
I primi movimenti fetali iniziano a sentirsi dalla 20^ settimana, continuano per tutta la gestazione e sono indice della buona salute del nascituro...
Non sappiamo perchè succede, ma il singhiozzo è un riflesso che si sviluppa fin dall'età fetale. Scopriamo perchè avviene e come gestirlo correttamente.
Se vi siete mai domandati cosa fanno i bambini durante la loro vita uterina, una risposta molto curiosa è che il 2,5% del loro tempo lo passano singhiozzando. Sì, proprio così. Per questo le mamme percepiscono a partire dal secondo trimestre un movimento sussultorio diverso dai colpi e dai calci conseguenti al movimento del piccolo.
I primi movimenti fetali iniziano a sentirsi dalla 20^ settimana, continuano per tutta la gestazione e sono indice della buona salute del nascituro...
La seconda curiosità riguarda l’utilità di questo meccanismo fisiologico. Il singhiozzo del feto, ma anche quello degli adulti, non provoca un beneficio all’organismo, anzi il più delle volte è una condizione particolarmente fastidiosa. Inoltre, per continuare l’elenco delle curiosità, sembrerebbe che il centro di questo fenomeno si trovi nel midollo e non in uno degli organi e dalle vie coinvolte.
A differenza degli altri riflessi del neonato, infatti, il singhiozzo non libera le vie aeree (come avviene con la tosse) o quelle nasali (come accade con lo starnuto); semplicemente capita e non ne capiamo la ragione. Vale lo stesso nei neonati o ha una funzione particolare? È un segnale di qualche problema o è normale? È possibile fare qualcosa per aiutare il feto a interrompere il singhiozzo o è un evento incontrollabile? Approfondiamo il discorso cercando di fare chiarezza su molti aspetti poco chiari di questo singolare fenomeno.
Per capire, o provare a farlo, cos’è il singhiozzo del feto è utile definire il senso della vita uterina. L’embrione prima e il feto poi, infatti, vivono (anche se inconsapevolmente) le settimane di gravidanza con un unico obiettivo: prepararsi a vivere la fase extrauterina.
Questa presenta una serie di differenze sostanziali alle quali il feto deve essere preparato, soprattutto attraverso lo sviluppo degli organi che gli consentano di farlo correttamente. Quello che viene chiamato singhiozzo del feto è un’esperienza che le mamme percepiscono in tempi e intensità diverse, perché è un fenomeno comune ma che si manifesta in maniera differente da feto a feto.
Generalmente è percepibile come un movimento a scatti, diverso da quello rotatorio o dei colpi che, crescendo, il feto è continuamente abituato a fare.
Come detto l’origine di questo fenomeno è ancora oggi sconosciuta o discussa, tanto che non c’è unanimità nell’individuare un fattore responsabile del singhiozzo. È un fenomeno che si verifica non solo negli esseri umani, ma anche in molti altri mammiferi e una delle teorie più recenti è quella che spiega questo fenomeno come utile a rimuovere l’aria dallo stomaco.
È stato infatti individuato come durante il singhiozzo a essere coinvolto è principalmente il diaframma (propriamente solo la parte sinistra di questo gruppo muscolare) che viene sollecitato a tal punto che i muscoli respiratori vengono sollecitati in maniera più forte del normale provocando una riduzione della pressione intra-toracica.
Quanto detto spiegherebbe come il singhiozzo sia un “effetto collaterale” legato allo sviluppo dell’apparato respiratorio. Il feto, infatti, prima che sviluppi pienamente i riflessi della deglutizione e quelli respiratori.
Il feto, iniziando a “respirare”, introduce nei polmoni il liquido amniotico che, attraverso il movimento del diaframma, viene “aspirato”, trasferito nell’esofago e poi gettato fuori dalla bocca, creando il movimento sussultorio tipico del singhiozzo.
Oltre a indicare, quindi, che il sistema respiratorio e muscolare del bambino funziona, il singhiozzo è un segnale che anche il sistema nervoso, responsabile dell’attivazione del nervo che controlla il diaframma, si sta sviluppando correttamente.
Di per sé il singhiozzo del feto, come abbiamo visto, nonostante l’assenza di certezze sulla sua causa, è un fenomeno fisiologico e non legato a disturbi o patologie. Solo nel caso in cui non dovesse risolversi nel giro di poco tempo può essere necessario consultare il proprio medico per escludere altre condizioni che potrebbero essere confuse con il singhiozzo o che hanno nell’aumento dell’intensità del singhiozzo fetale uno dei loro sintomi.
Per fermare il singhiozzo del feto possono essere provate diverse tecniche. Le più diffuse sono quelle che invitano a muoversi, bere acqua o cambiare la posizione che si ha in quel momento. Ciò che accomuna queste tecniche (che, ricordiamo, sono tentativi) è il fatto che sollecitano il feto a cambiare attività e, di conseguenza, a far passare il singhiozzo.
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