Vedere il sangue che esce dal corpo umano difficilmente è un buon segno e quando questo capita nei propri bambini è inevitabile agitarsi. Eppure non sempre un fenomeno di questo tipo è drammatico e tale da preoccuparsi in maniera esagerata, per cui è bene sempre saper gestire situazioni simili sia per rassicurare il bambino che per intervenire correttamente. Uno dei casi più comuni è indubbiamente quello dell’epistassi nei bambini, ovvero la fuoriuscita del sangue dal naso che, nella stragrande maggioranza dei casi, è un evento comune e non preoccupante.

Una definizione medica dell’epistassi è quella di “un’emorragia a provenienza nasale o da regioni anatomiche limitrofe (seni paranasali, seno cavernoso, basi-cranio, fossa pterigo-mascellare, rinofaringe) per una erosione o rottura vascolare che si manifesta con fuoriuscita di sangue dalle narici o scolo ematico posteriore nel rinofaringe”.

L’epistassi può essere classificata in locale e sistemica. Nelle prime rientrano tutti quei fenomeni traumatici (trauma nasale, del massiccio facciale, della base cranica o traumi chirurgici) ma anche le malattie neoplastiche (benigne e maligne), le riniti, sostanze chimiche o farmacologiche inalate e, come detto, l’introduzione di corpi estranei.

Nelle cause sistemiche, invece, rientrano i fenomeni cardiovascolari (ipertensione arteriosa, cardiopatie congenite, eccetera), le malattie ematologiche e le coagulopatie, che possono provocare la fuoriuscita di sangue dal naso.

Le cause dell’epistassi nei bambini

Il fenomeno dell’epistassi nei bambini è, come detto, molto frequente, ma ha un’incidenza maggiore nella fascia d’età tra i 4 e i 9 anni. La causa è da individuare proprio nella fascia temporale in quanto in questo periodo il setto nasale dei bambini ha una maggiore fragilità in una zona, come quella anteriore, molto vascolarizzata.

Su questa fisiologica fragilità si innestano tutta una serie di condizioni che possono portare alla perdita di sangue vera e propria. Tra le principali troviamo un raffreddore particolarmente intenso, le allergie, un trauma, l’assunzione di medicinali per via nasale (come gli spray) o anche l’abitudine dei bambini a mettersi le dita (e non solo) nel naso.

Ci sono poi cause meno frequenti ma comunque responsabili dell’epistassi nei bambini e sono una bassa umidità dell’aria (determinata da sistemi di riscaldamento o condizionatori d’aria), responsabile di un assottigliamento delle mucose, o anche l’esposizione a una fonte di calore molto forte.

Ci sono opinioni contrastanti sulla stagionalità del fenomeno, ma in realtà l’epistassi nei bambini può verificarsi d’inverno tanto quanto d’estate. I raffreddori e l’eventuale uso di spray nasali così come l’aumento delle temperature che determina una vasodilatazione secondaria possono essere entrambi responsabili della fuoriuscita di sangue.

Come prevenire le epistassi nei bambini

Trattandosi di un fenomeno normale legato allo sviluppo dell’organismo del bambino l’unica forma di prevenzione è quella di ridurre i fattori di rischio che possono provocare l’epistassi. Gli eventi traumatici sono spesso incontrollabili perché legati allo sport, al gioco e al confronto con i coetanei che caratterizzano inevitabilmente questa fase della vita.

L’attenzione all’umidità, all’esposizione alle fonti di calore e all’uso di particolari farmaci, può invece essere monitorata dai genitori per ridurre il rischio che la fragilità dei capillari possa determinare la fuoriuscita di sangue.

Come bloccare il sangue dal naso?

I genitori, ma anche i nonni, gli insegnanti, gli educatori e tutti coloro che trascorrono del tempo con i bambini e che quindi possono assistere al fenomeno dell’epistassi devono sapere non solo cosa fare per bloccare la fuoriuscita del sangue, ma anche cosa evitare per peggiorare la situazione o determinare un danno maggiore.

Va quindi evitato di mettere del ghiaccio sulla nuca o una pezza bagnata sulla fronte, ma anche tutte quelle usanze popolari, come mettere i polsi sotto l’acqua corrente, che non hanno alcuna reale efficacia. È doveroso anche evitare di far inclinare la testa all’indietro al bambino o di farlo sdraiare in quanto è una manovra molto pericolosa per il rischio che inali o ingoi il sangue.

La prima cosa da fare, invece, è quella di mantenere la calma (anche per non far spaventare il bambino) e tenere il piccolo in piedi o, al massimo, seduto. Quindi è utile inclinare la testa in avanti e tenere premuta, per una decina di minuti, l’estremità morbida delle narici, manovra che il bambino può fare da solo quando è più grande. Quando il bambino è più grande lo si può invitare anche a soffiarsi il naso per far uscire i coaguli eventualmente formatisi, così come a sputare quello rimasto in bocca. A questo proposito può essere utile dargli da bere una bevanda fredda che gli tolga il sapore del sangue e lo rinfreschi.

È importante anche porre l’attenzione su cosa fare dopo la fuoriuscita del sangue, quando questa si è risolta. Nelle ventiquattro ore successive, infatti, è importante evitare, laddove possibile, di soffiarsi il naso, bere bevande calde, rimuovere le croste che si sono formate per bloccare l’emorragia e fare sforzi troppo eccessivi. Si può dire che molte manovre improprie, infatti, causano un prolungamento della fuoriuscita di sangue, risultando quindi non solo inefficaci ma anche aggravanti di una condizione altrimenti per lo più innocua.

Epistassi nei bambini, quando preoccuparsi

Il ricorso al pediatra o al pronto soccorso non è mai necessario in caso di epistassi nei bambini in quanto, come detto, si tratta non solo di un fenomeno fisiologico ma anche facilmente risolvibile. Bisogna invece rivolgersi al medico quando le perdite di sangue sono abbondanti o quando la fuoriuscita è prolungata per più di 10-15 minuti. Inoltre anche quando il bambino lamenta debolezza o ha difficoltà a respirare, ha ingoiato del sangue e si verificano episodi di vomito, così come quando la causa dell’epistassi è stata un colpo alla testa è sempre necessario far valutare il bambino da uno specialista.

La visita specialistica è necessaria anche nei casi in cui i fenomeni di epistassi si verificano precocemente (prima dei tre anni) o quando sono ripetuti nel tempo. In questi casi il pediatra valuterà la necessità di effettuare degli esami del sangue o prescrivere una visita da un otorinolaringoiatra per scongiurare la presenza di patologie coagulative o piastriniche.

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  • Bambino (1-6 anni)