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La fotografa statunitense Starry Eyes ha realizzato una raccolta dedicata al parto in casa, immortalando il travaglio e la nascita di un bambino in un ambiente domestico.
“Cinque anni fa ho avuto l’onore di fotografare il primo parto di Rachel. Immaginate la mia felicità quando mi è stato chiesto di immortalare il suo annuncio di gravidanza e il suo secondo parto: quella famiglia mi è molto cara“.
Così la fotografa Jackie Stars, alias “Starry Eyes” racconta l’esperienza che l’ha portata, per due volte, a condividere con una famiglia il momento della nascita dei loro figli: entrambi sono nati con parto in casa, seguito dalle ostetriche a domicilio e dall’occhio della fotografa, che ha immortalato i momenti precedenti il parto con realismo. La fotografa lo racconta così:
Rachel mi ha chiamata per dirmi che le si erano rotte le acque quella mattina presto. Le contrazioni sono iniziate poco dopo. Suo marito Nick ha iniziato a gonfiare la piscina e ad attaccare il tubo dell’acqua mentre lei chiamava l’ostetrica e le persone care da cui ricevere supporto. La madre di Nick, Susan, si è presentata con una gran colazione per tutti. Nick e Rachel si sono presi del tempo per tirare il fiato tra una contrazione e l’altra. Nel frattempo è arrivato il team di supporto, Sarah e Vanessa. Mentre le contrazioni di Rachel aumentavano abbiamo messo su della musica e abbassato le luci. Vanessa e Nick hanno iniziato a massaggiare Rachel mentre lei entrava in travaglio, e Rachel ha fatto di tutto per rimanere rilassata durante le contrazioni, riposandosi nel mentre.
Nella gallery qui sotto il racconto del parto pubblicato sul sito di Sterry Eyes con le immagini scattate dalla fotografa.
Quella del parto in casa è un’alternativa, rispetto al parto in ospedale, che va valutata con attenzione, raccomandano i medici: può essere effettuato solo se la gravidanza è fisiologica, se il travaglio si presenta a termine e non prematuro, se il bambino non è podalico e se né la mamma né il nascituro presentano complicazioni al momento del travaglio. Diversamente è necessario accedere al più presto alle cure ospedaliere necessarie.
Per la Società italiana di Neonatologia si tratta di una pratica potenzialmente “rischiosa”, mentre l’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio sottolinea che il rischio dipende dalle condizioni della gravidanza: se è fisiologica e ad assistere la nascita si trovano ostetriche esperte il parto in casa non è controindicato: “Il parto in casa è sicuro come quello in ospedale – si legge sul loro sito – ma solo le donne definite a basso rischio possono partorire in casa con assoluta sicurezza”.
Le donne scelgono il parto in casa soprattutto per motivi psicologici e per avere una maggiore tranquillità: qui vengono assistite da professioniste specializzate nel parto “casalingo”, da cui sono seguite nelle settimane e nei mesi precedenti il parto. L’importante, ha spiegato l’Associazione delle ostetriche, è poter contare su una struttura ospedaliera nelle vicinanze (a massimo 30-40 minuti di distanza), per poterla raggiungere facilmente nel caso di complicazioni impreviste.
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“Quando la vasca era piena e abbastanza calda Rachel si è immersa. Da questo momento abbiamo tutti osservato un po’ in soggezione quel che succedeva. Ogni tanto qualcuno diceva qualcosa per incoraggiare Rachel, ma per la maggior parte del tempo l’abbiamo solo osservata emozionati e tranquilli”.
“Nick non si allontanava un attimo. Era la sua prima esperienza di parto non in ospedale ed era di vero supporto. Il suo amore e la fiducia che aveva in Rachel erano evidenti. La stanza nel frattempo ha iniziato a diventare molto calda, come succede spesso negli ambienti dove si svolge un parto”.
“Susan ci ha dato sollievo sventolando un piccolo ventaglio. Faceva aria amorevolmente a Rachel e Nick mentre faticavano per far nascere il loro bambino. Sarah, un’amica di Rachel, filmava con la videocamera, mentre io scattavo foto.”
“Ho assistito a molti parti nella mia vita: alcune persone spingono quietamente, alcune donne ricevono forza dall’emettere suoni molto alti. Rachel ha emesso un suono fortissimo quando ha dato l’ultima spinta. È il suono più bello e primordiale.”
“Quando il bambino è uscito si è chinata, lo ha preso e lo ha posato sul suo petto. Poi si è accorta che il suo cordone era attorcigliato al piede. Subito lo ha liberato dolcemente e lo ha abbracciato. Non c’era un solo occhio asciutto nella stanza: è stata un’esperienza così delicata e preziosa.”
“Dopo l’espulsione della placenta Rachel e il piccolo Asher hanno fatto un bagno caldo a base di erbe. Da lì li abbiamo aiutati ad andare a letto a riposare. Più tardi l’ostetrica, Mimi, ha iniziato gli esami del neonato. Poi, dopo essersi assicurata che l’allattamento stava andando bene se n’è andata”.
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