Tra gli esami in gravidanza spesso eseguiti durante il primo trimestre c’è quello legato al controllo dei livelli della gamma-glutamil transferasi, nota anche come gamma GT (o GGT).

Si tratta di un esame solitamente eseguito per individuare, come precisato dall’Istituto Superiore di Sanità, eventuali malattie del fegato e danni del dotto biliare. Scopriamo perché si utilizza in gravidanza, quali informazioni restituisce e come si esegue l’esame.

Gamma GT: cos’è?

La gamma-glutamil transferasi è, come riportato dall’Ospedale Niguarda, un enzima che è coinvolto nel trasferimento di aminoacidi attraverso le membrane cellulari. È presente in elevate concentrazioni nel tessuto epatico e nel tratto biliare, mentre in concentrazioni minori si trova nella milza, nell’intestino, nel cuore, nella prostata, nel rene e nel cervello.

Quando e come si effettua l’esame?

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Fonte: iStock

L’esame della gamma GT viene solitamente prescritto insieme ad altre analisi quando il paziente ha una serie di segni o sintomi che suggeriscono la presenza di una malattia del fegato. Il più delle volte lo si effettua in presenza di nausea, vomito, gonfiore o dolore addominale, grave prurito, stanchezza o ittero. Questo perché generalmente la gamma GT aumenta in presenza di malattie che danneggiano il fegato o i dotti biliari.

È però importante precisare che i soli livelli della gamma-glutamil transferasi non sono sufficienti per una diagnosi, motivo per cui spesso l’esame viene prescritto insieme ad altri test.

Il dosaggio della GGT viene utilizzato per individuare una disfunzione cellulare epatica come l’epatite, la cirrosi o una neoplasia in quanto è l’enzima epatico più sensibile. Il test si esegue mediante un semplice prelievo di sangue da una vena del braccio e per sottoporvisi non è richiesta alcuna preparazione specifica.

Gamma GT in gravidanza: cosa cambia?

Durante la gravidanza l’aumento della gamma GT, insieme a quello della fosfatasi alcalina, può essere normale, così come i valori sono maggiori durante l’infanzia. Come riportato in questo studio pubblicato su ScienceDirect, le alterazioni degli enzimi epatici possono essere un fenomeno fisiologico in gravidanza, ma allo stesso tempo possono riflettere anche un potenziale danno epatico grave.

Va inoltre considerato come difficilmente le malattie epatiche siano preesistenti alla gravidanza, in quanto le donne in età fertile che ricercano (e ottengono) un concepimento sono tendenzialmente giovani e in salute. Mentre le malattie a carico del fegato tipiche della gravidanza sono la colestasi gravidica, la sindrome di HELLP e la presenza di un fegato grasso. T

utte queste condizioni possono provocare grave danno epatico, insufficienza epatica e sofferenza fetale, motivo per cui si effettua l’esame della gamma GT nel primo trimestre di gravidanza, in modo da testare la funzionalità epatica.

Alcuni studi, come quello riportato sulla rivista Nature, indicano come i livelli sierici della gamma-glutamil transferasi possono essere un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete gestazionale che a sua volta aumenta il rischio del diabete mellito di tipo 2. Questo ulteriore studio pubblicato su PubMed evidenzia come i livelli sierici elevati (maggiori a 26.9 U/L) nella prima e nella seconda parte della gravidanza possono indicare un rischio maggiore di sviluppare un diabete gestazionale.

Cosa fare se il valore gamma GT è alto

I valori alti di gamma GT possono dipendere da un’assunzione di alcol (sia nelle 24 ore precedenti l’esame e si ha un aumento temporaneo che nei soggetti che hanno avuto una storia di abuso di alcol). Anche il fumo può determinare un aumento dei livelli della gamma-glutamil transferasi.

Inoltre, i livelli della gamma-glutamil transferasi sono correlati al peso, alla massa corporea e alla presenza di grasso addominale. I livelli di GGT aumentano anche con il passare degli anni e a seguito dell’azione di alcuni farmaci come i FANS, gli anticonvulsivanti, gli antibiotici, gli antistaminici, gli antidepressivi e quelli a base di testosterone.

Gli alti livelli di gamma-glutamil transferasi indicano in generale un danno al fegato, ma non precisano quale sia la malattia sottostante; solitamente, maggiore è il risultato del test della GGT più grave è il danno.

In questi casi è fondamentale procedere con ulteriori approfondimenti diagnostici per verificare la causa dell’aumento dei valori della gamma GT e procedere poi con la relativa terapia.

Cosa significa se il valore gamma GT è basso

I valori bassi della gamma-glutamil transferasi generalmente non costituiscono motivo di preoccupazione in quanto indicano una normale attività epatica. I livelli di gamma GT bassi possono essere legati anche all’uso della pillola anticoncezionale o al momento in cui si effettua l’esame in quanto l’attività enzimatica si riduce dopo il pasto.

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  • Esami in gravidanza