Sale parto completamente isolate, percorsi separati per donne positive e negative, isolamento per chi mostra sintomi “sospetti”. Il coronavirus stravolge anche la routine dei reparti di Ostetricia e ginecologia.

Lo racconta il reportage di Repubblica dalla Clinica Mangiagalli di Milano, dove nascono più di 5mila bambini ogni anno: un “viaggio” nei reparti oggi completamente trasformati, per raccontare come si nasce in queste settimane e in quelle che verranno.

In piena emergenza coronavirus, con precauzioni di ogni genere e misure impensabili solo pochi giorni fa, oggi necessarie per tutelare la salute della mamma e del bambino e quella degli operatori.

Alla Mangiagalli, una delle 6 strutture in cui si seguono le donne incinte che si sono ammalate di coronavirus, sono state allestite tre diverse sale parto isolate, dedicate solo alle donne positive al virus. Poi c’è il reparto realizzato ex novo, con 10 posti letto in totale isolamento.

Come spiega a Repubblica il direttore Enrico Ferrazzi “Dall’inizio dell’emergenza abbiamo avuto 17 casi sospetti e sono quattro le donne che sono risultate positive al tampone”. Pochi giorni fa, racconta Ferrazzi, è stato fatto un cesareo d’urgenza a una donna positiva al coronavirus che è andata in crisi respiratoria: adesso è fuori pericolo.

Per le mamme sane il percorso è diverso, ma anche qui il cambiamento è nell’aria: i bambini non vengono portati al nido ma nelle stanze, e l’accesso è consentito solo ai futuri papà che non presentano sintomi e rigorosamente con la mascherina. Parenti e amici rimangono a casa, le visite sono cancellate.

Misure necessarie per limitare il più possibile da una parte il rischio di contagio di pazienti e personale medico, dall’altra per evitare gli spostamenti, che in questo momento vanno più che mai evitati quando non strettamente necessari.

La situazione non è la stessa in tutti i punti nascita, e alcuni ospedali oltre a negare l’accesso ai visitatori non consentono nemmeno l’accesso al papà: il consiglio è di informarsi direttamente presso la propria struttura di riferimento o il proprio ginecologo.

Anche le visite ambulatoriali non urgenti o indifferibili sono generalmente rinviate, mentre i corsi pre-parto sono per la maggior parte sospesi.

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