Un 40enne e una 38enne hanno dato alla luce una bambina che non sapevano di aspettare, ma purtroppo la piccola non ce l'ha fatta. Partorire senza s...
Le avevano sparato lo scorso 25 agosto, quando la sua gravidanza non era ancora alla 12 settimana, superata la quale, in genere il bambino è considerato al sicuro.
La vita di Carolina Sepe, la ragazza di 25 anni di Lauro (AV) colpita alla testa dall’assassino di suo padre Vincenzo, e quella della piccola che portava in grembo sembravano appese a un filo: il proiettile partito dalla pistola impugnata dal vigilantes Domenico Aschettino ha raggiunto la giovane mamma alla testa, mandandola in coma. Imperterrite da quel giorno le preghiere di Giampiero, marito della giovane, con cui Carolina aveva avuto un altro figlio, Eliseo.
Dopo 4 mesi trascorsi nella pancia della mamma in coma e le innumerevoli iniezioni di farmaci e radiografie per tenere in condizioni stabili la giovane, la bambina è nata.
Maria Liliana, il nome dato alla neonata, sta bene e pesa poco meno di 2 chili. Il suo cuoricino non ha mai smesso di battere, anche grazie alle cure dei sanitari del reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
È nata alla 28esima settimana di gestazione con un parto cesareo, resosi necessario ed urgente a causa di alcune complicazioni che avrebbero potuto comportare il rischio di un aborto, e avrà bisogno per alcuni giorni di un aiuto per respirare, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Carolina invece non sembra ancora offrire speranze di miglioramento: il suo coma non è considerato profondo, ma i medici parlano di ischemia cerebrale diffusa. Un battito di cuore per una bimba che la mamma, forse, non stringerà mai tra le braccia. Il marito della giovane però non si dà per vinto, e dopo l’insperata nascita di Maria Liliana, spera in un altro miracolo di Natale.
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