Elianna non era ancora nata quando ha iniziato a ricevere le cure per una malattia genetica grave, l’alfa talassemia. I medici del Benioff Children’s Hospital di San Francisco hanno tentato, per la prima volta al mondo, delle trasfusioni e un trapianto all’interno dell’utero materno. Così Elianna, tre mesi prima di nascere, ha ricevuto cinque trasfusioni di sangue e un trapianto di midollo osseo della madre, con un ago che ha attraversato l’addome della mamma e quindi l’utero, fino al cordone ombelicale.

La talassemia è una malattia che impedisce ai globuli rossi di trasportare ossigeno all’interno del corpo e provoca anemia, disturbi cardiaci e danneggiamenti cerebrali. In molti casi porta alla morte fetale, ma la bimba è nata lo scorso febbraio: la patologia genetica di cui soffre l’accompagnerà per tutta la vita, ed è presto per sapere se le cure daranno i risultati sperati.

Trasfusioni di sangue per Elianna. Fonte: New York Times

A riportare la storia della bambina è il New York Times, a cui i medici hanno raccontato l’intervento: “Questa linea di intervento – ha spiegato il chirurgo Tippi MacKenzie – muove il campo della chirurgia fetale, che attualmente consiste in grandi operazioni per i disturbi anatomici, nella nuova direzione delle terapie molecolari e cellulari somministrate in modo non invasivo”.

I genitori della piccola sono portatori sani della malattia, di cui non soffre nemmeno il loro primo figlio, di 3 anni. La probabilità di trasmettere la talassemia ai figli è però molto alta, per questo i medici hanno indagato la presenza della patologia anche durante la seconda gravidanza della mamma e hanno rilevato che Elianna, già nelle prime settimane di vita, aveva dei disturbi tipici della malattia, che può causare problemi anche gravi alla donna e in molti casi porta a un aborto.

I bambini possono poi avere bisogno di trasfusioni di sangue costanti: Elianna dovrà sottoporsi a trasfusione ogni tre settimane, ma dal punto di vista medico, ha spiegato l’equipe che ha condotto le trasfusioni in utero, l’operazione è stata un successo: se abbia avuto conseguenze positive anche a lungo termine sulla piccola si saprà solo più avanti.

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