
Scarlattina nei bambini: cos'è e come si riconosce
Come si manifesta la scarlattina e come si distingue da varicella, morbillo e rosolia: sintomi ...
La scarlattinetta è una malattia infettiva epidemica che si manifesta a livello cutaneo attraverso esantemi atipici. Scopriamo tutto su quella che è definita la quarta malattia, dalla diagnosi alla cura
Colpisce in prevalenza i bambini e proprio per questo motivo spaventa i genitori. È la scarlattinetta, conosciuta anche come quarta malattia. Si tratta di una patologia che si manifesta con la comparsa di un esantema, ovvero un’eruzione cutanea. Ma come si prende questa malattia, quali sono i rischi e come curarla? Ecco tutte le informazioni di cui avete bisogno per essere pronti a tutto.
Innanzitutto cerchiamo di capire meglio insieme che cos’è la scarlattinetta. Si tratta di una malattia infettiva epidemica simile alla scarlattina, ma con sintomi più lievi. Tra questi riconosciamo febbre non particolarmente alta, nausea, vomito e inappetenza, diarrea e sonnolenza.
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Raramente si riscontrano anche altri segnali, come mal di gola, ingrossamento dei linfonodi ed estrema sensibilità alla luce. Ancor più difficili sono le eventuali complicanze a livello renale: in tal caso è consigliabile effettuare al temine della malattia un esame approfondito delle urine.
La scarlattinetta è popolarmente conosciuta come quarta malattia. Questo nome deriva dall’ordine cronologico di scoperta delle patologie esantematiche: morbillo, scarlattina, rosolia, scarlattinetta, quinta e sesta malattia.
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La quarta malattia è stata scoperta nel 1900. I medici Filatov e Dukes segnalarono la comparsa di una nuova patologia cutanea, che hanno definito, sulla base delle tre tipologie di esantemi infantili conosciuti, rosolia morbillosa e rosolia scarlattinosa; in seguito è stata definita morbo di Dukes.
Nonostante sia stata documentata dal suo scopritore, la quarta malattia non ha mai convinto per assenza di prove certe. Difatti, nel giro di qualche anno, è persino stata eliminata dai testi di medicina. Ancora oggi la scarlattinetta è oggetto di studio e di confronto tra chi la ritiene una patologia e chi, invece, la rigetta.
Per riconoscere le differenze tra la seconda e quarta malattia, rispettivamente scarlattina e scarlattinetta, è necessario conoscere alcuni dettagli.
La scarlattina è una malattia esantematica causata dal batterio Streptococco Beta-emolitico di gruppo A, che penetra tramite le mucose delle vie aeree e non è virale. Si trasmette attraverso tosse e starnuti o con il contatto diretto delle secrezioni del soggetto malato (muco e saliva). I sintomi sono: febbre alta e conseguenti brividi, eruzione cutanea in aree specifiche iniziali, quali ascelle, inguine e collo, viso arrossato. La cura antibiotica risolve la patologia e la guarigione avviene nell’arco di due settimane. Non esiste un vaccino per prevenire la scarlattina.
La scarlattinetta è stata così denominata proprio perché si presenta come la scarlattina, ma in forma più lieve. Proprio per questo motivo molti studiosi ritengono che sia solamente una variante leggera di rosolia, morbillo e, per l’appunto, scarlattina. Si presenta con esantemi piccoli e rosati concentrati nella zona inguinale e sui glutei. Si risolve in poco tempo e non necessita, rari casi più gravi a parte, di una terapia antibiotica.
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Le cause della scarlattinetta tutt’oggi sono ancora sconosciute. Alcuni studi affermano che sia determinata da un batterio – dunque non un virus – che fa parte della famiglia degli streptococchi, lo stesso della scarlattina. L’ipotesi è avvalorata dal fatto che a esserne colpiti sono i bambini più piccoli, in particolar modo quelli che frequentano la scuola materna, dove il contagio è estremamente facile a causa dell’ambiente promiscuo.
La quarta malattia è contagiosa già dalla fase di incubazione. Si trasmette attraverso le gocce respiratorie di tosse o starnuti e per contatto diretto con saliva e muco.
La scarlattinetta si risolve da sola nel giro di pochi giorni. Per questo motivo i pediatri non forniscono generalmente una terapia. L’eventuale cura, qualora fosse davvero necessaria, è costituita dalla somministrazione di un antibiotico per circa 10 giorni.
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