bambino o bisogna sempre ricorrere al cesareo? Ne parlia...
Cosa fare in presenza di un feto podalico per scongiurare il ricorso al taglio cesareo? Parliamo della cosiddetta manovra di rivolgimento.
Il parto cesareo elettivo, però, comporta rischi sia per la mamma che per il bambino, motivo per cui si tentano strade alternative per portare il bambino ad assumere una presentazione cefalica. Questo avviene tramite diverse tecniche, tra cui la manovra di rivolgimento, nota anche con il nome di rivolgimento per manovre esterne o, ancora, versione cefalica esterna (ECV).
La manovra di rivolgimento, quindi, è la tecnica ostetrica eseguita in ospedali specializzati nel tentativo di far ruotare il bambino in modo che possa assumere una posizione cefalica e poter procedere al parto naturale. Generalmente il feto si gira spontaneamente in posizione cefalica per prepararsi alla nascita, ma ci sono diverse cause e condizioni per cui questo non avviene.
In questi casi si valuta in base al caso specifico la possibilità eventuale di ricorso alla manovra di rivolgimento che comunque non può essere eseguita prima della trentasettesima settimana di gravidanza. Prima di questo periodo, infatti, il feto può ancora girarsi spontaneamente; dopo tale data, invece, riducendosi lo spazio è meno probabile che ciò accada.
La versione cefalica esterna è una procedura orientata a portare il feto ad assumere una posizione tale per cui si possa procedere con un parto naturale, modalità di parto fisiologico per eccellenza. Perché ricordiamo che il taglio cesareo è un intervento chirurgico e come tale espone a rischi chirurgico-anestesiologici, nonché prevede un post intervento e dunque un recuperto post partum più lungo e indaginoso rispetto al parto spontaneo eutocico.
Questo è il principale vantaggio e il motivo per cui si valuta questa manovra. Inoltre, come riportato nel protocollo informativo redatto dalla Società Svizzera di Ginecologia e Ostetricia, spesso il fallimento della manovra di rivolgimento si rivela utile per le donne per accettare meglio il parto cesareo.
Nonostante le alte probabilità di successo, in circa il 2-6% dei casi, dopo una positiva manovra di rivolgimento, il feto può tornare spontaneamente in posizione podalica (o trasversale).
Inoltre se si adottano tutte le misure di sicurezza previste i rischi legati alla manovra di rivolgimento sono bassi (intorno al 5%) e legati prevalentemente alla variazione della frequenza cardiaca del feto. Variazione che è di breve durata ed entità e che si risolve rapidamente per ritornare nella norma.
Molto più raramente si può andare incontro a rottura delle membrane, emorragia, emorragia fetale e distacco della placenta. In questi casi, così come in presenza di problemi al cordone ombelicale, si ricorrere al taglio cesareo d’emergenza.
La manovra di rivolgimento viene eseguita in ambiente ospedaliero specializzato dietro costante monitoraggio ecografico e controllo della frequenza cardiaca e del benessere fetale. In alcuni casi il medico valuta la somministrazione di farmaci per ridurre qualsiasi tipo di fastidio e dolore e per evitare contrazioni che possano portare a un travaglio pretermine. Viene eseguito anche un prelievo di sangue da utilizzare nel caso in cui si debba ricorrere al taglio cesareo d’emergenza.
La procedura prevede che la donna si trovi in posizione supina/laterale rilassata e che chi esegue la manovra metta le mani sull’addome della donna e, applicando una pressione decisa, ma delicata e costante per alcuni minuti, riesce a far ruotare il feto. l’intera procedura, tenuto conto della preparazione e dei vari controlli, può durare fino a un paio di ore e provocare crampi all’utero.
È fondamentale precisare come il ricorso alla manovra di rivolgimento sia un’opzione che il medico propone alla donna e che la scelta resta esclusivamente della partoriente che può rifiutarsi di eseguirla. Per acconsentire alla sua esecuzione, infatti, dovrà firmare un’autorizzazione dopo essere stata informata sulle modalità di esecuzione della manovra e sui rischi e benefici.
L’esecuzione della manovra di rivolgimento è piuttosto sicura. Al termine della manovra si può percepire un dolore nella parte inferiore dell’addome, mentre i rischi gravi sono molto rari.
Sebbene come detto sia una pratica piuttosto sicura (ma non priva di rischi) e con un’efficacia che, come riportato in questo studio pubblicato su ScienceDirect, si attesta tra il 60% e il 75%, non è un’opzione sempre percorribile.
La Cleveland Clinic, infatti, precisa come la manovra di rivolgimento sia sconsigliata in presenza di oligoidramnios (scarsa quantità di liquido amniotico), gravidanza multipla, sanguinamenti vaginali, frequenza cardiaca fetale troppo alta o troppo bassa, irregolarità nella forma dell’utero, placenta previa, diabete gestazionale, pressione alta o altre patologie che potrebbero rendere il rivolgimento pericoloso o per la donna o per il bambino.
La manovra è controindicata anche in presenza di anomalie fetali o nel caso in cui il travaglio fosse già iniziato.
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