Anonimo

chiede:

Eggr. Dott. Barletta, in seguito all’amniocentesi il mio figlio è
stato identificato come portatore sano della sordità congenita (legato al
gene connexina 26). Specifico che sono alla prima gravidanza-22sett. ed ho
fatto l’amniocentesi in seguito ai risultati delle prime analisi di sangue
dove l’alfa feto proteina era bassa(11) che, però, dopo 2 settimane è rientrata
nei valori normali (56). Per quello che riguarda l’esito dell’amniocentesi
non hanno riscontrato altre malformazioni. Non abbiamo fatto il test
genetico nessuno dei genitori. Volevo sapere quali sono i rischi per il
mio
bambino e se ci sono delle cure a riguardo. La ringrazio per la
cordialità,

Egregia signora Cristina,
la sordità può essere determinata da fattori genetici ed ambientali. Se si escludono le forme genetiche, una sordità può essere conseguenza di infezioni perinatali (contratte durante la gravidanza o nel periodo successivo alla nascita), di traumi acustici o cerebrali o all’uso di farmaci tossici per l’orecchio (ototossici).
La sordità può essere l’unico sintomo presente (forme non sindromiche) o accompagnarsi ad altri segni e sintomi (forme sindromiche). La maggior parte delle forme non sindromiche è dovuta a cause genetiche. Nella sordità sindromica sono presenti altri segni e/o sintomi che definiscono alcuni quadri abbastanza comuni quali la sindrome di Alport, la sindrome di Waardenburg, la sindrome di Usher e la sindrome di Pendred, oltre ad altre meno frequenti.
Esistono molte forme di sordità genetica con diverse modalità di trasmissione:
– autosomica recessiva in circa il 75% dei casi;
– autosomica dominante in circa il 20%;
– legata al cromosoma X in circa il 5%;
– mitocondriale in meno dell’1%.
I geni o le regioni cromosomiche (loci) associate alle varie forme di sordità genetica non sindromica sono indicati con la sigla DFN, dall’inglese DeaFNess:
– DFNA per le forme ad eredità autosomica dominante;
– DFNB per le forme ad eredità autosomica recessiva;
– DFN per le forme ad eredità recessiva legata al cromosoma X.
Sono stati finora identificati 19 geni responsabili di diverse forme di sordità ereditaria. Molti altri non sono ancora stati identificati, per questo motivo al momento non sempre è possibile nei soggetti affetti definire la forma specifica di sordità ed identificare l’alterazione del DNA (mutazione) responsabile della patologia. Inoltre, alcune forme sono particolarmente rare tanto da essere descritte solo in singole famiglie.
Il gene connessina 26 (Cx26, indicato anche con la sigla GJB2, gap-junction protein beta 2), identificato nel 1997, è il responsabile di circa l’80% dei casi di sordità autosomica recessiva (in Italia e Spagna addirittura dell’90% dei casi). Le connessine sono una famiglia di proteine presenti sulla membrana cellulare, dove formano dei canali necessari per gli scambi e la comunicazione tra cellule.
Questo gene è coinvolto in due diverse forme di sordità non sindromica: DFNB1 e DFNA3. Mentre la forma DFNA3 è molto rara, la DFNB1 è la più frequente forma ad eredità autosomica recessiva. Si tratta di una forma congenita (presente già alla nascita) di sordità moderata o profonda, generalmente non progressiva. Per questo l’analisi molecolare del gene connessina 26 può essere molto utile per diagnosticare una sordità congenita ereditaria.
Il gene COCH è probabilmente il gene più frequentemente coinvolto in casi di sordità non sindromica ad eredità autosomica dominante (DFNA9). Si tratta di una forma progressiva che inizialmente interessa soprattutto le alte frequenze e che comporta anche disturbi dell’equilibrio (vertigini) a causa del coinvolgimento di strutture dell’orecchio interno. La funzione del gene COCH non è ancora del tutto nota, ma nell’orecchio interno delle persone affette sono stati evidenziati depositi di lunghe molecole zuccherine (mucopolisaccaridi), probabile causa della degenerazione delle fibre nervose.
Il gene POU3F4 è il maggior responsabile delle forme legate al cromosoma X. Le informazioni contenute in questo gene servono probabilmente per la produzione di un fattore importante per lo sviluppo del sistema nervoso. Il gene 12S rRNA non si trova sui cromosomi ma è contenuto nel DNA dei mitocondri. È responsabile della forma più frequente di sordità ad eredità mitocondriale.
Oltre alla valutazione clinica e strumentale, il medico può utilizzare l’analisi molecolare come conferma diagnostica nei casi in cui il gene responsabile della forma di sordità in questione sia noto.
L’analisi molecolare permette di analizzare il DNA alla ricerca di mutazioni nei geni noti. L’analisi molecolare si può inoltre eseguire nei familiari delle persone affette al fine di identificare i portatori sani della mutazione. Dato che non tutti i geni responsabili delle numerose forme di sordità ereditaria sono stati identificati, non sempre l’analisi molecolare permette di identificare l’alterazione che causa la malattia. Cordialmente

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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