Le buone abitudini nella cura dell’orecchio si instaurano sin da piccoli, bastano infatti pochi accorgimenti da parte della mamma per garantire ai bambini una buona salute uditiva anche da adulti. Il primo step è lo screening audiologico neonatale, un test veloce e indolore, effettuato nei primi 3 giorni di vita del bambino che si svolge presso i Punti Nascita; il test consente di evidenziare eventuali malattie in fase precoce permettendo così di intervenire tempestivamente con le terapie.

Prima di tutto è importante che tutti i piccoli siano sottoposti allo screening neonatale. – afferma il dott. Artilio Bini, primario specialista audiologo – È una prassi che spesso permette di individuare sordità congenite o di origine infettiva; dopo la nascita del bambino la prima buona norma è quella di effettuare controlli periodici dallo specialista, oltre curare l’igiene quotidiana dell’orecchio. A tal proposito è bene utilizzare i classici bastoncini di cotone solo per la pulizia del padiglione dell’orecchio, rivolgendosi al medico specialista per la pulizia interna, particolarmente delicata nei primi anni di vita. È importante salvaguardare il più possibile la salute dell’orecchio dei piccoli anche in età scolare, in particolar modo non esponendoli a fonti di infezioni che si possono presentare in ambienti comunitari o di affollamento.

I genitori non devono dimenticare di prestare attenzione anche ai piccoli campanelli d’allarme che i bambini possono manifestare in maniera spontanea: “Ci sono alcuni comportamenti, tra l’altro facili da individuare, che possono aiutare i genitori a riconoscere un principio di ipoacusia o di sordità nel bambino.” – continua il dott. Bini – “Se capita spesso che chieda di ripetere quello che gli viene detto, che non risponda dopo essere chiamato più volte o che abbia una voce particolarmente nasale, è bene rivolgersi al medico curante, pediatra o specialista otorinolaringoiatra, per un controllo approfondito. Spesso è l’orecchio stesso che, attraverso secrezioni anomale o tumefazioni, segnala la presenza di infezioni o più generalmente di un problema da approfondire”.

Il dott. Bini sfata anche uno dei ‘falsi miti’ legati all’udito dei bambini: “Spesso i genitori dei miei pazienti più piccoli mi chiedono se è vero che i bambini hanno un udito più sviluppato rispetto a quello degli adulti: non è assolutamente così, grandi e piccoli hanno esattamente le stesse capacità uditive.” – prosegue dott. Bini – “Nei primi anni di vita i bambini iniziano a sviluppare le capacità legate al linguaggio, l’esposizione a una fonte di rumore elevata può recare danni all’udito. È buona norma quindi tenere i bambini e gli adolescenti lontani da fonti di rumore e sottoporli a controlli periodici con il medico specialista”.

In età adulta invece, soprattutto dopo i 50 anni, quando è più alto il rischio dell’insorgenza della presbiacusia, l’esame audiometrico va effettuato con più frequenza, conservando l’esito in modo da seguire nel tempo l’evoluzione dello stato di salute del proprio udito.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Prevenzione