
Il ritardo del linguaggio può essere individuato precocemente attraverso determinati segnali fin dai primi mesi di vita del bambino. Ritardi e dis...
Qual è il rapporto dei bambini da 0 a 6 anni col linguaggio? Ecco come comportarsi se il bambino dice parolacce.
Vediamo come comportarsi se il bambino dice le parolacce.
Molti genitori si chiedono cosa fare se il bambino dice le parolacce. Prima di tutto, bisogna fare un’importante distinzione collegata all’età anagrafica. Il significato di una parolaccia detta a 2 o 3 anni è molto diverso da quello di una parolaccia ripetuta in modo insistente a 6 anni, così come le funzioni sociali e le intenzioni che i bambini attribuiscono loro.
3 anni è l’età in cui i bambini hanno sviluppato già il linguaggio e iniziano ad avere un certo interesse per le parolacce. A questa età le parolacce sono delle vere e proprie “prove” di linguaggio, perché il bambino ripete ogni suono che sente dagli altri nell’ambiente che lo circonda.
Il ritardo del linguaggio può essere individuato precocemente attraverso determinati segnali fin dai primi mesi di vita del bambino. Ritardi e dis...
A questa età il bambino non ha contezza di ciò che dice, non conosce il significato profondo delle espressioni che ripete e non ha finalità offensive. Tuttavia, capisce che le parolacce sono diverse dalle parole “normali”, perché provocano nelle persone delle reazioni forti.
Quando lui stesso prova a pronunciare una parolaccia, nota subito nell’adulto un certo imbarazzo. Proprio per questo motivo può divertirsi a ripetere più volte le parolacce, per provocare quelle reazioni e la curiosità di vedere cosa succede.
Il significato delle parolacce tra i 4 e i 6 anni è sostanzialmente diverso rispetto ai bambini più piccoli.
Quando è più grande il bambino capisce che attraverso l’uso delle parolacce può ottenere qualcosa dall’adulto; o più semplicemente attirare l’attenzione, creare un certo scompiglio negli altri, o provare a sfogare la rabbia.
Anche se non capisce il significato delle parole, tuttavia comprende che si tratta di parole in un certo senso speciali, perché hanno un effetto sugli altri; e in alcuni casi possono aiutarlo a raggiungere ciò che desidera.
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Molti genitori si chiedono come dovrebbero comportarsi se il bambino ha preso l’abitudine di dice parolacce.
Per prima cosa, bisogna essere consapevoli che il bambino, se dice parolacce, è perché le sente dire alle persone intorno a lui, probabilmente proprio gli stessi genitori. Quindi, la prima cosa da fare per fermarlo, che è in assoluto anche la più utile, è eliminare le parolacce dall’ambiente che vive il bambino.
La prima cosa che possono provare a fare è invitare il bambino a cambiare la parolaccia e sostituirla con un’altra parola divertente, buffa, originale o poco in uso ma non offensiva. In questa maniera il bambino ottiene l’effetto desiderato di suscitare stupore e divertimento negli altri ma non risulta volgare e fuori luogo come con le parolacce.
Se il bambino non smette, i genitori possono dirgli che alcune parole, come le parolacce, possono ferire il nostro interlocutore. Quando il bambino vuole dare enfasi e importanza a ciò che dice, gli si può suggerire di accompagnare i suoi discorsi con un disegno, un quadretto, o anche semplicemente delle emoticons, per esprimere ciò che sente più facilmente.
In questo senso, i genitori possono aiutarlo a scegliere quella che più si abbina con le sensazioni ed emozioni provate. In questo modo, non solo si ottiene l’effetto sperato di diminuire le parolacce, ma anche quello di sviluppare in modo corretto l’intelligenza emotiva e la gestione consapevole delle emozioni.
Se questi escamotage non funzionano, è bene fermare con decisione il bambino. Va fatto proprio come ci si comporta quando il bambino fa altre azioni sbagliate, dicendogli che come alcune cose non si possono fare, così altre cose non si possono dire.
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