Anonimo

chiede:

Ho 38 anni e sono rimasta incinta (sono alla 10 settimana). Mio marito è affetto di eritrocitosi idiopatica branca della policitemia vera.
Che conseguenze potrebbe avere il bambino? Che esami mi consiglia di fare?
Ringrazio infinitamente per l’attenzione e le confesso che sono molto preoccupata. I migliori saluti

Gentile signora, il termine eritrocitosi, a volte usato come sinonimo di policitemia, indica una condizione benigna caratterizzata da incremento del numero di globuli rossi circolanti; nell’eritrocitosi propriamente detta non si osservano disordini mieloproliferativi e le altre componenti figurate del sangue (piastrine e globuli bianchi) risultano nella norma. L’eritrocitosi di tipo 1, la più frequente, è causata da alterazioni del gene responsabile della sintesi dell’eritropoietina, una proteina coinvolta nei processi vitali che interessano appunto i globuli rossi. Il carattere si trasmette con modalità autosomica dominante, per cui se suo marito è affetto da questa forma di eritrocitosi la probabilità di trasmissione al feto è di 1 su 2 (cioè 50%). Si tratta dunque di una probabilità elevata; non per questo è necessario preoccuparsi: la condizione, come già detto, è del tutto benigna. Infine, non ci sono esami che possono predire in utero la trasmissione o meno di questo carattere al feto.
Cordialmente,

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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