Si celebra oggi la Giornata Mondiale sulla sindrome del Feto alcolica (FASD). Bere durante il corso della gravidanza è ritenuto dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) una delle prime cause di ritardo mentale nei bambini dei paesi ad alto tenore economico.

Per aumentare la consapevolezza e sensibilizzare le mamme sui rischi di assumere l’alcol in gravidanza, il 9 settembre viene celebrata la Giornata mondiale sulla sindrome alcolica fetale e i disturbi correlati, FASD, (International Fetal Alcohol Spectrum Disorders). Scopriamo di più sulla nascita di questa iniziativa e quali sono gli obiettivi correlati ad essa.

Giornata Mondiale sulla sindrome del Feto Alcolica: come nasce e perché

L’iniziativa, patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal Ministero della Salute, mira a sottolineare l’importante ruolo dei servizi sanitari nel fornire una corretta informazione e le giuste indicazioni per il trattamento.

Sono oltre 80 le organizzazioni in 35 Paesi diversi che si sono unite per promuovere la campagna mondiale di sensibilizzazione sulla Sindrome alcolica fetale e i disturbi correlati.

La data della nascita di questa celebrazione è divenuta un simbolo che riguarda il mondo della gravidanza. Infatti, l’anno di riferimento è 1999: 9 il giorno, il mese è settembre, riferito al 9  e 9 sono i mesi di gestazione. L’obiettivo della FADS Day è ricordare quanto può far male bere in gravidanza.

Obiettivi della Giornata Mondiale sulla Sindrome del Feto alcolica

Come specificato dal SIN (Società Italiana di Neonatologia): si stima che circa il 60% dei bambini nel mondo soffre di disturbi correlati all’assunzione di bevande alcoliche durante la gravidanza.

Per contrastare il problema e contribuire alla diffusione di una corretta informazione, l’obiettivo dell’iniziativa mondiale è sensibilizzare la società sui danni inerenti il consumo di alcol in gestazione e post partum.

La FASD si può prevenire al 100%, ma per farlo è indispensabile che i medici forniscano alle donne in gravidanza e in età fertile, tutte le informazioni utili per capire quali possano essere le conseguenze del consumo di alcol.

Gli obiettivi del progetto sono:

  • acquisire conoscenze di base relative ai rischi per la salute dovuti all’uso di alcol, con riferimenti alle differenze di genere, e in relazione alla gravidanza e all’allattamento;
  • conoscere gli effetti dannosi dell’alcol in gravidanza e in allattamento;
  • conoscere la prevalenza del problema FASD in Italia e all’estero;
  • i possibili effetti dell’esposizione nei diversi periodi della gravidanza e durante l’allattamento;
  • aumentare una corretta informazione, sia alle donne in età fertile e in dolce stato sia ai professionisti coinvolti, per garantire un’efficace gestione delle comunicazioni tra operatori sanitari e mamme nell’ambito dei rischi dovuti all’uso di alcol in gravidanza e post gravidanza.

FASD: le statistiche sul consumo di alcol in gravidanza

Secondo l’OMS, nell’Unione europea l’82% delle donne beve alcolici. Questo dato è, purtroppo, in aumento. Un’abitudine ovviamente errata che, sommata all’elevato numero di gravidanze non programmate, rappresenta uno dei rischi maggiori per la salute dei feti, involontariamente esposti all’alcol durante le prime fasi di gestazione.

Secondo le statistiche riferite da The Lancet Global Health (2017) ogni anno vengono al mondo quasi 20 mila bambini con Sindrome feto-alcolica (FAS), di cui soffrono 15 persone su 10mila.

Nel nostro Paese, la condizione è ancora più allarmante: sono, infatti 82 le persone su 10mila che ne soffrono. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel Progetto Sorveglianza 0-2 anni, in Italia il consumo di alcol in gravidanza 1-2 volte al mese varia a seconda dell’aria geografica: dal 18,3% al 28,6%.

Il rischio spiega l’ISS di partorire un bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica (FAS) è stimato attorno al 30-40% delle gestanti con forte consumo di alcol in gravidanza.

In ultimo, ma non per grado d’importanza, in Italia sono 25 mila i bambini che soffrono di Sindrome di alcolica fetale. Disturbo che porta a gravi complicanze nei più piccini come:
  • difficoltà nella crescita;
  • problemi al cuore;
  • problemi ai reni;
  • problemi al cervello;
  • ritardi nello sviluppo;
  • difficoltà di comunicazione;
  • problemi comportamentali;
  • malattie mentali.
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  • Gravidanza