Una neonata è stata trovata sabato mattina all’interno di un cassonetto dei rifiuti in via Carbonara, una piccola strada del centro storico di Bologna. Da quel che risulta due passanti hanno sentito dei lamenti provenire da un cassonetto della nettezza urbana. Quando si sono avvicinati hanno trovato, avvolta in un sacchetto, una bimba appena nata di carnagione chiara.

Pensavano fosse un cucciolo di un animale”. Questo il primo commento delle prime due persone che hanno soccorso la neonata: il titolare di un bar e il dipendente di un garage di via Carbonara, a pochi metri dal bidone. A trovarla è stata il barista, che lavora nella vicina via Altabella: “Alle 12 ho parcheggiato l’auto nel garage per andare al lavoro: uscendo, ho sentito come dei guaiti, pensando che fosse un piccione o un cucciolo. Quindi ho aperto il cassonetto per vedere, poi la zip di questa busta ed è spuntato un lembo sporco di sangue, ho realizzato che era un bambino”. Così ha avvisato il garagista e i due hanno chiamato il 118, seguendo le istruzioni: hanno portato la piccola al riparo nel garage, attendendo l’ambulanza, senza toccarla. “È stata una cosa – dice il barista – bruttissima e bellissima allo stesso tempo. Per me chi l’ha buttata non voleva che venisse trovata, lì non passa quasi nessuno”. “Ho il cuore che mi batte ancora a mille, anch’io ho avuto due bambini”, dice. I due hanno tenuto il «fagotto» al caldo: “l’ambulanza è arrivata in 3-4 minuti, sono stati molto professionali. Ah, è una bambina? Spero che stia bene, stasera vogliamo andarla a trovare all’ospedale”.

La neonata, che pesa 2,794 kg, è stata dunque immediatamente trasportata al pronto soccorso del Sant’Orsola, dove le è stato dato il nome di Maria Grazia. oggi, per fortuna, mangia e sta bene.
La piccola, “é in buone condizioni di salute” – fa sapere il policlinico bolognese – “gli esami e i controlli eseguiti sono risultati nella norma ed è già stata alimentata più volte con regolarità”. Tanto che dal reparto di terapia intensiva neonatale, dove é ancora ricoverata a scopo precauzionale, a breve verrà trasferita nella degenza ordinaria.

La catena di solidarietà e di aiuto è già nata spontaneamente, contribuendo con donazioni per fornire al bimba un corredino” fanno sapere dal Sant’Orsola. Inoltre, “i servizi sociali del Comune di Bologna sono intervenuti prontamente per la presa in carico della bambina“.

Gli inquirenti stanno cercando di capire chi fosse la madre e la dinamica dell’abbandono ed intanto “la Procura procede per tentato omicidio”. Lo rende noto il procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna Valter Giovannini. “Quanto è avvenuto – prosegue – è un atto di grande crudeltà. L’invito alla madre è di presentarsi al pronto soccorso per essere assistita, potendo ella stessa soffrire di postumi seri post-parto”.

È bene ricordare a tal proposito che la legge italiana protegge i minori e le madri e consente che qualsiasi donna che si reca in una struttura pubblica in prossimità del parto sia seguita e curata senza alcun obbligo di fornire le proprie generalità o altre informazioni sulla propria identità. È una normativa di civiltà che punta in primo luogo a proteggere la salute del bambino e quella della madre. Ed è una normativa che deve essere conosciuta. È inaccettabile che nel nostro paese si continuino a lasciare neonati nei cassonetti o nelle stazioni.

A tal proposito riportiamo un elenco di leggi e articoli che regolano la materia:

Codice Civile, art. 250:
La donna ha il diritto ad essere aiutata e informata sul fatto che può partorire senza riconoscere il figlio e senza che il suo nome compaia sull’atto di nascita. Il bambino quindi non avrà il suo cognome.

Legge 8.5.1927 n. 798 art.9 – art. 622,326 Codice Penale:
La donna ha il diritto ad una rigorosa protezione del segreto del suo nome, qualora non voglia riconoscere il figlio.

Legge 127/97 art. 2 comma 1:
“La dichiarazione di nascita è resa indistintamente da… o da chi ha assistito al parto, rispettando l’eventuale volontà della madre di non essere nominata…” La volontà della donna di non riconoscere il bambino deve essere rispettata.

Costituzione Artt. 2-3-31 comma 2:
La tutela della vita e della maternità impongono al legislatore la tutela della riservatezza della donna.

Legge 184/83, art.11
Il tribunale, qualora il minore non sia riconosciuto dalla madre, non può fare ricerche sulla paternità del bambino.

R.D.L. 8.5.1927 art.9 n. 798:
È rigorosamente vietato rivelare il nome della madre che non intende riconoscere il figlio. Coloro che per motivi d’ufficio sono venuti a conoscenza del nome della madre, hanno il rigido divieto di rivelare tale conoscenza Artt. 163-177-622 Codice Penale… e commettono reato se lo rivelano.

Sentenza Corte Costituzionale n. 171/94
“…qualunque donna partoriente, ancorché da elementi informali risulti trattarsi di coniugata, può dichiarare di non voler essere nominata nell’atto di nascita…”.

Le Leggi sull’adozione: Legge 184/83 art. 11:
“…nel caso in cui non risulti l’esistenza di genitori naturali che abbiano riconosciuto il minore, …il Tribunale dei Minorenni, senza eseguire ulteriori accertamenti, provvede immediatamente alla dichiarazione dello stato di adottabilità…” art.22: “…il Tribunale dei Minorenni vigila sul buon andamento dell’affidamento preadottivo…”

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