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Cresce, ma non solo: ecco tutto quello che accade alla pancia di una donna in gravidanza e quali sono i segni da monitorare.
Moltissime donne durante la gravidanza lamentano una sensazione di gonfiore che oltre al disagio può risultare anche molto fastidiosa. Scopriamo le cause e i rimedi per risolvere questo disturbo.
I disturbi funzionali gastrointestinali sono quell’insieme di condizioni in cui vi è un’alterazione delle funzioni motorie e della sensibilità dell’apparato digerente senza che queste siano provocate da una causa patologica.
Nonostante la presenza di aria nella pancia in gravidanza sia un fenomeno normale e diffuso può essere fonte di disagio e disturbi non irrilevanti che è importante sapere come gestire.
Alla base del gonfiore provocato dall’eccesso di aria nella pancia in gravidanza ci sono prevalentemente i cambiamenti ormonali tipici della gestazione. Di per sé la produzione di gas nel tratto gastrointestinale è il risultato del fisiologico processo di digestione.
La formazione di gas deriva prevalentemente, spiega il Manuale MSD, dall’ingestione di aria e dalla fermentazione batterica intestinale dei nutrienti ingeriti. Normalmente la maggior parte di questo gas viene assorbita dalle pareti dell’intestino per essere poi distribuita nel sangue e poi espulsa mediante la respirazione. Il gas in eccesso che non viene eliminato mediante la respirazione viene espulso dall’organismo mediante la bocca (eruttazione) e tramite l’ano (flatulenze).
Durante la gravidanza, come evidenziato dall’American Pregnancy Association, vi è un aumento dei livelli di progesterone, un ormone che provoca il rilassamento dei muscoli. Tra gli effetti di questa distensione muscolare c’è anche il rallentamento dei tempi di digestione. Il tempo di transito (la durata con cui il cibo attraversa l’intestino) aumenta di circa del 30% nelle donne in gravidanza, permettendo ai gas di accumularsi più facilmente e di creare gonfiore e comuni episodi di eruttazione e flatulenza.
Questo avviene generalmente nelle prime fasi della gravidanza, ma può peggiorare nel corso del terzo trimestre a causa dell’aumento delle dimensioni del feto (e quindi dell’utero) che esercita una maggiore pressione sugli organi circostanti. Inoltre, le donne che prima della gravidanza soffrivano della sindrome dell’intestino irritabile possono durante la gestazione andare incontro a un peggioramento dei sintomi.
Cresce, ma non solo: ecco tutto quello che accade alla pancia di una donna in gravidanza e quali sono i segni da monitorare.
Il meteorismo – l’eccessiva presenza di gas nel tratto gastrointestinale – si manifesta tipicamente con il gonfiore addominale e in alcuni casi, come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si possono sperimentare dolori, crampi, spasmi addominali, eruttazione, flatulenza e un aumento evidente della circonferenza dell’addome.
Esiste una grande variabilità nel modo in cui questi sintomi si manifestano, sia in termine di intensità e frequenza che nelle modalità .
Normalmente la presenza di aria nella pancia in gravidanza con conseguente meteorismo non rappresenta un motivo di attenzione medica. La preoccupazione emerge nel caso in cui il dolore e i fastidi annessi al disturbo diventassero gravi, persistenti e tali da condizionare negativamente la qualità della vita. Se solitamente sono sufficienti delle correzioni alle proprie abitudini alimentari e dei cambiamenti nello stile di vita, alla base dei sintomi più gravi e intensi del meteorismo possono esserci condizioni di salute che richiedono una valutazione medica.
Si rende necessario il ricorso al medico di medicina generale (o al pronto soccorso) in caso di presenza di sangue nelle feci, di incontinenza fecale, variazione di consistenza delle feci, stitichezza o diarrea persistenti, perdita di peso involontaria e ripetuti episodi di nausea e vomito.
Per ridurre e risolvere il problema dell’aria nella pancia in gravidanza è necessario ricorrere ad alcuni accorgimenti alimentari e igienico-alimentari, cambiamenti nello stile di vita e il ricorso a rimedi naturali o farmacologici.
La gravidanza spesso comporta un cambiamento nelle abitudini alimentari e può rivelarsi utile compilare una sorta di diario nel quale annotare gli alimenti e le bevande consumate a ogni pasto e i sintomi che si sperimentano. In questo modo si può individuare rapidamente se ci sono cibi che aumentano la produzione di gas. Può rivelarsi utile ridurre la quantità e la frequenza del consumo di alimenti ricchi di fibre insolubili (legumi, broccoli, cipolle, carciofi, asparagi, cavoli, mele, pere, pesche, prugne, segale e farina integrale) così come quelli contenenti alcuni zuccheri (latte, latticini e dolcificanti artificiali).
Si rivela utile anche la riduzione del consumo di cibi fritti, cibi ricchi di aria (frullati, frappè e panna montata), bevande gassose e integratori di fibre che possono rallentare la digestione e peggiorare i sintomi. Al contrario, è fondamentale aumentare il consumo di acqua e tisane a base di anice e finocchio.
Molto utile contro l’aria nella pancia in gravidanza si rivela l’esercizio fisico. Questo, spiega il portale WebMD, aumenta la motilità del tratto gastrointestinale, permettendo al cibo di muoversi più rapidamente e riducendo l’accumulo di gas.
Tra gli aspetti più importanti cui prestare attenzione c’è sicuramente il mangiare lentamente masticando bene ogni alimento. Buona parte del gas accumulato nella pancia, infatti, è causata dai batteri presenti nell’intestino crasso che si occupano di scomporre il cibo che non è stato digerito completamente dagli enzimi presenti nello stomaco. Parallelamente, è indicato ridurre le porzioni dei cibi maggiormente responsabili del meteorismo, evitare di utilizzare caramelle, cannucce per bere e gomme da masticare.
Esistono una serie di integratori a base di enzimi digestivi che permettono, se assunti prima dei pasti, di favorire la digestione dei cibi che contengono carboidrati. In alcuni casi si può ricorrere anche a particolari farmaci che rompono le bolle gassose rendendole facilmente eliminabili. In alcuni casi può essere valutato anche il ricorso a una terapia antibiotica per riequilibrare la flora batterica, ma in tutti i casi è sempre necessaria una valutazione medica per determinare, specialmente per le donne in gravidanza, l’assunzione dei farmaci.
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