Una corretta idratazione in gravidanza è importante su molti fronti. Il corpo della donna cambia e con esso anche le sue necessità, che sono quelle della mamma ma anche del bambino che porta in grembo. L’acqua è una componente essenziale nella dieta delle donne e ancora di più in quella delle future mamme, una componente che garantisce, tra le altre cose, un adeguato compenso emodinamico e una buona vascolarizzazione della placenta che nutre il feto.

Il rischio in cui si incorre, se non si fa attenzione a mantenere una corretta idratazione, è in primis un aumento del rischio di infezioni delle vie urinarie, alle quali la gravidanza espone a priori, per i cambiamenti anatomici, ormonali e immunitari che comporta. Si può inoltre incorrere in lipotimie per ipotensione e in crampi muscolari prevalentemente notturni, soprattutto nei mesi più caldi.

È molto importante che il medico curante, sia il ginecologo che il medico di base, informino adeguatamente la futura mamma su questi aspetti, seguendola e ricordandole l’importanza dell’acqua durante i nove mesi di gravidanza e anche dopo il parto. Durante l’allattamento, infatti, bere molta acqua serve a integrare i liquidi persi con la produzione di latte materno.

Qualora l’assunzione dovesse rivelarsi insufficiente, su prescrizione e valutazione medica, si può valutare l’assunzione di integratori minerali (soprattutto nei mesi estivi). I primi sintomi della disidratazione sono un’urina di colore giallo scuro, labbra e mucose secche, vertigini, insonnia, mal di testa, costipazione, fino a sintomi più gravi come l’accelerazione del battito cardiaco e la diminuzione della pressione sanguigna, uniti a irritabilità, confusione, perdita di tono ed elasticità della pelle.

Idratazione in gravidanza: i 5 benefici

Durante la gravidanza nella donna scorre circa il 20% di sangue in più rispetto a una non gestante; inoltre alla nascita il corpo del bambino è composto per quasi l’80% proprio da acqua. Per queste ragioni, un’alimentazione sana, equilibrata e corretta, associata a un’adeguata idratazione, sono fondamentali per entrambi.

Per quanto riguarda la donna, l’acqua e una corretta idratazione in gravidanza:

  1. permettono di non appesantire i reni, garantendone la buona funzionalità
  2. riducono eventuali infezioni alle vie urinarie, per esempio cistiti (impediscono la proliferazione dei germi che si insediano nella vescica);
  3. aiutano a favorire la regolarità intestinale, contrastando l’insorgenza di disturbi come la stipsi (stitichezza), che sono piuttosto frequenti in gravidanza
  4. rendono più elastiche le pareti uterine, elemento da non sottovalutare in fase di parto;
  5. combattono la ritenzione idrica: durante la gravidanza il corpo tende a trattenere una quantità d’acqua maggiore nei tessuti, e l’assunzione di liquidi aiuta a eliminare le tossine e ad accelerare il metabolismo.

Per quanto riguarda il bambino, invece, la giusta quantità d’acqua influenza positivamente il volume del liquido amniotico e la vascolarizzazione della placenta da cui trae il suo nutrimento.

Quale e quanta acqua bere in gravidanza?

idratazione in gravidanza

Gli esperti raccomandano di bere almeno un litro e mezzo di acqua durante tutta la gravidanza, meglio ancora se si raggiungo i due litri di acqua al giorno. In estate, quando la dispersione di liquidi aumenta, sarebbe opportuno arrivare a 2,5 litri di acqua giornalieri.

Bere in modo costante e abbondante può non risultare così semplice, soprattutto a causa delle nausee che interessano in particolare i primi tre mesi di gestazione. Per questo il consiglio è di bere poco per volta, a piccoli sorsi, magari aggiungendo all’acqua una fettina di limone o dello zenzero per contrastare la nausea.

Vanno bandite invece le bibite zuccherate e gassate che, oltre a dissetare solo in apparenza, aumentano inutilmente l’apporto calorico e, nei casi più gravi, il rischio di sviluppare il diabete gestazionale senza aggiungere sostanze nutritive alla dieta. Gli zuccheri contenuti soprattutto nelle bevande gassate aumenterebbero poi, secondo recenti studi, il rischio di effetti collaterali sullo sviluppo dell’apprendimento del bambino.

Da ridurre il più possibile anche le bevande che contengono caffeina e teina. Al loro posto è meglio preferire succhi di frutta non industriali (poiché contengono troppi conservanti), frullati e tisane o infusi.

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