Leahu

chiede:

Salve dottoressa, ho 30 anni e sono insieme a mio marito da 7 anni, siamo sposati da 2. Abbiamo avuto sempre un rapporto meraviglioso e siamo andati sempre d’accordo su tutto. Da circa un anno e mezzo si è acceso in me il desiderio di diventare madre. Parlandone con lui, la sua risposta è stata prima “come facciamo? Un figlio costa tanto”.

Spiegatogli che ce la passiamo fare benissimo dice, “eh ma noi siamo da soli in un paese straniero, non ci aiuta la nonna”. Anche in questo caso sono riuscita a risolvere ipoteticamente il problema. Iniziano poi le risposte secche: “non ora”, “non lo voglio ora”, “arriverà, ma più in là”.

E a questo punto comincio a sentirmi triste, e di conseguenza il nostro rapporto inizia a cambiare. Il tema bambino diventa un tabù, appena viene fuori il discorso lui cambia umore e argomento. Io ormai ho timore a parlare e la tristezza aumenta. Negli ultimi 3 mesi la tristezza è diventata – credo – una sorta di depressione, e la voglia di avere una famiglia un’ossessione che so che non mi lascerà un bel ricordo in merito a questo tema.

Penso che se riuscissi a smettere di desiderarlo così tanto riuscirei a recuperare il rapporto bellissimo che avevamo, ma come? Come si fa a smettere di desiderare qualcosa? Ringrazio già per ogni suo consiglio.

Salve, la sua lettera trasmette molto bene il disagio che vive, il desiderio profondo di avere un figlio (normale e assolutamente legittimo) e il dispiacere che questo bisogno stia incrinando il rapporto con suo marito.

Non credo proprio che lei debba smettere di desiderare un figlio, come potrebbe del resto? Non sono pensieri ed emozioni a comando, interruttori da spegnere. Provi invece a chiedersi cosa è capitato nella sua coppia: dice che il vostro rapporto è stato meraviglioso e vi siete sempre trovati d’accordo su tutto, quella sintonia era frutto di un andare alla stessa velocità, in termini di obiettivi di vita? E ora che lei sta aumentando il passo, suo marito si sente di arrancare dietro di lei? È importante comprendere se alla base di questo momento critico ci siano cose non dette, paure taciute, bisogni inespressi, sia da parte sua che di suo marito.

Allargare la famiglia per molte coppie è la logica conseguenza del rapporto a due, per altre invece è un traguardo raggiunto con più fatica, frutto di un compromesso profondo. Le suggerisco di prendersi uno spazio di ascolto, tra sé e sé o con l’aiuto di uno psicoterapeuta, per accogliere il suo dolore e la sua tristezza, per contenere quello che da un desiderio può rischiare di diventare un’ossessione, per affrontare la fatica di vedere, forse per la prima volta, suo marito come un “nemico” piuttosto che come un fedele alleato e trovare il modo giusto di gestire la situazione dentro di lei e nella sua coppia.

Crisi, letteralmente, significa scelta, e questa situazione se ben affrontata può permetterle di comprendere meglio se stessa, e di conseguenza può aiutarla a capire insieme a suo marito, cosa è bene per la vostra coppia. I migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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