L’encopresi nei bambini è un disturbo caratterizzato da incontinenza fecale a partire dai 4 anni. I bambini non padroneggiano il controllo sfinterico e non trattengono la cacca, facendosela addosso, nei vestiti o sul pavimento.

Ecco come identificare l’encopresi, le possibili cause, come trattarla e prevenirla.

Cos’è l’encopresi?

L’encopresi è una forma di incontinenza fecale (emissione involontaria e ripetuta di feci) che coinvolge i bambini a partire dai 4 anni. I bambini con questo disturbo fanno la cacca in luoghi inappropriati perché non riescono a controllare lo stimolo.

I motivi dell’encopresi sono disparati. Se questa difficoltà appare nei primissimi anni di vita, allora non la si considera un disturbo ma rientra nella norma. Ma se dopo i 4 anni il bambino non controlla lo stimolo, allora può essere un campanello d’allarme che potrebbe segnalare disturbi dell’apparato digerente (celiachia o morbo di Hirschsprung) o un malessere psicologico.

Da quando si può parlare di encopresi?

Si può parlare di encopresi quando la defecazione del bambino, volontaria o involontaria, avviene in luoghi e in modi non consoni al contesto sociale e culturale in cui viviamo. Questo disturbo si manifesta partire dai 4 anni, l’età in cui i bambini dovrebbero ormai aver raggiunto il controllo sfinterico.

Si parla di encopresi “primaria” se non c’è stato il raggiungimento del controllo degli sfinteri; in questo caso si riconduce a diversi motivi, come pure una forma di pigrizia nel trattenere le feci. L’encopresi “secondaria“, invece, si ha quando il bambino ha già raggiunto il controllo sfinterico; questa forma comincia a manifestarsi intorno ai 4 anni e la sua frequenza è maggiore nei maschi rispetto alle femmine.

Le possibili cause fisiche dell’encopresi nei bambini

Quando compare nella primissima infanzia, l’encopresi non viene considerata un disturbo perché i bambini devono ancora acquisire il controllo sfinterico. Ma se l’incapacità di trattenere la cacca riguarda i bambini di almeno 4 anni, l’emissione involontaria di feci è spesso indice di malattie dell’apparato digerente o di disturbi psicologici.

Nel 90% dei casi l’encopresi indica costipazione cronica. Molto più raramente può indicare una patologia del midollo spinale o una disfunzione anorettale. È più frequente nei bambini con un ritardo dello sviluppo psichico e motorio.

Per capire le cause è indispensabile, oltre a un’accurata visita dal pediatra, raccogliere quante più informazioni possibili sulla storia del bambino.

Tra le cause fisiche dell’encopresi ci sono quelle anatomiche, come la presenza di ragadi, il morbo di Hirschsprung, incontinenza e costipazione rendono la defecazione difficoltosa e dolorosa. Ci sono poi fattori connessi all’alimentazione che possono causare encopresi: un carente apporto di fibre, minerali e un’insufficiente assunzione di acqua, così come intolleranze o una nutrizione eccessiva.

Le cause psicologiche

Non sono da sottovalutare le possibili cause psicologiche. Tra queste, possono esserci conflitti e tensioni emotive tra e con i genitori; una mancata o scorretta educazione al toilet training e all’uso del vasino; l’ansia e lo stress.

Prima di intervenire bisogna identificare con sicurezza le cause: è importante scavare nella storia del bambino per capire quali metodi i genitori hanno utilizzato, quali sono stati i fallimenti o i successi relativi al toilet training.

Spesso il verificarsi di un evento spiacevole nella vita del bambino può portarlo a sviluppare il disturbo. Può trattarsi:

  • del dolore provato nel defecare;
  • dell’impossibilità di usare il bagno in un posto pubblico al chiuso;
  • dell’assenza di privacy;
  • di un approccio al vasino traumatico;
  • di altri squilibri familiari che possono provocare l’encopresi.

Encopresi: trattamento e soluzioni

Come prevenire, allora, questo spiacevole disturbo? Si può fare con alcuni semplici passi:

  • educare correttamente al toilet training;
  • curare l’alimentazione in modo che sia ricca di fibre, minerali e acqua;
  • incentivare il movimento e l’attività fisica.

Un trattamento completo potrebbe prevedere l’uso di farmaci, ma ovviamente va tutto concordato in relazione al livello di sviluppo raggiunto dal bambino e alla severità del disturbo. Bisogna sempre tener presente che se il bambino risponde correttamente allo stimolo e si trova nella condizione di non dover trattenere la cacca, quella è già la chiave del successo.

Un’ultima accortezza è quella di rendere le feci più morbide modificando la dieta con maggiore consumo di fibre e minerali. Per quanto riguarda il toilet training, il bambino deve abituarsi a sedere sul vasino quotidianamente, almeno due o tre volte al giorno dopo i pasti.

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  • Bambino (1-6 anni)