La lettura è sicuramente una passione, ma possiamo parlare solo di predisposizione innata all’amore per i libri, oppure ci sono modi per “insegnarlo”? Il dubbio si pone, ovviamente, quando parliamo dei più piccoli, che spesso sono refrattari all’idea di dedicarsi ai libri, preferendo di gran lunga dispositivi elettronici o televisione.

In realtà ci sono dei dati che fanno ben sperare: nel 2017, ad esempio, un’indagine condotta dall’Istat ha dimostrato che il 48% dei bambini tra gli 11 e i 14 anni ha letto almeno un libro l’anno, idem per il 47,2% di quelli tra i 6 e i 10 anni, e per il 42% dei ragazzi tra i 15 e i 17. Sono numeri più alti rispetto all’anno precedente che, dunque, rappresentano un ottimo spiraglio di luce, testimoniando quanto in realtà i libri esercitino ancora un certo fascino sui giovanissimi.

Ma esiste un modo giusto per far avvicinare i più piccoli alla lettura, senza che la vivano come una costrizione? Per capirlo, e anche per avere suggerimenti sui giusti approcci da seguire, abbiamo ascoltato la dottoressa Chiara Mancarella, nostra collaboratrice, pedagogista clinico, docente di scuola primaria e blogger, iniziando da una citazione di Gianni Rodari, contenuta in Grammatica della fantasia.

L’incontro decisivo tra i ragazzi e i libri avviene sui banchi di scuola. Se avviene in una situazione creativa, dove conta la vita e non l’esercizio, ne potrà sorgere quel gusto della lettura col quale non si nasce perché non è un istinto. Se avviene in una situazione burocratica, se il libro sarà mortificato a strumento di esercitazioni (copiature, riassunti, analisi grammaticale eccetera), soffocato dal meccanismo tradizionale: «interrogazione-giudizio», ne potrà nascere la tecnica nella lettura, ma non il gusto. I ragazzi sapranno leggere, ma leggeranno solo se obbligati.

Il miglior insegnamento è l’esempio, non solo per la lettura, ovviamente, ma come regola generale per l’educazione. Se in casa ci sono genitori che leggono, che amano la lettura, il bimbo probabilmente sarà incuriosito da questa azione che vede ripetere – spiega Mancarella -Oltre a ciò, ovviamente, mamma e papà sono tenuti a stimolare i loro piccoli, magari comprando loro libri adatti a ogni fase della crescita: per i neonati, ad esempio, ci sono i libri tattili, che danno loro un primo contatto – importantissimo – con il libro, mentre crescendo ci sono tantissime collane adatte ad avviare i bambini alla lettura.

Chiaro, quindi, che vivere la lettura come un’attività “forzata” sia del tutto controproducente:

La scuola fornisce libri che però sono manuali, i bambini sono obbligati e non c’è il piacere di ‘studiare il libro’ – dice ancora la dottoressa – In questo senso c’è bisogno di un’implementazione, si dovrebbero creare veri e propri momenti dedicati esclusivamente alla lettura, lasciando i bambini liberi di scegliere. Personalmente, suggerirei anche di eliminare il noiosissimo ‘libro delle vacanze’, per lasciare i bambini nella più completa autonomia. Leggere sì, ovviamente, ma cose che a loro piacciono e, soprattutto, che loro hanno scelto.

Se li costringiamo a leggere un libro solo per poi farne il riassunto o la scheda tecnica chiaramente vivranno tutto come un obbligo, senza contare che oggi, grazie a Internet, si possono reperire le recensioni facilmente, senza bisogno di leggere il libro. C’è necessità di adottare altre strategie, insomma.

Oltre a ciò, aggiunge la pedagogista, sarebbe importante se le scuole prevedessero visite alle biblioteche comunali, per incentivare gli studenti, o fornissero le biblioteche dei propri istituti con libri che trattano i più diversi argomenti, sempre per lasciare ampie possibilità ai ragazzi.

Come avvicinare i ragazzi più refrattari

Ma come fare con ragazzi “recalcitranti” che di prendere in mano un libro proprio non ne vogliono sapere? C’è speranza di avvicinarli alla lettura?

Per avvicinare quei bambini e ragazzi che non ne vogliono sapere niente io suggerisco di partire dalla passione del bambino: regalategli libri di sport, di musica, del suo cantante preferito. Per i più grandi, va bene anche il libro dell’influencer che seguono, ad esempio, perché l’obiettivo è appassionarli a qualcosa verso cui non provano interesse per nulla.  Per iniziare va bene anche il fumetto, meglio quello che niente, ma solo se può rappresentare un trampolino per aprirsi al resto della letteratura.

Per quanto l’e-book possa rappresentare uno strumento più vicino a tablet e smartphone, verso cui bambini e ragazzi provano una fortissima attrazione, sarebbe preferibile comunque optare per il libro cartaceo, che permette anche di mantenere un contatto tattile e olfattivo. L’e-book, spiega però Mancarella, è un’ottima soluzione per le vacanze, quando per mancanza di spazio ovviamente non si possono portare con sé molti libri.

Idee e consigli per stimolare la passione per i libri

Ovviamente ci sono libri adatti a ogni fascia di età, ma per avvicinare i bambini alla lettura si possono ideare anche iniziative che coinvolgano tutta la famiglia: ad esempio, sarebbe carino che genitori e bambino creassero vere e proprie storie, dando vita al proprio libricino; il bambino può pensare alla storia, dando sfogo alla fantasi, mentre mamma e papà possono scriverla al computer, se lui non è ancora in grado di farlo da solo.

Per quanto riguarda i libri che consiglio ci sono ad esempio quelli della serie delle Storie da 5, 10 o 15 minuti di Emme Edizioni, e i Classicini di Edizioni EL: veri e propri classici della letteratura rivisitati in una chiave semplice per i più piccoli. Si passa da Piccole Donne a Robinson Crusoe, spaziando anche fra i poemi epici, Odissea e Iliade, Il gobbo di Notre Dame o Aladino.

Fra gli altri libri consigliata dalla dottoressa Mancarella ci sono Dagoberto, re pasticcione

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Proviamo però a “rovesciare” per un momento le cose: se esistono modi per appassionare i bambini alla lettura, ce ne sono anche altri che invece li allontanano? Secondo Gianni Rodari sì.

I 9 modi per far odiare la letteratura ai bambini secondo Rodari

Abbiamo aperto con una citazione del grande favolista piemontese, e chiudiamo ancora con lui. Nell’ottobre del 1964 Rodari scrisse sul “Giornale dei Genitori” [GdG. 64. n.10/00] un articolo in cui elencava 9 modi per far odiare i libri ai bambini, che sarebbe poi confluito nel libro Scuola di fantasia. A riportarli un post di Edizioni EL.

1. Presentare il libro come un’alternativa alla TV

Amare un’attività, come appunto guardare un programma in tv, non significa necessariamente disprezzarne un’altra.

2. Presentare il libro come un’alternativa al fumetto

Anche secondo la dottoressa Mancarella un fumetto può rappresentare un’ottima lettura per iniziare, e amare i fumetti non significa affatto disdegnare i libri.

3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più

L’idea di paragonare il passato ai tempi moderni, millantando quanto ieri “fosse migliore” rispetto all’oggi non è mai una buona idea. Senza contare che le cifre, dei lettori, della scolarizzazione, della tiratura delle case editrici, smentiscono in pieno i genitori che assicurano che una volta “si leggeva di più”.

4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni

Il fatto che i bambini abbiano tempo libero da dedicare a passioni sane e diverse non significa che non possano essere anche lettori accaniti. Molto dipende anche, come ricordato dalla dottorssa Mancarella, dal tipo di esempio che i bambini ricevono fra le mura domestiche: difficilmente un bambino si appassionerà ai libri se in casa genitori e fratelli passano il proprio tempo libero solo fra tv, videogiochi o dispositivi come tablet o smartphone.

5. Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura

Non è ovviamente solo colpa loro, ma gran parte delle responsabilità, come dicevamo poc’anzi, va prima di tutto proprio al tipo di esempio e di stimoli che si forniscono all’interno delle mura domestiche e, in secondo luogo, della scuola, che spesso fa vivere la lettura, a torto, esclusivamente come un obbligo.

6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura

Forzare i bambini a leggere libri scelti dalle insegnanti durante le vacanze estive e, soprattutto, associare la lettura di quei libri obbligati alla compilazione di una scheda o di un riassunto per accertarne la lettura, ovviamente, non può che allontanare i ragazzi dalla passione per i libri.

7. Rifiutarsi di leggere al bambino

La voce della mamma, del papà, ma anche dell’insegnante ha una funzione insostituibile per coinvolgere il bambino nella lettura.

8. Non offrire una scelta sufficiente

Lasciate i bambini liberi di scegliere i libri che loro vogliono leggere, senza imporli.

9. Ordinare di leggere per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura

E questo, naturalmente, vale non solo nell’ambito scolastico, ma anche in quello familiare. Gli stimoli vanno forniti seguendo sempre le inclinazioni e le volontà del bambino.

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