"La mia nascita" (e quella di molti altri), il parto nelle pagine di un libro

Il lavoro di un'artista americana che ha collezionato centinaia di foto di donne nell'atto di mettere al mondo un figlio, diventate un libro e un'installazione dal titolo "La mia nascita", per parlare di parto senza pudore.

Per anni ha collezionato fotografie di donne, e di donne intente a partorire: ha ricostruito il momento della sua nascita, ma non solo. Carmen Winant è un’artista statunitense e nel suo libro “My birth”, (“La mia nascita”) propone una vera e propria galleria di immagini scattata nel momento in cui un bambino viene alla luce.

L’atmosfera è quella degli anni Settanta e Ottanta, e il perché di questa originale collezione Winant l’ha spiegato al New Yorker, come riporta anche Il Post: tutto è partito, dice l’artista, dall’assenza di domande dirette circa la sua esperienza di parto (Winant ha due figli piccoli). “Avrei voluto dire: chiedetemi!” Allora la lista di domande l’ha stilata lei stessa:

Puoi descrivere quel tipo di dolore? Hai avuto paura per la tua vita? Hai avuto come l’impressione che stessi per mettere al mondo te stessa? Si è trattato di un’esperienza “sacra”? Hai avuto un orgasmo?

Oltre al libro fotografico Winant ha realizzato un’installazione per una mostra fotografica al Moma di New York, composta, spiega il New Yorker, di oltre 2000 fotografie di donne, molte delle quali rappresentano diversi momenti del parto e molte arrivano da ritagli di libri, riviste e opuscoli trovati setacciando librerie, garage e proprietà in vendita.

Foto: Carmen Winant, Instagram

La raccolta è diventata una sorta di punto di partenza per tornare a discutere di parto e del cambiamento che ha registrato negli ultimi decenni, che è un cambiamento scientifico e culturale: “Entrambe le mie bisnonne, che ora hanno 98 e 95 anni, sono state anestetizzate durante il travaglio e non ricordano di aver messo al mondo i miei genitori”, ha spiegato l’artista.

Fonte: The New Yorker

Il parto che Winant racconta nelle sue fotografie è naturale e “vero”: sul sito del Moma, che ospita l’installazione di Winant, l’artista descrive le immagini raccolte, che appartengono in gran parte agli anni Settanta e al periodo del femminismo:

Nella mia vita non ho visto molte immagini di donne nell’atto di partorire, è un atto politico farti fotografare in quel modo. Non c’è un unica interpretazione di questo progetto. Le fotografie possono e in gran parte devono esistere per contraddirsi l’un l’altra. Credo che il titolo del lavoro racconti un po’ questa contraddizione, “My birth” potrebbe riferirsi al momento in cui sono nata, oppure all’istante in cui ho partorito mio figlio, 32 anni dopo.

Fonte: The New Yorker
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