Il latte materno giova non solo alla salute dei neonati ma a quella della società nel suo complesso, anche dal punto di vista economico: al pari di un vaccino, ma senza effetti collaterali. A dirlo sono i risultati di una nuova analisi costi-benefici condotta dalla Prof.ssa Tricia Johnson, economista del Dipartimento di gestione dei sistemi sanitari presso l’Università di Rush (USA): l’allattamento al seno a livello mondiale potrebbe aggiungere 300 miliardi di dollari al reddito nazionale lordo globale ogni anno.

La ricerca della Prof.ssa Johnson sarà presentata in anteprima al 13° Convegno internazionale sull’Allattamento al seno e sulla Lattazione di Medela, che si svolgerà a Parigi dal 22 al 23 marzo: evidenze, quelle formulate dalla ricercatrice, che rendono l’alimentazione con latte materno un intervento fondamentale di sanità pubblica, essenziale per la salute e la prosperità di una nazione, al pari delle vaccinazioni.

Un investimento che, stando alla ricerca della Prof.ssa Johnson, si traduce in elevati rendimenti a breve e lungo termine per la società nel suo complesso, e che dovrebbe spingere i governi ad attuare misure di sostegno alla nutrizione con latte materno.

“Latte materno? Premio Nobel per la medicina e l’economia”

Nel suo articolo del 2016 pubblicato su The Lancet, Keith Hansen, Vicepresidente per lo Sviluppo Umano presso la Banca Mondiale, ha posto l’allattamento al seno al vertice dell’agenda economica mondiale, affermando: “Se l’allattamento al seno non esistesse già, chi l’ha inventato oggi meriterebbe un doppio Premio Nobel per la medicina e l’economia“. Ha proseguito sostenendo che l’allattamento al seno mondiale potrebbe salvare la vita di oltre 800.000 bambini e quella di 20.000 madri ogni anno. L’aumento medio del QI di tre punti per i bambini allattati al seno potrebbe aumentare la produttività, aggiungendo 300 miliardi di dollari al reddito nazionale lordo annuo a livello mondiale. Prevenendo le malattie, come ad esempio il diabete, l’allattamento al seno potrebbe anche ridurre i costi sanitari globali di centinaia di milioni di dollari ogni anno.

Per i neonati prematuri, il latte materno rappresenta un vaccino senza rischi

Inoltre, nel 2016 lo York Health Economics Consortium ha elaborato il primo modello economico al mondo per i neonati prematuri e il latte umano. Alimentando con latte materno una popolazione annuale di neonati prematuri, il Regno Unito potrebbe ridurre i costi sanitari diretti di 30,1 milioni di sterline solo nel primo anno, prevenendo malattie come l’enterocolite necrotizzante, la sepsi, la leucemia e l’otite media.

La Prof.ssa Johnson afferma che lo studio dello York Health Economics Consortiumdimostra senza alcun dubbio che il latte materno è un vaccino, senza effetti collaterali, che protegge il bambino da una serie di malattie devastanti“.

Latte materno un “intervento fondamentale di sanità pubblica”

Di fronte alla crescente quantità di evidenze, i decisori politici sembrano tuttavia muoversi con lentezza. In occasione del 13° Convegno internazionale sull’Allattamento al seno e sulla Lattazione, la Prof.ssa Johnson presenterà per la prima volta una nuova analisi costi-benefici, che mostra come l’investimento economico richiesto per alimentare i neonati con latte umano sia molto basso e – per contro – abbia una elevatissima redditività per la società, a breve e a lungo termine. La domanda è se, non essendoci niente da perdere e tutto da guadagnare, la società si stia impegnando abbastanza per sostenere le madri e le famiglie nell’alimentazione con latte materno.

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  • Allattamento