È possibile stimolare il travaglio? In quali casi è utile farlo? Ecco una serie di indicazioni per le donne in procinto di partorire.
Ha partorito una bimba in un ospedale in provincia di Lecce, e dopo essere tornata a casa, cambiando per la prima volta il pannolino alla piccola, si è accorta che le avevano dato un maschietto!
I genitori della neonata hanno quindi contattato subito l’ospedale dove, in brevissimo tempo, l’equivoco è stato chiarito e la bimba, che nel frattempo era finita tra le braccia dell’altra neo-mamma del maschietto, è ritornata alle cure dei legittimi genitori.
La notizia è trapelata solo oggi, ed è riportata dal Nuovo Quotidiano di Lecce, secondo cui il fatto è accaduto un mese fa nell’ospedale di S. Caterina Novella di Galatina (Lecce).
“L’errore è sempre in agguato, una doppia distrazione, un momento di confusione e accade quello che è accaduto a Galatina. Un evento mai successo prima. Ci siamo scusati con i genitori, stiamo esaminando dove ci siamo impigliati e porremo rimedio”.
È sgomentato il direttore generale della Asl di Lecce, Valdo Mellone, per quanto è avvenuto il 10 dicembre scorso. “Non siamo riusciti ad individuare – racconta il dottor Mellone – qual è il momento che ha fatto saltare le procedure”.
Nell’ospedale di Galatina, ad una ventina di chilometri da Lecce, il reparto di ostetricia affronta circa 700 parti all’anno: “È un reparto che funziona benissimo, molto collaudato – dice Mellone – dove non si è mai verificato un episodio simile, sono tutti molto allenati”.
Prima di essere dimessa la madre che aveva dato alla luce la bambina, ha allattato quella che pensava fosse la sua neonata. La piccola, subito dopo avrebbe dovuto tornare al nido, invece il padre ha chiesto di andar via perchè la moglie aveva già avuto il foglio di dimissioni e così è avvenuto: “È saltato un ulteriore controllo, quello nel nido, che avrebbe potuto mettere in luce già in ospedale l’errore”.
“Tutti e due i neonati, la femminuccia e il maschietto, secondo quanto abbiamo potuto appurare finora – conclude il dott. Mellone – avevano i braccialetti esatti: la femminuccia il suo nome e il maschietto il suo nome. Comunque stiamo verificando tutti i passaggi proprio per fare in modo che una cosa come questa non accada mai più. Ci dispiace enormemente”.
Secondo quanto riferisce il giornale, i genitori della piccola hanno deciso di denunciare la Asl, chiedendo un risarcimento di 50.000 euro perché in seguito allo choc subito, la mamma avrebbe perso il suo latte naturale.
“La cosa drammatica – sottolinea il legale della famiglia, l’avvocato Francesca Conte – è pensare che se al posto di un maschietto le avessero dato invece una femminuccia, non si sarebbe mai accorta dello scambio, finendo così col crescere la figlia di un’altra donna. Nemmeno per un momento infatti mi ha detto che poteva pensare che quel bambino che stringeva tra le braccia, in auto, al ritorno a casa potesse non essere il suo”.
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