Fino all’80% delle donne assume farmaci in gravidanza, e a circa la metà delle donne incinte vengono prescritti antibiotici. Numeri che, secondo l’Istituto superiore di sanità, rappresentano “una proporzione allarmante se paragonata a quella stimata in altri contesti europei”, dove la prescrizione degli antibiotici si ferma tra il 27 e il 32% delle gravidanze totali.

A commentare la notizia l’Istituto superiore di sanità sul portale Epicentro, dove spiega:

Una revisione sistematica nei Paesi dotati di sistemi socio-sanitari avanzati riporta percentuali d’uso di farmaci in gravidanza comprese tra il 44 e il 93%. Da un’indagine trasversale condotta tramite interviste sul web emerge che l’81,2% delle donne assume almeno un farmaco durante la gravidanza. In Italia, gli studi sull’argomento sono pochi e non recenti. L’articolo scientifico “Drug prescribing during pregnancy in a central region of Italy, 2008-2012” recentemente pubblicato su Bmc Public Health presenta un’analisi delle prescrizioni di farmaci in gravidanza nella regione Lazio. Dallo studio è emerso che le prescrizioni considerate clinicamente inappropriate o a rischio teratogeno sono molto contenute ma non nulle, nonostante il rischio sia riconosciuto. Tra le prescrizioni di farmaci a rischio teratogeno va segnalata quella di Ace inibitori e sartani (0,3%) per il trattamento dei disturbi ipertensivi in gravidanza; tra le prescrizioni clinicamente inappropriate, quella di progestinici (22%) per il trattamento della minaccia d’aborto.

La ricerca ha preso in esame un gruppo di donne tra i 18 e i 45 anni che hanno avuto una gravidanza tra il 2008 e il 2012, e ha rilevato come alla metà di loro siano stati prescritti farmaci antibiotici.

Troppo alto, rileva il portale dedicato all’epidemiologia dell’Iss, il numero di prescrizioni relative agli antibiotici, che è associato, spiega, “al crescere dell’antibiotico-resistenza e al suo impatto sulle infezioni batteriche ospedaliere, sepsi compresa. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità in Italia il livello di antibiotico-resistenza si colloca fra i più elevati in Europa“.

Dopo aver posto l’attenzione già in passato sull’eccessivo ricorso alle terapie antibiotiche in età pediatrica, l’attenzione torna a concentrarsi anche sul periodo della gravidanza.

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