I bambini hanno bisogno di essere ascoltati per crescere serenamente e diventare maturi e autonomi. Per questo l’ascolto attivo è fondamentale.

Sembrerebbe scontato, ma non sempre lo è. Quante volte, infatti, capita di non prestare davvero attenzione non solo alle parole dei figli, ma a tutti i modi che hanno per comunicare le loro emozioni e stati d’animo? Vediamo allora più da vicino cos’è l’ascolto attivo con i bambini, i benefici che genera e le strategie migliori per praticarlo ogni giorno.

Cos’è l’ascolto attivo?

Spesso i genitori si lamentano del fatto che i figli non li ascoltano. Prima di attribuire ai bambini questo tipo di responsabilità, bisogna chiarire che saper ascoltare in modo attivo è un’abilità che si educa nel corso del tempo, soprattutto grazie all’esempio.

La strategia educativa dell’ascolto attivo è stata sviluppata soprattutto dallo psicologo Thomas Gordon, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Tale metodologia prevede che l’adulto si metta in posizione di autentico ascolto davanti al bambino; che dia importanza e attenzione a ciò che il bambino vuole dire o esprimere.

È importante anche che il genitore sia consapevole dei pregiudizi che può avere; a partire da questa consapevolezza, si impegnerà a metterli da parte per entrare davvero in relazione col bambino. Non bisogna essere giudicanti o ridurre a cose di poco conto quelle che a noi possono sembrare piccole preoccupazioni ma che per il bambino e il suo mondo interiore sono importanti.

I benefici dell’ascolto attivo con i bambini

Da genitori è importante chiedersi quali sono le motivazioni alla base del comportamento dei figli. Quando il bambino ci comunica qualcosa (non semplicemente e non solo “a parole”), è importante mettersi nei suoi panni, guardare le cose dal suo punto di vista, che spesso è diverso dal nostro.

Il bambino sente e sa se il genitore lo sta ascoltando o meno, così come sente se empatizza con lui, se lo comprende. Per questo è importante praticare l’ascolto attivo.

Infatti, se il bambino ci racconta un episodio felice, il genitore sarà partecipe della sua felicità. Se gli racconta che è triste, il genitore gli mostrerà vicinanza e gli darà consolazione; per poi trovare insieme delle soluzioni. Oppure, se ha fatto qualcosa di sbagliato, è utile spiegargli con calma perché lo è.

In questo modo il bambino imparerà ad avere un rapporto sano anche con la rabbia; acquisirà la maturità per riconoscere gli errori senza scoraggiarsi; saprà essere più tollerante e altruista verso gli altri.

Inoltre, tra i benefici dell’ascolto attivo c’è sicuramente la costruzione di un alfabeto emotivo condiviso. Se il bambino si abitua a parlare dei suoi stati d’animo, di ciò che prova, di ciò che lo ha reso felice o triste, imparerà a conoscere e dare un nome alle proprie emozioni. E di conseguenza a gestirle e a riconoscere quelle degli altri.

Le strategie da adottare

Ecco alcune semplici strategie da adottare per incrementare l’ascolto attivo coi bambini:

  • Guardare negli occhi. Stabilire un contatto visivo per far capire che stiamo dando loro tutta la nostra attenzione. Ovviamente, bisogna evitare di fare nel frattempo altre cose, come le faccende domestiche, messaggiare o guardare continuamente il cellulare.
  • Ascoltare il bambino con espressioni del viso partecipi, per dimostrargli che stiamo empatizzando col suo vissuto interiore.
  • Chiedergli se c’è qualcosa che non va, o se possiamo in qualche modo aiutarlo.
  • Se il bambino è ancora piccolo, è importante che i genitori verbalizzino al suo posto le sue emozioni. Questo lo aiuterà e lo abituerà a farlo da solo, quando sarà più grande.
  • Fargli sapere che gli vogliamo bene sempre a prescindere (non solo quando si comporta bene).
  • Usare un linguaggio semplice.
  • Raccontargli episodi o avvenimenti della propria giornata, anche quelli più divertenti.
  • Ripercorrere insieme i momenti della giornata di cui essere grati.
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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)