
Utero setto: di cosa si tratta, le conseguenze e il trattamento
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L'idrosalpinge è un accumulo di liquido all'interno delle tube ovariche, dove normalmente avviene l'incontro tra spermatozoo e ovocita. Ecco quali effetti può avere sulla fertilità.
Le salpingi hanno quindi un ruolo importante ai fini della riproduzione. Per questo, problemi come l’idrosalpinge, che come il nome stesso suggerisce è una raccolta di liquido all’interno di una o di entrambe le tube, possono compromettere la loro funzionalità e causare infertilità.
Ce ne ha parlato il dottor Luca Zurzolo, specialista in ginecologia e ostetricia.
L’idrosalpinge è una patologia delle tube ovariche che può rappresentare un ostacolo per l’ottenimento di una gravidanza. Il dottore Zurzolo ci spiega perché:
Le tube di Falloppio sono un organo di connessione tra l’ovaio e l’utero. Hanno un calibro molto sottile e sono delicate, per cui qualsiasi insulto ricevano hanno la tendenza a chiudersi e a non permettere correttamente l’incontro tra lo spermatozoo e l’ovocita. Per questo motivo, la compromissione della funzionalità delle tube ovariche può causare problemi a livello riproduttivo.
L’idrosalpinge è una raccolta di liquido all’interno della tuba, osservabile come una dilatazione. A volte, possiamo anche avere una piosalpinge, se all’interno della tuba si forma una raccolta di pus; o una emosalpinge se invece è presente sangue. Ma, essenzialmente, non cambia l’effetto che queste condizioni hanno sulla fertilità della donna, che è sempre compromessa.
Dottore, quali possono essere le cause dell’idrosalpinge?
Possono esserci varie cause, le principali sono l’infiammazione o l’infezione. L’infiammazione è anche detta salpingite, e può essere sia cronica che acuta. L’infezione, invece, può essere dovuta ad agenti patogeni che possono causare malattie a trasmissione sessuale come la clamidia e la gonorrea, molto pericolose in termini di diminuzione della fertilità.
Altra causa possono essere gli interventi di chirurgia addominale pregressi, come la rimozione di un mioma, di una cisti, o qualsiasi altro intervento che può creare un’aderenza con la tuba. Più rare, invece, sono le idrosalpingi causate dagli inserimenti di spirale non riusciti, o da una gravidanza extrauterina.
Come si può riconoscere l’idrosalpinge?
Molto spesso la salpingite è una patologia silente, si può avvertire a volte una sensazione di peso a livello addominale. Si tratta però di un sintomo un po’ aspecifico, perché è la stessa sensazione che si può avere quando si soffre di stitichezza o quando si ha il ciclo mestruale.
È solo tramite ecografia, condotta durante un esame di routine o durante ricerche mirate proprio all’ottenimento della gravidanza in ambito di fecondazione assistita, che si può osservare la presenza della dilatazione tubarica. Quindi la diagnosi è quasi sempre ecografica.
Un campanello d’allarme, che può far sospettare un’idrosalpinge e fare in modo che vengano programmati controlli specifici, è la difficoltà a restare incinta, nonostante vari tentativi.
Qual è la terapia indicata per il trattamento dell’idrosalpinge?
La terapia farmacologica prevede l’utilizzo di antinfiammatori e antibiotici specifici. Alla fine della terapia, tramite ecografia di controllo, si verifica se il liquido nella tuba si è riassorbito. Ma è bene specificare che il trattamento dell’infiammazione o dell’infezione che hanno causato l’idrosalpinge serve solo a ridurre o ad azzerare la sintomatologia. Quasi mai riesce ad essere risolutivo in termini di ripristino della funzionalità tubarica, che resta compromessa a livello cronico.
Dottor Zurzolo, cosa comporta l’idrosalpinge in termini di fertilità?
Se l’idrosalpinge è monolaterale, la fertilità è ridotta. Se invece è bilaterale, è azzerata per quanto riguarda la possibilità di ottenere una gravidanza in maniera spontanea.
In questo caso, qual è il modo migliore per provare ad avere un bambino?
Sarà necessario ricorrere a una tecnica di fecondazione assistita per ottenere la gravidanza. Con prelievo dell’ovocita, inseminazione in laboratorio con lo spermatozoo e successivo trasferimento dell’embrione in utero.
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