Spesso i genitori sono interessati al buon rendimento scolastico dei figli più che allo sviluppo della loro interiorità e maturità nella relazione con gli altri. Ma questo secondo aspetto è fondamentale, così come la capacità di essere empatici, di aiutare gli altri ed essere bambini generosi.

Sono tutte caratteristiche che possono essere favorite e sviluppate con consapevolezza e i giusti accorgimenti.  Vediamo allora come educare i bambini all’altruismo.

L’altruismo nei bambini

Al contrario di quello che si potrebbe credere, la capacità di essere altruisti non è qualcosa che fa bene solo agli altri, ma anche e soprattutto a se stessi. Sapere di essere d’aiuto ad altre persone migliora la felicità personale e favorisce la costruzione di relazioni profonde, appaganti e significative.

La buona notizia è che la generosità può essere favorita e sviluppata sin dall’infanzia. Incentivare l’empatia e la capacità di mettersi al servizio degli altri aiuta i bambini a comprendere emotivamente l’altro e a essere in pace con se stessi e gli altri.

Inoltre, i bambini imparano a decentrarsi; ad adottare un punto di vista diverso, mettendosi nei panni dell’altro e rispondendo ai suoi bisogni, attraverso l’offerta di un aiuto concreto o anche solo semplicemente della condivisione delle emozioni.

Come educare i bambini all’altruismo

Vediamo alcuni semplici modi per educare i bambini all’altruismo:

Sintonizzarsi sui bisogni degli altri e praticare la gentilezza

I bambini devono imparare che non sono i soli ad avere dei bisogni, anche gli altri ne hanno; queste esigenze talvolta possono essere anche più importanti e influenzare decisioni che li riguardano.  Per esempio, se i bambini prendono una decisione che riguarda o influenza anche altre persone, si può dire loro: “Hai pensato se anche agli altri sono d’accordo?” oppure “Che ne penserebbero gli altri?”.

Un altro aspetto fondamentale riguarda i modi, la gentilezza. Frasi come “Basta che tu sia felice” sono sbagliate e da evitare; si dovrebbe piuttosto educare i bambini a tenere a mente parole come “la cosa importante è che tu sia gentile“. È fondamentale praticare il rispetto, e insegnare a farlo anche nei momenti di stanchezza, rabbia o distrazione.

Riuscire a trasmettere questo ai figli vuol dire crescere delle persone altruiste, concentrate non solo su se stesse ma attente ai bisogni degli altri.

Coltivare la gratitudine

Un altro fattore, forse il più importante in assoluto, è insegnare ai bambini a praticare quotidianamente la gratitudine. I genitori possono creare facilmente situazioni in cui i figli abbiano la possibilità di prendersi cura degli altri (magari aiutando un compagno a scuola) ed esprimere gratitudine; per ciò che hanno e per la stessa possibilità di essere d’aiuto ad altri. Le persone grate, le più capaci di altruismo e generosità, di comprensione e perdono, sono anche le più felici e mature.

Per questo, il sentimento della gratitudine è qualcosa da coltivare ogni giorno. È una sorta di allenamento quotidiano. Cosa fare concretamente? Per esempio, non è opportuno premiare spesso i bambini per qualsiasi aiuto che offrono in casa (come apparecchiare la tavola o aiutare i fratelli), perché si tratta di abitudini che dovrebbero essere normalizzate; invece, si possono premiare atteggiamenti di gentilezza spontanei o inaspettati.

Infine, un modo utile di coltivare la gratitudine è farla diventare un rituale, per esempio prima dei pasti; oppure alla fine della giornata, è importante e bello ricordare, ripercorrere insieme ai figli i momenti belli della giornata e ringraziare per averli potuti vivere insieme.

Raccontare storie e farli raccontare di sé

Raccontare storie ai bambini, fin da piccoli, è un’altra strategia per educare i figli all’altruismo. Ascoltando le avventure di personaggi diversi, i bambini imparano sia a esplorare il mondo con la fantasia, sia a vestire i panni di altre persone, immaginando cosa pensano e cosa provano. In questo modo, si allenano anche a pensare a cosa farebbero, penserebbero o direbbero loro stessi in certe situazioni, magari scomode o inaspettate.

Un lavoro prezioso da affiancare alla lettura di fiabe e racconti, è la condivisione delle emozioni. È importante che i bambini esprimano se stessi, parlando di come quella storia li ha fatti sentire, di cosa pensano al riguardo. Questo è un aspetto importante che i genitori possono facilmente incentivare sia parlando loro in prima persona di questi aspetti, sia domandando direttamente ai bambini e stimolando la riflessione con delle semplici domande.

Riflettere e verbalizzare le emozioni aiuta a comprendere e a gestire le proprie; a sviluppare abilità sociali ed essere più efficaci nelle relazioni.

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  • Bambino (1-6 anni)