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Una ricerca effettuata da scienziati australiani ha messo a punto un semplice test che consentirà alle gestanti di evitare il ricorso all’amniocentesi, uno dei test più invasivi e stressanti dell’intera gravidanza.
Grazie infatti alla tecnologia del Dna sviluppata nei laboratori della Gribbles Molecular Science di Brisbane, uno striscio vaginale di routine, il cosiddetto Pap-test, consentirà di accertare le stesse anormalità del feto (fibrosi cistica e sindrome di Down) dell’amniocentesi, indagine che solitamente viene consigliata alle donne incinte sopra i 35 anni e che prevede la puntura del sacco amniotico per il prelievo di liquido amniotico.
Essendo quindi l’amniocentesi un esame invasivo, potrebbe anche portare ad un aborto (0,7%), ad un’infezione del liquido amniotico o ad una perdita dello stesso liquido. Il nuovo test invece riduce a zero il rischio legato alla procedura di amniocentesi, ha spiegato ai giornalisti il prof. Ian Finlay, che ha guidato la ricerca. “Questo test promette di rivoluzionare le diagnosi pre-cliniche così come le conosciamo. Ha diversi vantaggi perché si esegue a sei settimane di gravidanza invece delle 18 dell’amniocentesi“, ha aggiunto. “È stato sperimentato su diverse centinaia di donne nell’ultimo anno, con un’accuratezza del 100%“.
Il nuovo test, che può essere effettuato anche da un medico generico, usa l’impronta del Dna per esaminare le cellule fetali prelevate con la tecnica del pap-test. Usando tecniche di reazione a catena delle polimerasi (PCR) è possibile amplificare milioni di volte il Dna fetale.
“Le donne che vivono in centri minori o remoti non avranno bisogno di recarsi in una grande città per il test, perché lo può eseguire il medico di famiglia, e i risultati si conoscono in 24 ore“, ha spiegato ancora Finlay, osservando che la tecnologia del Dna e stata scoperta circa 20 anni fa, ma non era stata applicata prima alle cellule fetali.
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