
Stitichezza in gravidanza, le cause e i rimedi
La stitichezza in gravidanza (detta anche stipsi) è un disturbo che colpisce molte donne, è legato ai mutamenti fisici e alla predisposizione del...
L'infiammazione delle emorroidi è un disturbo molto diffuso in gravidanza, può avere diversi livelli di gravità e può essere accompagnato da altri disturbi fisici tipici della gestazione, come la stitichezza. Vediamo come prevenire le emorroidi e come curarle.
Il progredire di una gravidanza modificando sensibilmente il corpo di una donna può portare con sé alcuni disturbi fisici, che possono essere alleviati con alcuni trattamenti specifici oppure scompaiono da soli dopo il parto.
Tra i disturbi più comuni di cui la futura mamma può soffrire nel corso della gestazione si trovano nausea, mal di testa, stitichezza (stipsi) e infiammazioni, che possono interessare anche le emorroidi. Si tratta di un’infiammazione delle strutture vascolari che si trovano nel canale rettale, che in alcune circostanze possono ingrossarsi e infiammarsi causando fastidio e dolore. Spiega il dottor Silvestro Lucchese:
Le emorroidi insorgono spesso, soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza, per l’ingrossarsi dell’utero e per la pressione del feto sulle grosse vene della pelvi e sulle vene rettali ed anali, che rivestono il canale anale migliorandone la continenza: il deflusso viene ostacolato e le pareti venose vengono così sfiancate.
Durante la gravidanza anche le donne che non ne hanno mai sofferto possono accusare disturbi al tratto emorroidale, anche per effetto degli ormoni prodotti, che contribuiscono a “rilasciare” le pareti intestinali e le pareti venose. Da un punto di vista fisico la donna lavora infatti a pieno regime per assicurare lo sviluppo del feto, e le trasformazioni che subisce il suo corpo sono radicali: ai fattori fisiologici possono aggiungersi alcuni fattori specifici che possono aumentare la probabilità di soffrire del disturbo. Tra questi ci sono stitichezza, tosse cronica e sollevamento pesi, una predisposizione ereditaria e la presenza di vene varicose. Aggiunge Lucchese:
Le emorroidi tendono a peggiorare soprattutto negli ultimi mesi della gestazione, quando il peso del feto aumenta notevolmente. Esse possono acuirsi ulteriormente durante il travaglio e durante il parto, in relazione alla durata, alle dimensioni del bimbo o in seguito all’eventuale insorgenza di complicanze. Il parto, soprattutto quando sia stato difficoltoso, può provocare spesso trombosi emorroidarie e ragadi anali, che insorgono, queste ultime, nel 10% dei casi.
Tra le ulteriori complicanze delle emorroidi in gravidanza possono trovarsi anche la trombosi emorroidaria o il prolasso con infiammazione e sanguinamento: in caso si riscontri particolare dolore o perdita di sangue il medico prescriverà un trattamento specialistico idoneo.
Tra i fattori che contribuiscono ad aumentare la probabilità di sviluppare disturbi al tratto anale si trovano anche gravidanze precedenti (con aumento dell’insorgenza dell’infiammazione delle emorroidi del 20-30% rispetto a una prima gravidanza). Problemi di stitichezza e di infiammazione migliorano solitamente dopo il parto (entro i due mesi successivi), ma in alcuni casi il plesso venoso emorroidario può essere danneggiato. Spiega Lucchese:
Talvolta si sono purtroppo già prodotti danni irreversibili nel plesso venoso emorroidario con sfiancamento dei legamenti e prolasso rettale muco-emorroidario, ovvero la protrusione del canale anale con infiammazione cronica locale, erosione della mucosa e conseguenti emorragie. La stitichezza aumenta il rischio di numerose complicanze. In questi casi è utile un consulto con lo specialista colon-proctologo per gestire i sintomi durante la gravidanza e ricorrere eventualmente al termine della stessa, quando necessario, alla chirurgia.
L’infiammazione delle emorroidi e la stitichezza anche in gravidanza si possono prevenire con una adeguata alimentazione ricca di fibre (verdura, frutta, pasta e riso integrali) che aiutano i movimenti intestinali.
Un ruolo importante è svolto anche dalla pratica di una regolare attività fisica e dall’assunzione di alte quantità di liquidi: si consiglia di bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno. Chi conduce uno stile di vita sedentario e ha una dieta povera di fibre o di acqua, oltre alla tendenza al sovrappeso e all’obesità, ha maggiori probabilità di soffrire del disturbo. Per ridurre il disagio il medico può anche prescrivere una terapia ad hoc.
Oltre ad attuare gli accorgimenti per prevenire il disturbo, esistono diverse terapie per chi soffre di infiammazione delle emorroidi. Tra queste ci sono fitoterapia, crioterapia selettiva, fotocoagulazione, emorroidopessi, isoterapia, terapia laser, legatura elastica, legatura delle arterie emorroidarie, scleroterapia e, nei casi più gravi, anche l’intervento chirurgico.
Articolo originale pubblicato il 24 maggio 2018
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