La prevenzione e la diagnosi precoce sono le armi più potenti. Va bene, siamo scaramantici, ma la realtà è quella che è: purtroppo un adulto su tre si ammala di una malattia tumorale.

Per fortuna, la maggior parte dei tumori è completamente guaribile se la diagnosi è precoce. A noi è non è data alcuna scelta, noi abbiamo solo il dovere di tutelare chi crede in noi e noi stessi.

Le malattie del colon sono le più frequenti e noi, giustamente, temiamo i tumori. Facciamo un’analisi, serena e obiettiva, dell’ipotesi pessimistica: nel caso remoto di una malattia tumorale dobbiamo aver chiaro il concetto che, quasi sempre, le malattie tumorali sono ad evoluzione lenta o lentissima, anche di molti anni.

Nelle fasi iniziali non provocano alcun dolore e danno segni chiari della loro presenza solo quando interferiscono con le funzioni dell’organo o di un apparato. La diagnosi precoce rappresenta, quindi, l’arma più potente, poiché dalla maggior parte dei tumori si può guarire, purché vengano evidenziati nelle fasi iniziali. Ne abbiamo tutto il tempo.

La prevenzione, ad esempio la colonscopia, la gastroscopia, l’ecografia trans-rettale e via dicendo possono essere talvolta scomode ed incuterci il timore che si evidenzi “qualcosa di brutto”: quasi certamente non si evidenzierà nulla, o solo qualche disfunzione facilmente curabile; si ha la certezza della buona salute propria e dei familiari e questo, ripetiamo, è il valore più prezioso per la vita.

Anche io, quando mi sottopongo a un controllo o ad un esame diagnostico, ho paura: è umano averla.

Quando sono sdraiato sotto un macchinario, mi sento quello che sono realmente, un essere fragile che spera di avere ancora la fortuna di vivere e di vivere sano. Poi, quando sento parole liberatorie, provo la gioia della consapevolezza che i miei disturbi sono solo funzionali e non sintomo di “qualcosa di brutto”.

Ho finalmente la certezza della mia buona salute e questa è la ricchezza più grande per me e per la mia famiglia. Speriamo che duri. Iniziamo oggi a capire qualcosa di utile per una corretta informazione.

Come funzionano le indagini diagnostiche?

Mi capita spesso di constatare come sia il paziente stesso ad aver eseguito le indagini non su consiglio medico ma su proprie convinzioni, spesso scaramantiche (“Non ho fatto la colonscopia perché ho fatto invece un’ecografia alla pancia e mi hanno detto che sto bene”), oppure dettate da metodiche che rappresentano tecnologie esaustive solo perché sono “alla moda”: “Mi operano con il laser”, oppure “Ho fatto la risonanza magnetica nucleare”, o, più semplicemente, “Non ho fatto le indagini che mi ha prescritto il medico perché mia sorella/madre/amica dice che non serve ed è meglio”.

ospedale-dottore

Nel campo della diagnosi e cura della stitichezza, queste sono le risposte che riceviamo spesso e che, purtroppo, creano grande confusione e gravi rischi per i pazienti.

A cosa serve e come si esegue l’anoscopia?

Anoscopia e rettoscopia sono metodiche endoscopiche indispensabili per lo studio di malattie anorettali: emorroidi, prolasso, ragadi, fistole, prurito, dolore, ecc. Di norma non vi sono controindicazioni ma è doveroso parlarne prima con il proprio ginecologo: è spesso lui a prescrivere l’accertamento specialistico in mani esperte.

L’anoscopia consiste nell’introduzione nel canale anale di un piccolo cilindro di plastica trasparente monouso (lungo circa 10 cm) detto anoscopio o proctoscopio che permette la visione del canale ano-rettale e la ripresa di immagini specifiche.
Rappresenta un indagine indispensabile per una diagnosi corretta e precisa.

Dal momento che il diametro di questo strumento è poco più di quello del dito, anche per questo esame i fastidi sono minimi e naturalmente l’esame può essere interrotto qualora non fosse sopportato dal paziente. Normalmente non è necessaria alcuna preparazione ma la assenza di feci agevola l’esame e la durata di esecuzione dello stesso.

Il giorno prima è consigliato eseguire un clistere (con un litro di acqua tiepida o con clisteri farmaceutici già pronti ) da ripetere poche ore prima dell’esame. Da evitare l’uso di lassativi.

L’anoscopia è preceduta dall’introduzione di un lubrificante ad effetto anestetico – come quello che usa il ginecologo – anche se l’esame è indolore, e dall’esplorazione rettale digitale. L’anoscopia prevede anch’essa la effettuazione di numerose fotografie per la valutazione del canale ano-rettale man mano che lo strumento viene estratto e ruotato per avere una visione diretta delle pareti rettali ed anali; nella rettoscopia, invece, viene insufflata aria per distendere le pareti del retto.

L’esame non è in grado di identificare eventuali polipi o tumori localizzati nei tratti più alti e centrali del colon ma solo patologie ano-rettali. Le fotografie o il filmato eseguiti saranno poi esaminati in dettaglio su grande schermo insieme al paziente, conservate in archivio e riportate su una apposita cartella personale che viene poi consegnata al paziente stesso.

A cosa serve e come si esegue la rettoscopia?

La rettoscopia è una comune procedura medica in cui uno strumento chiamato proctoscopio (talvolta definito anche rettoscopio, sebbene quest’ultimo sia un poco più lungo) è usato per esaminare la cavità anale, l’ampolla rettale, od il sigma-colon. La tecnica permette di controllare direttamente le lesioni della parete rettale, in particolare della mucosa e della sotto-mucosa.

La rettoscopia si esegue con il paziente sdraiato sul fianco sinistro e con le gambe flesse sull’addome. Ormai superata dalla fibro-endoscopia è indicata per diagnosticare sia le lesioni anali che rettali per una corretta diagnosi differenziale. Dopo aver ben lubrificato lo strumento, esso viene introdotto sino al raggiungimento della giunzione retto sigmoidea.

L’esplorazione viene condotta in retrazione effettuando dei movimenti circolari per poter ben visualizzare tutti i tratti della parete rettale. Trova attualmente indicazioni limitate poiché in presenza di sanguinamenti è comunque sempre doverosa e più esaustiva una colonscopia.

Si possono eseguire questi esami in gravidanza?

Anoscopia e rettoscopia possono essere eseguite tranquillamente in gravidanza poiché non presuppongono uso di farmaci o alcuna manovra dolorosa ma solo la compiacenza all’introduzione dell’apparecchio.

In pratica è come quando il ginecologo visita il canale vaginale con lo speculum nell’ano/retto scopia si introduce un tubo grande come un dito nel canale ano-rettale e si osserva il lume effettuando foto che permettono di visionare ad alto ingrandimento ed eseguire così una diagnosi precisa ed una cura corretta.

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