Gli esami del sangue rappresentano uno dei controlli più importanti da eseguire durante la gravidanza (tanto da rientrare in quelli erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale) in quanto consentono di avere un quadro completo sullo stato di salute.

Inoltre, spesso le analisi condotte su un campione di sangue sono indispensabili per la diagnosi di diverse condizioni e patologie. Tra questi, l’emocromo in gravidanza è uno degli esami di routine più importanti per la quantità e la qualità delle informazioni grazie al quale è possibile ottenere.

Cos’è l’emocromo e cosa comprende

L’emocromocitometrico, meglio noto come emocromo, è l’esame che fornisce informazioni sulla quantità e la morfologia delle cellule presenti nel sangue. Più che un singolo esame, precisa l’Istituto Superiore di Sanità, l’emocromo è una serie di analisi che consente di determinare il numero, le caratteristiche e le sostanze presenti nei globuli rossi, nei globuli bianchi e nelle piastrine. L’emocromo completo comprende:

  • calcolo del numero di globuli bianchi e di globuli rossi;
  • definizione dei livelli di emoglobina:
  • definizione dei livelli di ematocrito;
  • valutazione delle caratteristiche fisiche dei globuli rossi (volume corpuscolare medio, quantità media di emoglobina, concentrazione emoglobinica corpuscolare media, ampiezza della distribuzione dei globuli rossi);
  • calcolo del numero delle piastrine.

Considerando il numero e il tipo di informazioni ricavabili dall’emocromo in gravidanza esso viene impiegato sia per diagnosticare che per monitorare il decorso di diverse condizioni.

L’esecuzione dell’emocromo non richiede particolari preparazioni (per questo esame non serve essere a digiuno) e viene effettuato tramite il prelievo di una piccola quantità di sangue. Il campione viene prelevato dalla puntura del dito o dalla vena del braccio.

A cosa serve l’emocromo in gravidanza?

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Fonte: iStock

In base alle informazioni ottenute dall’emocromo durante la gravidanza è possibile capire, come riassunto dall’American College of Obstetrician and Gynecologists, se si soffre di un particolare tipo di anemia (dal numero dei globuli, se è in corso un’infezione o un’infiammazione (dal numero dei globuli bianchi) e se vi sono disordini della coagulazione (dal numero di piastrine).

Viene impiegato anche per la diagnosi di preeclampsia e diabete gestazionale.

Quando si effettua l’esame

L’emocromo è un esame erogato gratuitamente in periodo preconcezionale (sia per l’uomo che per la donna) e, durante la gravidanza, nel primo trimestre (entro la tredicesima settimana di gestazione) e nel terzo trimestre (tra la ventottesima e la trentaduesima settimana e, successivamente, tra la trentatreesima e la trentasettesima settimana di gestazione).

In aggiunta, il medico può prescriverne l’esecuzione in presenza di sintomi che suggeriscono il ricorso a questo tipo di approfondimento diagnostico.

I risultati dell’emocromo in gravidanza

È importante comprendere come la gravidanza determini, tra gli altri, anche cambiamenti ematologici fisiologici che, fuori dalla gravidanza, risulterebbero patologici. Come evidenziato in questo studio, infatti, durante la gravidanza il volume del sangue aumenta di circa un litro e mezzo soprattutto per effetto dello sviluppo della placenta ma anche per colmare la perdita di sangue che si verificherà al momento del parto.

In gravidanza si verifica anche un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi) per effetto di uno stress fisiologico indotto dalla gestazione. Nel corso della gravidanza, specialmente nel terzo trimestre, invece diminuisce il numero delle piastrine.

I valori considerati normali, quindi, vanno contestualizzati in questo quadro di cambiamenti fisiologici dovuti dalla gravidanza. Per questo motivo i risultati dell’emocromo devono essere sempre valutati e interpretati dal medico. Anche perché, come precisato dalla Mayo Clinic, l’esame emocromocitometrico completo non fornisce tutte le risposte possibili. In presenza di valori anomali, infatti, anche in relazione all’età e alle caratteristiche della donna e della gravidanza, può essere necessario sottoporsi a ulteriori controlli.

In generale un numero basso di globuli rossi può indicare la presenza di un’anemia, mentre livelli elevati possono rappresentare il segnale di malattie cardiache o di una patologia tumorale del sangue.

Un basso numero di globuli bianchi può essere associato a una malattia autoimmune, un cancro o un problema al midollo osseo.

Al contrario livelli alti sono solitamente legati alla presenza di un’infezione o di un’infiammazione o, ancora, a un disturbo del sistema immunitario.

Alti livelli di piastrine determinano una trombocitosi, mentre livelli bassi una trombocitopenia. Le variazioni sulla conta piastrinica possono essere dovute a cause autoimmuni, ma ciò che conta è la valutazione complessiva dell’emocromo in gravidanza e dello stato di salute generale della donna.

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  • Esami in gravidanza