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I bambini molto selettivi nella scelta dei cibi da mangiare si chiamano peaky eaters: ecco perché lo fanno e come comportarsi per invogliarli a mangiare di tutto.
Ecco perché adottano questo comportamento e come comportarsi per invogliarli a sperimentare una varietà di cibi più ampia.
Un genitore può trovare frustrante che suo figlio voglia mangiare lo stesso cibo ogni giorno e si rifiuti di assaggiare altro; ma bisogna sapere che non è qualcosa di così insolito, anzi, è piuttosto comune. Alcuni bambini si fissano su un certo cibo, che diventa il loro preferito, magari rifiutando categoricamente qualcos’altro, come le verdure.
Ci sono bambini che già all’età di 2 o 3 anni allontanano i piatti e incrociano le braccia in segno di rifiuto quando devono mangiare le verdure. E spesso, purtroppo, spingerli e forzarli a mangiare il loro piatto di spinaci non ha l’effetto desiderato. Ad affermarlo è uno studio dell’Università del Michigan, secondo il quale i genitori che provano a plasmare le preferenze dei bambini su cibi sani non sempre ottengono i risultati sperati.
I bambini “schizzinosi” in fatto di cibo sono piuttosto numerosi, e le ragioni del loro comportamento sono diverse: vanno dalla genetica, al rifiuto dovuto al sapore amaro delle verdure, fino alla stitichezza, in alcuni casi.
I bambini con problemi di stipsi tendono a rifiutare di mangiare certi cibi, così come afferma uno studio del Journal of Pediatrics. I ricercatori hanno evidenziato che i bambini di almeno 3 anni che hanno sofferto di stitichezza sono stati spesso dei picky eaters; allo stesso tempo, erano particolarmente sensibili alla consistenza, ai sapori, agli odori e addirittura ai colori dei cibi.
Persino prima dell’età di 2 anni, circa il 22% dei bambini sono considerati dai propri genitori dei picky eaters; ma secondo uno studio svolto presso l’Università dell’Illinois, la loro resistenza ad alcuni cibi sembra riferirsi soltanto in parte alla genetica. Infatti, un bambino può passare dall’essere raramente un picky eater all’esserlo frequentemente, nel giro di un solo anno.
Per alcuni, la ripugnanza nei confronti delle verdure – una delle sfide maggiori per i genitori – è incredibilmente reale e si può spiegare scientificamente. La ricerca ha dimostrato che 1 persona su 5 trova le verdure amare in un modo insopportabile, tanto da non tollerale. Nonostante ciò, alcune persone possono superare la loro avversione provando e assaggiando lo stesso cibo più volte.
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A un picky eater, bisogna offrire una certa varietà di cibi sani; incoraggiarlo ad assaggiare i cibi di volta in volta messi a tavola, senza però forzarlo se non gli piacciono. Una dieta bilanciata include sicuramente della frutta e verdure, cereali e proteine. Per questo motivo, è opportuno chiedere al proprio figlio quale tipo di frutta e verdura o cereali vuole assaggiare.
Uno stratagemma per invogliare i bambini a mangiare è quello di preparare delle ricette con gli ingredienti che amano particolarmente; poi, invitarli a fare la spesa con noi, a cucinare, e servire il cibo. Insomma, bisogna renderli partecipi. Altre volte, preparare e presentare le pietanze in modo diverso dal solito può far presa sui bambini, che saranno invogliati a mangiare.
Non bisogna far mangiare un nuovo cibo una volta tanto; è preferibile, piuttosto, introdurre una piccola quantità del nuovo cibo ogni giorno, in modo tale da abituare gradualmente i bambini al nuovo sapore. Per incoraggiare i bambini a mangiare verdure, bisogna iniziare presto e spesso a proporne. Uno studio dell’Università di Leeds, in Inghilterra, ha rilevato che bastano 5-10 esposizioni a un determinato cibo per renderlo appetibile.
D’altra parte, non bisogna permettere che la selettività del bambino diventi motivo di tensioni durante i pasti. Infine, è importante non usare il cibo come premio perché il risultato potrà essere quello di rinforzare il desiderio del proprio cibo preferito a scapito di quello odiato (per esempio, le verdure). Se queste piccole accortezze non bastano, è opportuno consultare il proprio medico di base o un nutrizionista per farsi consigliare in merito all’alimentazione dei figli.
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