Dopo 9 mesi di attesa il momento è alle porte: la data presunta del parto si fa più vicina, sono sempre più evidenti i sintomi che qualcosa sta cambiando e che il corpo si sta preparando a dare alla luce un bambino. Ma quando bisogna andare in ospedale? Come comportarsi quando compaiono le contrazioni? Ecco cosa succede quando il parto si avvicina.

Le contrazioni: cosa sono?

Le contrazioni insorgono spontaneamente nell’utero e possono manifestarsi a intervalli regolari o irregolari. Possono verificarsi in diversi momenti della gravidanza, e presentarsi con maggiore o minore intensità.

Nel momento in cui l’utero si contrae la pancia si indurisce, mentre nella pausa tra una contrazione e l’altra l’utero si rilassa e la pancia si distende.

Intorno ai 6 mesi di gravidanza si iniziano a sentire delle contrazioni particolari, che possono destare allarme ma sono del tutto normali: si tratta delle contrazioni di Braxton-Hicks, dette anche “contrazioni preparatorie”, che sono irregolari e solo occasionalmente forti ma possono essere abbastanza fastidiose, e servono per “preparare” l’utero seguendo la crescita del feto.

Con l’approssimarsi della data del parto le contrazioni si fanno più frequenti, e quando diventano regolari e particolarmente dolorose segnalano l’inizio del travaglio.

Come riconoscere le contrazioni del travaglio?

Le contrazioni che indicano l’inizio del travaglio si distinguono per 3 caratteristiche:

  • sono regolari: un buon modo per capire se si tratta di “contrazioni preparatorie” oppure no è quello di contarle, prendendo nota del tempo che passa tra l’inizio di una contrazione e l’inizio dell’altra, per un’ora;
  • sono sempre più vicine: l’intervallo tra una contrazione e l’altra è sempre regolare, ma diventano più frequenti e durano dai 30 ai 70 secondi;
  • aumentano di intensità: con il passare del tempo le contrazioni diventano più intense, e più dolorose;
  • interessano la pancia e la schiena: a differenza delle contrazioni preparatorie, che si sentono solo sulla pancia, le contrazioni del travaglio iniziano a sentirsi dalla schiena, per poi spostarsi verso la pancia;
  • non passano: le contrazioni preparatorie di Braxton-Hicks possono “svanire” con il movimento, facendo una camminata o cambiando posizione. Le contrazioni del travaglio invece continuano.

Quando inizia il travaglio la cervice uterina si dilata, aprendosi, e l’utero si contrae a intervalli regolari. Il bambino si prepara a uscire e continua a muoversi.

Quando iniziano le contrazioni?

Correre al pronto soccorso ai primi sintomi di contrazione non serve, ed è facile essere rimandate a casa in attesa dell’avvio del travaglio vero e proprio, che si annuncia con sintomi precisi e sviluppa in diverse fasi. Come capire quindi quando è il momento di andare in ospedale?

Innanzitutto il travaglio si compone di diverse fasi e può durare molte ore, soprattutto se è la prima gravidanza. In assenza di segnali allarmanti la fase iniziale del travaglio si può affrontare nella comodità della propria casa.

La prima fase del travaglio è definita “fase latente“, o “periodo prodromico del parto”: in questo momento inizia a modificarsi il collo dell’utero, che si sposta verso la vagina in modo da creare quello che servirà come canale del parto, si fa più sottile e inizia a dilatarsi.

Le contrazioni che annunciano l’inizio del travaglio, come abbiamo detto, sono regolari. Si verificano inizialmente ogni 30-15 minuti, una distanza che si accorcia sempre di più, mentre sono sempre più intense e dolorose e hanno durata maggiore. Partono dalla zona lombare e poi si propagano lungo l’addome e possono accompagnarsi a perdite di sangue.

Se la futura mamma ha praticato esercizi di respirazione per il rilassamento oppure ha frequentato corsi di yoga pre-parto è il momento di fare affidamento sugli insegnamenti appresi per rilassarsi e prepararsi al parto.

Durante la dilatazione del collo dell’utero può verificarsi poi la perdita del tappo mucoso, che si presenta biancastro e denso e in alcuni casi anche leggermente striato di sangue.

Le contrazioni: quando andare in ospedale?

La fase prodromica può durare diverse ore nelle donne alla prima gravidanza: in questo periodo può essere d’aiuto rimanere rilassate, provare a riposare, mangiare e fare una doccia calda. Riuscire a rilassarsi il più possibile prima dello sforzo del parto aiuta ad affrontare la fatica.

In questo periodo si possono anche avvertire sintomi intestinali: il corpo sta liberando tutto ciò che è superfluo per aiutare il bambino a “trovare la strada”.

Nel momento in cui le contrazioni sono più forti e regolari e si presentano a intervalli di 5 minuti inizia la cosiddetta fase dilatante. Se il sacco amniotico non è ancora rotto e non ci sono altri sintomi si può attendere per andare al pronto soccorso, se invece le acque si rompono bisogna andare in ospedale poiché l’ambiente uterino non è più sterile per il feto.

Importante poi, nel caso ci sia stata la rottura delle acque, non fare bagni, poiché potrebbero provocare infezioni al feto.

Durante il travaglio possono osservarsi alcuni sintomi che necessitano subito di un controllo medico. È opportuno andare in ospedale tempestivamente se si osservano queste tre condizioni:

  • Sacco rotto e liquido amniotico “tinto”, cioè non trasparente o rosato ma di colore verdastro. Se quando si rompono le acque il liquido che fuoriesce è chiaro invece non serve allarmarsi e si può andare in ospedale con maggiore tranquillità.
  • Perdite di sangue vaginali abbondanti e di colore rosso vivo.
  • Nel caso non si tratti del primo parto: i travagli successivi al primo tendenzialmente durano meno, quindi è bene recarsi in ospedale quando le contrazioni diventano regolari.
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