Perdite marroni in gravidanza: quando preoccuparsi (e quando no)

Cosa sono quelle perdite vaginali di colore marrone? Sono un segnale di pericolo? Scopriamo come riconoscere i segnali di pericolo.

Tutto ciò che accade in gravidanza acquista un significato e una preoccupazione maggiore. Il che è normale, comprensibile e anche legittimo, considerando la particolare condizione che l’organismo femminile si trova a vivere e, parallelamente, la vita che si sta sviluppando al suo interno. In questo senso la questione delle perdite vaginali è quella che preoccupa maggiormente le future mamme, allarmate di cosa quell’evento possa significare.

Un caso particolare è quello delle perdite marroni in gravidanza, una condizione piuttosto generica e diffusa, che il più delle volte non è associata a patologie o complicazioni, ma che è sempre doveroso monitorare e comprendere.

Parliamo infatti di una situazione che può manifestarsi in diversi periodi della vita, non solo propriamente in gravidanza, ma che in questa fase è ovviamente motivo di ansia. Quello delle perdite ematiche (questo sono le perdite marroni in gravidanza) è un fenomeno che coinvolge mediamente il 20-30% delle donne, ma non necessariamente è indice di un problema.

Le perdite di sangue sono di colore marrone quando la loro fuoriuscita è stata piuttosto lenta. Questo ha determinato che il sangue è rimasto per più tempo all’interno del canale vaginale ed è stato esposto ai classici fenomeni di ossidazione. Per questo motivo il sangue è di colore marrone e non rossastro come, invece, è quando il sangue è ancora “fresco”.

Perdite marroni in gravidanza: le possibili cause

Compreso cosa sono le perdite marroni che si possono manifestare in gravidanza è importante comprendere le cause. Queste, infatti, anche in base all’epoca gestazionale, indicano la tipologia di causa sottostante che le ha determinate ed è l’elemento che permette generalmente di fugare dubbi e paure e capire se quel sanguinamento è normale o meno.

1. L’impianto dell’embrione

Una delle cause più comuni di perdite marroni in gravidanza è quella che viene comunemente chiamata spotting. Si tratta delle perdite da impianto determinate dall’impianto dell’embrione nell’utero. Questa condizione provoca la rottura di alcuni capillari che, di conseguenza, generano una perdita di sangue.

Queste si manifestano nella fase iniziale della gravidanza, tanto da essere considerate come uno dei primi sintomi, e proprio per questo spesso possono essere confuse con le normali perdite premestruali. Le perdite marroni di inizio gravidanza sono lievi e solitamente non associate ai classici crampi e dolori addominali che invece contraddistinguono l’arrivo del ciclo mestruale.

2. Gravidanza extrauterina

Può capitare, anche se molto più raramente, che l’embrione si impianti sulla parete esterna dell’utero e non all’interno com’è invece normale. Nei casi di gravidanza extrauterina l’impianto può provocare non solo sanguinamenti più intensi, anche se irregolari, ma anche di colore marrone. In questi casi tra i sintomi più espliciti c’è il dolore che fa sospettare che la situazione sia più seria e necessiti di un’urgente visita ginecologica.

3. Rottura dei capillari

Le perdite marroni in gravidanza sono generalmente provocate dalla rottura dei capillari. Questi possono rompersi anche per un rapporto sessuale o durante una visita ginecologica. In questi casi, salvo perdite consistenti, non vi è motivo di preoccuparsi.

4. Residui di sangue

Soprattutto all’inizio della gravidanza può capitare che una perdita di sangue marrone possa essere frutto di un residuo di quelle dell’ultimo ciclo mestruale. Anche in questo caso, non essendoci altri sintomi preoccupanti, la perdita non è un segnale d’allarme.

5. Traumi al collo dell’utero

Discorso sicuramente diverso e anche più articolato è quello legato ai traumi al collo dell’utero. Questi eventi, come le cisti ovariche, la sindrome dell’ovaio policistico o la cosiddetta piaghetta al collo dell’utero possono provocare una perdita di sangue di colore marrone. In questi casi è doveroso individuare la causa per poterla trattare correttamente.

Di per sé non sono fenomeni patologici preoccupanti, ma possono essere accompagnati da sintomi fastidiosi.

6. Patologie serie

Le perdite marroni in gravidanza possono essere associate anche a patologie sottostanti più serie. Tra questi ricordiamo i fibromi uterini (tumori benigni dell’utero), le lesioni pre-neoplastiche e tutti i tumori che possono colpire l’apparato genitale femminile. Generalmente queste patologie sono accompagnate anche da altri sintomi oltre a quelle delle perdite ematiche, ma è importante eseguire i controlli di routine (come il Pap-Test) che permettono di individuare l’eventuale presenza di cellule tumorali.

Perdite marroni in gravidanza: quando preoccuparsi?

Alla luce della panoramica sulle cause delle perdite marroni in gravidanza possiamo indicare come, il più delle volte, questa condizione non richieda una particolare attenzione. Né deve costituire motivo di preoccupazione e allarme.

Sono fondamentalmente tre gli elementi che permettono, in linea generale, di valutare una perdita e comprendere quando bisogna preoccuparsi. Questi elementi sono:

  • l’abbondanza;
  • la persistenza;
  • la presenza di dolori e altri sintomi.

Le perdite marroni in gravidanza innocue, infatti, sono lievi, sporadiche e non associate a dolori o altri sintomi particolari. Viceversa le condizioni più serie causano perdite abbondanti, durature e dolorose. In questi ultimi casi, quindi, è necessario rivolgersi al proprio ginecologo per procedere con la diagnosi e il relativo trattamento.

Perdite marroni in gravidanza: rimedi e conseguenze

Le perdite marroni non richiedono un particolare trattamento e tendono a risolversi spontaneamente. Solo quelle legate a traumi e patologie devono essere gestite tempestivamente per evitare che evolvano negativamente, peggiorando la gravità della malattia e creando problemi anche molto seri.

In questi casi vanno evitati i rimedi fai da te ed è fondamentale seguire il trattamento medico, farmacologico o chirurgico, indicato dal proprio ginecologo.

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