Cosa significa essere la "mamma prematura" di un neonato nato troppo presto

Carolyn Mueller Kelly ha raccontato su Motherly la sua esperienza di quando, a 32 anni, ha datto alla luce suo figlio alla 35esima settimana. E le cose he avrebbe voluto sapere prima di affrontare tutto ciò.

Ero incinta da 34 settimane e mi si sono rotte le acque. Era la prima volta che stavo per diventare mamma e non avevo capito cosa mi stava succedendo“, inizia così la testimonianza di Carolyn Mueller Kelly, che su Motherly racconta la sua esperienza di “mamma prematura”. Non si aspettava assolutamente che avrebbe avuto un parto prematuro; aveva studiato alla perfezione tutti i libri “per le mamme” e frequentato i corsi di preparazione al parto indicati, ma le cose non sempre vanno secondo un programma.

La donna ha specificato cosa le è accaduto:

Ho indugiato per alcuni giorni prima di chiamare il mio medico; pensavo che il liquido amniotico fuoriuscito fosse solo una scarica del terzo trimestre. Quando divenne chiaro che ciò che stavo vivendo non fosse normale, ho lasciato il lavoro e sono andata in ospedale per un controllo. Quattro giorni dopo, sono tornata a casa con un bambino. Mio figlio è nato a poco più di 35 settimane.

La maggior parte dei libri, ha sottolineato Carolyn Mueller Kelly, sostengono che la prima volta in cui si partorisce, in genere, lo si fa dopo il termine stabilito. “Con un pizzico di ingenuità, sono entrata nel mio terzo trimestre presumendo che ciò valesse anche per me. Invece, il mio parto mi ha insegnato la prima, e potenzialmente la più cruciale, lezione sulla genitorialità: aspettarsi l’inaspettato“, ha affermato.

Una persona può essere giovane e in salute, ma un parto prematuro “può accadere a chiunque“, come ha dichiarato Mueller Kelly, che dopo aver dato alla luce il suo bimbo ha fatto fatica a non considerarsi “colpevole” per quanto accaduto. “Ho fatto tutto il possibile per portare avanti una gravidanza sana. La maternità ci apre anche alla possibilità che le cose possano andare e talvolta andranno male“, ha aggiunto.

La donna ha poi parlato delle cose quello che avrebbe voluto sapere prima di affrontare tutto ciò. Per lei è stata un’esperienza scioccante: “Mi rifiutavo di pensare che avessi perso le acque per tutta la settimana. Anche in macchina verso l’ospedale, pensavo che sarei stata solo controllata e rimandata a casa. Non ero pronta per avere il bambino“.

Alle altre mamme che stanno per avere un figlio, Mueller Kelly ha poi voluto ricordare che il parto prematuro non è “più semplice di quello normale“, come spesso ci si sente dire da altri genitori; che i medici sono professionisti, sanno quello che fanno e bisogna riporre fiducia in loro; che nonostante le storie siano tutte diverse, con verità difficili da accettare e vicende molto tristi e complicate, che riguardano anche la prematurità, nella maggioranza dei casi: “andrà tutto bene“.

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