«Non sta mai attento!». Quante volte avete detto questa frase riferendovi ai vostri figli o l’avete sentita pronunciare da genitori esasperati? Se vi siete chiesti come migliorare l’attenzione nei bambini, e se è possibile farlo, vi diciamo subito che sì, si può. Prima di capire come, però, dovremmo domandarci: è davvero necessario?

Lo sviluppo dell’attenzione nei bambini

Quando parliamo di come migliorare l’attenzione nei bambini, dovremmo innanzi tutto chiederci qual è l’età del bambino e se, effettivamente, il piccolo tende a distrarsi rapidamente o invece ha un livello di attenzione in linea con la sua fase evolutiva.

L’attenzione, infatti, è una capacità che i bambini sviluppano progressivamente, al pari di molte altre competenze motorie o intellettive: per questo, è importante sapere che la soglia dell’attenzione di un infante di 1 anno è differente da quella di un bambino di 4 o, magari, di 8.

Quindi, se avete l’impressione che i piccoli possano concentrarsi solo per cinque minuti, potrebbe essere vero e del tutto appropriato alla loro età.

Ecco le durate medie dell’intervallo di attenzione per ciascuna fascia di età:

  • 2 anni: 4-6 minuti;
  • 3 anni: 6-8 minuti;
  • 4 anni: 8-12 minuti;
  • 5-6 anni: 12-18 minuti;
  • 7–8 anni: 16-24 minuti;
  • 9–10 anni: 20-30 minuti;
  • 11-12 anni: 25-35 minuti;
  • 13-15 anni: 30-40 minuti;
  • 16+ anni: 32-50+ minuti.

Per prima cosa, ogni bambino è diverso come anche le loro maturazioni evolutive. Alcuni bambini potrebbero non rientrare in quella fascia, ma questo dovrebbe darti un punto di riferimento e nei casi in cui ci siano delle differenze notevoli potrebbe esserci un fattore sottostante che vale la pena indagare.

La soglia di attenzione e gli altri ostacoli

Come abbiamo visto, la soglia di attenzione cambia al variare dell’età e non sempre corrisponde a quello che ci aspettiamo dai nostri figli, che vorremmo sempre concentrati e attenti. Iniziare a ridimensionare le nostre aspettative in modo che siano più aderenti a quello che è il reale sviluppo evolutivo nell’infanzia è quindi fondamentale per capire se c’è effettivamente una difficoltà di attenzione e, nel caso, come intervenire.

Un breve intervallo di attenzione potrebbe essere un segno di ADHD, ma non è il fattore decisivo. I bambini con deficit di attenzione fanno fatica a concentrarsi, rimanere organizzati e completare le attività dall’inizio alla fine, sentirsi frustrati da compiti che richiedono concentrazione o potrebbero agitarsi per tutto il giorno. Non è detto, però, che un bambino con una breve capacità di attenzione sia necessariamente un bambino con ADHD e, anzi, se questo è l’unico indicatore, potrebbe essere vero il contrario.

Un altro fattore che potrebbe influenzare la soglia di attenzione è il cosiddetto “screen time“, il tempo passato davanti agli schermi. Secondo alcuni studi, permettere a un bambino di passare troppo tempo davanti allo schermo

ha un impatto negativo sulla capacità di attenzione, sul linguaggio e sullo sviluppo cognitivo. Può anche portare a capricci estremi, sbalzi d’umore, disturbi del sonno, irritabilità, aggressività e molti altri problemi.

Per questo gli esperti, come l’American Academy of Pediatrics, raccomandano di evitare il più possibile il tempo davanti allo schermo fino a quando un bambino non raggiunge i due anni. Dai 2 ai 5 anni, un bambino dovrebbe avere solo un massimo di un’ora di tempo dedicata allo screen time, focalizzata su contenuti di qualità.

Queste raccomandazioni potrebbero non essere in linea con tutti gli stili di vita, ma questo è l’approccio migliore per massimizzare le capacità di attenzione e lo sviluppo cognitivo.

Come migliorare l’attenzione nei bambini?

Ridurre il tempo passato davanti a tablet o tv può essere un aiuto, ma per migliorare l’attenzione dei bambini potrebbe essere necessario intervenire su più livelli.

Stabilire una routine giornaliera, prevedibile e coerente potrebbe essere utilissimo per potenziare nel bambino un corretto apprendimento di quelle che sono le azioni quotidiane :la scuola, le faccende domestiche, il tempo in famiglia, i pasti ma anche quei momenti meno strutturati che comunque potrebbero rientrare nella loro “agenda quotidiana” e quindi permettere di diventare una “palestra” per la memoria muscolare.

Inoltre, è importante incoraggiare il bambino a usare la sua immaginazione, muoversi, giocare all’aperto, cercando di capire da che cosa è stimolato e usarlo come strumento per tenerlo ingaggiato più a lungo. Cerca di adattare i compiti assegnati alle sue capacità: la frustrazione potrebbe far perdere interesse e portarlo a distrarsi con più facilità.

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  • Bambino (1-6 anni)