La crescita dei bambini, fin da quando sono ancora nel grembo materno, è un motivo di grande interesse (e a volte preoccupazione) per i genitori. I valori di riferimento, specie cercando informazioni online, possono essere oggetto di confronto con i dati riportati nelle diverse ecografie che vengono svolte in gravidanza.

Per evitare falsi allarmi e una inesatta valutazione dei dati e della misura del diametro biparietale ci siamo rivolti al dottor Fabio La Monica, specialista in Ginecologia e ostetricia.

Diametro biparietale del feto: cos’è?

Partiamo dalla comprensione di questo dato. La Società Italiana di Ecografa Ostetrico Ginecologica lo definisce in questo modo: “BPD: (BiParietal Diameter) diametro biparietale della testa fetale”.

Nel dettaglio, indica la distanza tra le bozze delle due ossa parietali del cranio del feto: semplificando si può dire che è la distanza fra le due orecchie del bambino. Di cosa si tratta?

È una misurazione che è possibile dalla dodicesima settimana di gravidanza che viene effettuata per verificare la corretta crescita fetale.

Diametro biparietale: come si misura?

Il diametro biparietale si misura attraverso un’ecografia addominale ed è un tipo di verifica molto importante. Il motivo?  Spiega il dottor La Monica:

Se è stata già fatta una datazione della gravidanza è valida quella fatta con l’ecografia del primo trimestre, il CRL quindi, ed eventuali discostamenti nella misura del diametro biparietale, che invece viene usato più avanti nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, possono far sì che si possano sospettare delle eventuali anomalie nella crescita della gravidanza, sia in eccesso che in difetto.

Qualora per qualunque motivo la prima ecografia della gravidanza venga fatta dopo la 15^ settimana, il BPD è l’indicatore più affidabile per effettuare la datazione della gravidanza.

Diametro biparietale: i valori

Dall’ecografia, quindi, possiamo leggere la misura del diametro biparietale. Questo dato come viene utilizzato? Su quali basi viene considerato “corretto” o “anomalo”? “Ci sono dei valori di riferimento standard. A ogni data epoca di gravidanza – ricorda il medico – corrisponde una misura”.

Cosa indica la difformità tra questo valore e quello della tabella di riferimento? Spiega il dottor La Monica:

Tale difformità indica una discrepanza nella crescita dell’embrione: tale discrepanza indica alcune alterazioni della crescita fetale, se è stata fatta una corretta datazione all’inizio tramite il CRL.

Diametro biparietale alto: cosa significa?

Per fugare ogni dubbio, precisa il ginecologo, “bisogna fare ulteriori esami e approfondimenti”.

E quando i valori non corrispondono a quelli presenti nelle tabelle di riferimento bisogna sospettare la presenza di malformazioni o problemi seri? Risponde il dottor La Monica:

Non necessariamente: bisogna monitorare nel tempo la crescita del feto.

Sostanzialmente, quindi, il dato del diametro biparietale non deve costituire motivo di preoccupazione. Anche perché da solo è poco indicativo della dimensione della testa.

Quest’ultima è meglio rappresentata dalla circonferenza cefalica (CC), che viene calcolata a partire dal diametro biparietale (BPD) e dal diametro occipito-frontale (FOD). Spesso accade infatti che la circonferenza cefalica sia nella norma nonostante il diametro biparietale risulti alterato.

Diametro biparietale basso: cosa significa?

Similmente a quanto detto per il BPD alto, eventuali valori bassi possono dipendere dalla forma del cranio, come spiega il portale dell’ospedale Carreggi di Firenze:

valori fuori scala non sono necessariamente espressione di patologia. Ad esempio nel feto podalico la testa assume una forma più “schiacciata”, per cui è normale trovare il BPD al di sotto del quinto centile […] ma con circonferenza cranica nei limiti della norma. Durante i 282 giorni dal primo giorno dell’ultima mestruazione che rappresentano la durata media di una gravidanza a termine, il feto attraversa diversi stadi di accrescimento e sviluppo.

La crescita fetale è, quindi, normale e, come vedremo, non necessariamente la presenza di differenze tra i valori reali (presenti nell’ecografia) e quelli stimati (riportati nelle tabelle) rappresenta un problema.

Ogni gravidanza, pur nell’alveo dei valori di riferimento, è una storia a sé che deve essere monitorata e valutata caso per caso. È quindi importante seguire sempre le indicazioni del proprio ginecologo, sottoponendogli eventuali dubbi e perplessità. Questo deve avvenire anche per quel che riguarda i valori riportati nelle ecografie, come quello del diametro biparietale.

In conclusione bisogna anche ricordare e sottolineare come i valori non vadano letti in maniera assoluta ma interpretati nel contesto di un quadro generale. L’interesse per questo tipo di informazioni è sì importante, ma non deve rappresentare motivo di ansia e preoccupazione ingiustificata che, alla fine, non fanno bene alla gravidanza.

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