
Parto prematuro: come si riconoscono i sintomi?
Il ginecologo spiega quali sono i fattori di rischio di un parto prematuro, le possibili conseguenze e l'importanza della prevenzione.
Grace è nata prematura a 23 settimane di gestazione: oggi ha compiuto tre mesi di vita, e la mamma ne documenta i progressi sui social
Grace aveva fretta di nascere: la mamma, Mary Perkins, l’ha data alla luce la notte di San Silvestro, a sole 23 settimane di gestazione. Le possibilità che la piccola, che pesava solo mezzo chilogrammo, potesse sopravvivere erano ridotte ai minimi termini. Ma le fotografie pubblicate dalla mamma a tre mesi di distanza raccontano l’eccezionale sviluppo della bambina nata prematura, che oggi pesa 2,2 chilogrammi.
I progressi di Grace sono stati documentati passo dopo passo dalla mamma sui social, dal primo sorriso al momento in cui è potuta uscire dall’incubatrice, condividendo la propria gioia per le conquiste quotidiane. “Non posso credere a quanto sia cresciuta – scrive Mary su Instagram – siamo così fortunati“.
Un evento raro: i parti prematuri si verificano in circa il 5-6% delle gravidanze in Italia, una percentuale che corrisponde a circa 35mila bambini ogni anno ed è la principale causa di mortalità neonatale. Tra questi, meno dell’1% di nascite premature avviene prima del terzo trimestre (che inizia a partire dalla 28esima settimana).
Il ginecologo spiega quali sono i fattori di rischio di un parto prematuro, le possibili conseguenze e l'importanza della prevenzione.
Si considera un parto prematuro quello che avviene prima della 37esima settimana, mentre la cosiddetta “prematurità tardiva” avviene dopo la 34esima settimana di gestazione. Prima di quel momento si parla di prematurità grave, o estrema: è il caso della piccola Grace, venuta alla luce a sole 23 settimane, e che dopo quasi tre mesi trascorsi all’interno di un’incubatrice ha festeggiato tra le braccia della mamma i suoi primi tre mesi di vita.
Articolo originale pubblicato il 6 aprile 2018
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