Le donne lavoratrici, seppur con tutta una serie di questioni irrisolte o non ancora ben gestite, che rimangono incinte hanno una serie di tutele sia durante la gravidanza che nel periodo dell’allattamento. Per ottenere queste tutele è necessario assolvere a una “incombenza” burocratica: l’ottenimento del certificato di gravidanza.

A differenza di quanto avveniva in passato (quando le donne lavoratrici dovevano recarsi presso la sede INPS di competenza per consegnare la relativa certificazione), dal 2017, con le procedure e le caratteristiche definite dall’INPS nella Circolare 82 che ha per oggetto la telematizzazione del certificato medico di gravidanza, tale documento non solo viene trasmesso online, ma l’obbligo di farlo è del medico ginecologo che segue la gravidanza e non della gestante.

Scopriamo qual è la procedura precisa per ottenere e presentare correttamente il certificato di gravidanza e perché è importante richiederlo.

Cos’è il certificato di gravidanza?

Il certificato di gravidanza (e anche quello di interruzione della gravidanza), così come previsto dall’articolo 21 del Decreto Legislativo 151 del 28 marzo 2001, noto anche come Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, è il documento che le lavoratrici devono presentare al proprio datore di lavoro e all’istituto erogatore dell’indennità di maternità per ottenere le tutele previste per l’assenza dal lavoro.

Il congedo di maternità, infatti, per le lavoratrici che vi hanno diritto, può essere ottenuto a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto. Questo però a condizione che il ginecologo specialista attesti che tale scelta non arrechi un danno alla salute della gestante o del nascituro.

Laddove ci siano evidenti criticità per la gravidanza (minaccia di aborto o gravidanza a rischio e per tutte le condizioni in cui si ha accesso alla maternità anticipata), il certificato di gravidanza è il documento che permette alla donna di sospendere le proprie mansioni lavorative senza perdere i diritti acquisiti e la relativa retribuzione.

Da chi viene rilasciato?

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Fonte iStock

Sono i medici ginecologi, siano essi operanti nei Consultori, nelle strutture pubbliche o in quelle private convenzionate, che hanno l’obbligo di produrre e presentare telematicamente il certificato di gravidanza. I medici certificatori devono, così come chiarito nella pagina del sito dell’INPS di accesso al servizio per la Trasmissione online dei certificati di gravidanza e interruzione, compilare il modulo indicando espressamente le generalità della lavoratrice, la data in cui è stata eseguita la visita, la settimana di gestazione e la data presunta del parto. In caso di interruzione della gravidanza va inserita anche la data in cui è stata eseguita. Nell’eventualità in cui la data presunta del parto fosse errata, essa fa comunque fede nel certificato di gravidanza.

Una volta che il medico ha compilato e trasmesso telematicamente il certificato di gravidanza deve rilasciare alla lavoratrice il numero univoco di certificato che viene assegnato dal sistema (ed eventualmente rilasciare anche una copia cartacea del documento). Questo codice viene inviato dalla lavoratrice al datore di lavoro e tutti i soggetti coinvolti (medici certificatori, lavoratrici in gravidanza e datori di lavoro) hanno la possibilità, tramite il servizio dedicato sul sito dell’INPS, di consultare la pratica con tutti i dati necessari.

Nel caso in cui il medico certificato trasmettesse un certificato errato egli può procedere all’annullamento (utilizzando il medesimo servizio telematico) e presentare un nuovo certificato di gravidanza. L’annullamento è consentito esclusivamente entro la mezzanotte del giorno successivo a quello della trasmissione, per cui è importante controllare che tutti i dati siano corretti. Oltre questo termine la richiesta di annullamento, giustificata da errori di trasmissione, può essere effettuata dal medico certificatore esclusivamente in forma scritta e presentandola nelle sedi fisiche dell’INPS.

In tutti i casi è possibile contattare l’INPS tramite il Contact center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) o, da rete mobile, al numero 06164164.

A cosa serve il certificato di gravidanza?

Con il numero univoco di certificato le lavoratrici possono consultare e stampare i certificati di gravidanza e le relative ricevute di trasmissione, mentre i datori di lavoro possono accedere solamente agli attestati.

Il principale scopo del certificato di gravidanza è quello di fornire alle gestanti le tutele previste dalla legge per l’astensione dal lavoro. La procedura telematica prevede di velocizzare e migliorare l’invio delle comunicazioni all’INPS, permettendo a tutti i soggetti coinvolti di accedere alla documentazione.

La lavoratrice può inviare i dati al datore di lavoro che, tramite il proprio commercialista o servizio di assistenza fiscale, procede alla redazione delle relative buste paga ed è a conoscenza del periodo di sospensione delle mansioni della donna in gravidanza.

Inoltre il certificato di gravidanza può essere utilizzato anche per giustificare l’esenzione dell’utilizzo delle cinture di sicurezza in auto o per accedere a tutte le altre tutele previste dalla legge.

Cosa bisogna fare quando si scopre la gravidanza

Dal punto di vista delle responsabilità le donne lavoratrici una volta effettuato il test di gravidanza che ha restituito un esito positivo devono sottoporsi a una visita ginecologica. Questa, come per tutte le donne, ha lo scopo di verificare lo stato di salute, datare l’epoca gestazionale, fornire alla donna tutte le informazioni del caso e, quando previsto, produrre il certificato di gravidanza.

Le lavoratrici devono presentare il numero del certificato al proprio datore di lavoro sia per informarlo del periodo di assenza che si è scelto sia per ottenere le relative tutele. Infine entro 30 giorni dal parto bisogna presentare il certificato di nascita del figlio.

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