Anonimo

chiede:

Gentile dott. Annona, è la seconda volta che scrivo e mi rendo
conto che la precedente e-mail era piuttosto caotica (e-mail del 20/11 “corioamonite…”). Riassumo brevemente la precedente disastrosa
gravidanza: alla 23 sett. in seguito ad una lieve perdita mi è stata diagnosticata “dilatazione del collo dell’utero e protrusione del sacco in vagina”
(tutto questo senza che io mi accorgessi di niente, a parte la perdita); in tale occasione riuscirono ad effettuare un cerchiaggio di emergenza, ma circa
10 giorni dopo, pur essendo immobile a letto, si sono scatenate contrazioni, (non bloccate neanche da Miolene via flebo cui ero costantemente
attaccata) che hanno indotto il medico a praticarmi un cesareo (la bimba era
podalica); la bimba è morta dopo 5 giorni. Non mi risulta che al momento del parto le membrane fossero rotte, ma solo che le contrazioni erano ormai “incontrollabili”. Allora la diagnosi fu di “corioamnonite”, e l’unico
dato certo era una terribile infezione con i batteri che le avevo già elencato (Enterobacter cloacae, Enterococcus faecalis, bacteroides fragiles). Ho sempre ritenuto che la corioamnonite (che, se non ho compreso male,
dovrebbe essere un’infezione del sacco contenente il bambino) fosse da attribuire a questa infezione mal curata; infatti ero sotto copertura di antibiotici, ma probabilmente insufficiente o errata (Zinnat 500mg, mi pare). Può capire
il mio terrore per le infezioni! Ora in questa gravidanza il problema dell’incompetenza cervicale è stato “risolto” con il cerchiaggio, ma ho molta paura che un’altra infezione possa ricreare la situazione precedente (parto prematuro, ecc). Oppure sto solo facendo molta confusione, e l’infezione non è stata la causa scatenante della corioamnonite e quindi
del travaglio? Ma allora cosa ha scatenato il tutto? Questo non per far polemiche su chi mi aveva curato l’infezione, ma solo per evitare una tragedia simile. Inoltre: gli uteri con cerchiaggio sono più esposti a infezioni, o è un problema mio? Mi scuso per la lunga esposizione, ma spero che possa gentilmente
chiarirmi le cose (nessuno finora è riuscito a farlo). La ringrazio e la saluto

Resto perplesso di fronte ad una corioamnionite senza rottura del sacco e
senza che vi siano state manovre invasive. E ancora mi chiedo questi batteri
con quale campione sono stati individuati. E ancora il perché di una terapia
antibiotica prima del parto se, a quanto ho capito, il rilievo di questi
batteri è stato fatto dopo il parto. Insomma, se proprio ha interesse a
individuare eventuali responsabilità, le consiglio di far esaminare tutta la
documentazione ad un ginecologo che si occupi anche di medicina legale.
Francamente non è questo il luogo adatto per farlo. Per le sue
preoccupazioni sulla attuale gravidanza posso ripeterle il mio parere, e
cioè che senza una rottura delle membrane e senza manovre invasive, la
corioamnionite resta un evento per fortuna raro e a mio avviso sempre
scatenato in seguito a qualcos’altro. L’amnios è un ambiente molto protetto
dalla natura, al punto che anche gli antibiotici fanno fatica ad arrivarvi e
per questo sono spesso inefficaci. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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