È un fatto assodato, molti genitori fanno di tutto affinché i propri bambini non si annoino durante la giornata. Ma lasciare che i piccoli si annoino non può che fare bene al loro sviluppo creativo.

Ebbene sì, pochi riconoscono il grande valore che l’annoiarsi apporta alla fantasia del bambino nel lungo periodo sviluppando forme nuove di gioco e la voglia di divertirsi. Oltre ai libri che stimolano la fantasia, anche il non far nulla ha i suoi lati positivi. Studi clinici hanno dimostrato quali effetti psicologici la noia ha sui bambini. Scopriamo quali e i suggerimenti per i genitori da mettere in pratica quando il loro bebè si sta annoiando.

Annoiarsi fa bene ai bambini, lo rivela uno studio

La sensazione di annoiarsi non è mai piaciuta a nessuno, tanto che in uno studio pubblicato su Science, condotto proprio sull’argomento, 1/4 delle persone (adulte) ha dichiarato che preferirebbe uno shock doloroso piuttosto che stare in una stanza senza stimoli esterni (musica, libri, telefoni) per 15 minuti.

Questo sta ad indicare quanto le persone non siano state capaci, sin dall’infanzia, a sopportare la noia che, invece, è una sana “medicina” per lo sviluppo della creatività nei bambini.

I risultati di uno studio sulla noia hanno mostrato come i partecipanti, dopo aver svolto un compito molto noioso, hanno sviluppato un pensiero diverso, ovvero, trovare diversi usi per gli oggetti, creare connessioni tra idee apparentemente non correlate e generare più idee creative.

Questo fa emergere un’importante verità:

La creatività nasce perché quando ci si annoia le persone cercano attivamente qualcosa di stimolante. La creatività è una sfida che risponde a questa esigenza.

Il lato poco conosciuto della noia è quello di allenare la concentrazione nonché l’attenzione. Con la tecnologia a disposizione, sia i bambini che gli adulti, sono più facilitati a estraniarsi dal mondo che li circonda ma questo non vuol dire evitare la noia. Infatti, lo studio ha evidenziato che tali dispositivi non soddisfano per nulla la sensazione di noia. Quello che capita, rimanendo troppo tempo attaccati allo smartphone o tablet è un coinvolgimento superficiale che mina la capacità di concentrazione e la voglia di incanalare la creatività su altro.

Rimanere seduti senza (apparentemente) far nulla è, invece, un’attività proficua per la mente perché la noia va a stimolare l’immaginazione facendo viaggiare il bambino in luoghi fantastici e per nulla noiosi.

Noia e bambini: le regole per i genitori

Quando il bambino sta per essere prossimo alla noia, il genitore non deve farsi prendere dal senso di colpa perché non sta intrattenendo il suo piccolo, anzi, è proprio in quei momenti che mamma e papà dovrebbero lasciarlo da solo e vedere cosa succede.

Come fare? Le regole per i genitori sono semplici suggerimenti da mettere in atto con calma e pazienza. Tra queste:

  • non sentirsi obbligati o responsabili di fermare la noia che il bambino sta provando in quel momento;
  • lasciare che il bimbo sviluppi in autonomia le proprie risorse interne: attenzione, concentrazione, spirito d’iniziativa e creatività;
  • insegnare al piccolo a non aver paura dei sentimenti che derivano dalla noia;
  • aiutare i bambini a generare idee e poi a sceglierne una nella quale impegnarsi;
  • lasciare che il bambino sia l’unico responsabile della scelta effettuata;
  • convincere il bimbo a creare una scatola della noia dove poter mettere tante idee tra le quali scegliere;
  • aiutare il bambino a iniziare un compito. Spesso la noia nei più piccoli sta nel non sapere da dove iniziare un compito, ma con l’aiuto di mamma e papà, la noia sparirà;
  • spegnere tutti i dispositivi elettronici (smartphone, tablet, televisione, ecc.) per almeno 20 minuti;
  • non distrarre il bambino, la creatività emerge con il tempo.

C’è da sottolineare che la noia è uno stato emotivo momentaneo, quindi temporaneo e non ha, di per sé, nulla di brutto se non l’apparente ansia che scaturisce dai genitori. Lasciare che il bambino si annoi, dunque, è un gesto d’amore verso il piccolo che lo condurrà ad esplorare mondi meravigliosi.

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  • Bambino (1-6 anni)