Tra le diverse tecniche di fecondazione assistita a cui una coppia può rivolgersi quando incontra difficoltà a concepire un figlio si trova la cosiddetta inseminazione artificiale o intrauterina, detta IUI: ecco come funziona e quando può essere efficace.

IUI: cos’è e qual è la procedura prevista

Le procedure di procreazione medicalmente assistita (Pma) sono divise a seconda del loro grado di complessità e invasività. La IUI si trova tra le tecniche più semplici, quelle di I livello. Consiste nell’introduzione all’interno della cavità uterina – attraverso un sottile catetere – degli spermatozoi dell’uomo.

Gli spermatozoi vengono preparati preventivamente qualche tempo primo dell’ovulazione e quindi inseriti all’interno dell’utero così da facilitare l’incontro con l’ovocita. Si tratta di una procedura che viene svolta in regime ambulatoriale e non è dolorosa per la donna.

Quando effettuare l’inseminazione intrauterina

Questa tecnica è utile nel caso in cui non è ancora chiaro quale sia il problema di fertilità riscontrato dalla coppia, ed è uno dei primi tentativi che viene proposto in assenza di condizioni cliniche che ne scoraggino il ricorso. Da sottolineare il fatto che si sospettano problemi di fertilità dopo almeno 12 mesi di rapporti non protetti in cui nessuna gravidanza viene instaurata. Prima dei 12 mesi canonici è sconsigliato effettuare accertamenti clinici volti a stabilire la presenza di patologie o condizioni che riducono o compromettono la fertilità della coppia.

La IUI è utile quando gli spermatozoi dell’uomo sono in quantità ridotta rispetto al normale: per scoprirlo viene eseguito uno spermiogramma. L’inseminazione intrauterina può essere utile anche nel caso in cui gli spermatozoi presentino una ridotta motilità, poiché consente di facilitare la fecondazione dell’ovulo (il gamete femminile). In molti casi prima dell’inseminazione la donna è sottoposta ad una stimolazione ovarica, volta ad aumentare la produzione di ovociti (e quindi le probabilità di concepimento) tramite una terapia farmacologica.

Si sceglie frequentemente l’inseminazione intrauterina anche nel caso in cui la coppia ricorre all’utilizzo del seme di un donatore.

Come funziona la IUI

L‘inseminazione artificiale intrauterina consiste nell’inserimento nella vagina fino a circa 0,5 cm dal fondo uterino di una canula contenente liquido seminale precedentemente trattato e quindi “iniettato” all’interno della cavità uterina.

Per la Tale tecnica va eseguita con delicatezza per non danneggiare l’endometrio e non compromettere la sopravvivenza degli spermatozoi. Una volta inserito il liquido è consigliabile rimanere 10 minuti a riposo per favorire il rilascio degli spermatozoi ed evitarne l’espulsione.

Scopi della tecnica di IUI:

  • avere un numero maggiore di ovociti fertilizzabili
  • inseminare gli spermatozoi più mobili
  • avvicinare i gameti maschili e femminili nel momento dell’ovulazione.

Come si svolge la procedura per la IUI:

  • l’ovulazione della donna viene precedentemente indotta con la somministrazione di farmaci specifici
  • la crescita follicolare viene monitorata con periodiche ecografie transvaginali
  • viene raccolto lo sperma dell’uomo selezionando gli spermatozoi che risultano più mobili
  • il liquido seminale viene trattato per aumentarne la motilità
  • gli spermatozoi vengono introdotti all’interno della cavità uterina attraverso un sottile catetere

La percentuale di successo della IUI

Questa particolare tecnica  successo con l’instaurazione di una gravidanza, nel 10-15% dei casi. Per aumentare le probabilità di avere una gravidanza vengono solitamente consigliati più cicli, da un minimo di 3 a un massimo di 6 tentativi di inseminazione. In questo modo la percentuale di successo arriva a circa il 30%.

Nel dettaglio, nel 2016 le coppie che hanno avuto trattamenti di Pma con tecniche di I livello come IUI e donazione di sprmatozoi sono state poco meno di 14mila (13.798) per un totale di 21.767 cicli. Sono state ottenute 2.429 gravidanze, con 1.791 nascite.

Spiega l’ultima Relazione annuale del Ministero della salute, relativa al 2016:

A livello nazionale circa il 4,9% dei parti con procreazione medicalmente assistita ha utilizzato il trattamento farmacologico e il 18,4% il trasferimento dei gameti maschili in cavità uterina (IUI). La fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni in utero (FIVET) riguarda il 37,1% dei casi mentre la fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI) riguarda il 31,2% dei casi.

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