Anonimo

chiede:

Gent.le Dottore,
Ho 30 e un bambino di 3 anni, affetto da NF1.
Io e mio marito non abbiamo macchie caffè latte ed entrambi abbiamo fatto
una visita oculistica per escludere la presenza di noduli di lish che è
risultata negativa.
Ho chiesto al Genetista che segue mio figlio se e come potevamo affrontare
un’altra gravidanza senza pericolo di avere un’altro figlio affetto da
questa condizione genica.
La sua risposta mi ha molto spaventata, perché con la villocentesi o
amniocentesi non è possibile verificarlo e oltre al fatto che ci ha
parlato di una rara possibilità che uno dei 2 genitori sebbene
clinicamente e geneticamente sano abbia a livello o delle ovaie o dei
testicoli una popolazione cellulare che porta la mutazione del gene della
malattia
Possibile che questa eventualità non è in alcun modo testabile con esami
di laboratorio ma deve essere solo accettata ?
Io non mi do pace…vorrei dare un fratellino al mio bimbo, ma se dapprima
mi era stato detto che si trattava di un caso di mutazione spontanea, ora
mi si parla di un’altra possibilità…
Cosa devo fare? Può aiutarmi e darmi un suo parere?
Grazie

Gentile lettrice, la neurofibromatosi 1 è una malattia genetica ben nota ai
genetisti, e la conoscenza della modalità di trasmissione potrà forse
aiutarla ad accettare questo tratto che si trasmette nella sua famiglia: si
tratta di una alterazione in un gene oncosoppressore, in sigla NF1; i geni
oncosoppressori portano alla biosintesi di proteine il cui ruolo è quello di
regolare negativamente la crescita delle cellule. Come è noto
l’accrescimento dei nostri tessuti e la sostituzione dei milioni di cellule
che ogni giorno perdiamo richiede una capacità insita in tutte le cellule
del nostro organismo: quella di replicarsi (generando cioè due cellule
identiche a quella di partenza). Le cellule tuttavia non crescono a casaccio
ed in modo indefinito: si dividono in determinati momenti dello sviluppo ed
arrestano invece la loro crescita in altri momenti: esistono numerosi e
raffinati meccanismi molecolari in grado di regolare questo fenomeno; le
proteine prodotte dai geni oncosoppressori hanno proprio il ruolo di
segnalare la fine di un dato processo di accrescimento. L’alterazione di uno
determinato gene oncosoppressore determina la perdita di tale capacità
repressiva: i tessuti in cui quel gene è più operativo sfuggono a questo
controllo, e le conseguenze sono la formazione di masse cellulari dalla
crescita incontrollata (tumori, benigni nel caso della NF1).
Ora, la NF1 è sostanzialmente un tumore che nella metà circa dei casi è
sporadico, nell’altro 50% ereditario in senso stretto: in quest’ultimo caso
la modalità di trasmissione è autosomica dominante a penetranza incompleta
ed espressività variabile, il che vuol dire che per essere trasmessa alla
progenie almeno uno dei genitori deve essere portatore (e quindi a sua volta
affetto). Ora, il fatto che complica grandemente la consulenza genetica nel
caso di NF1 è la cosiddetta penetranza incompleta, il che vuol dire che
esistono anche persone (sebbene rare) portatrici della mutazione ma che non
sviluppano i segni della NF1. In questo caso è estremamente difficile capire
se uno di voi due genitori è realmente portatore asintomatico (nel qual caso
la probabilità di ritrasmettere la malattia è sempre di 1/2 per ogni
gravidanza, a prescindere dal sesso) o se invece vostro figlio è un caso
sporadico (nel qual caso la probabilità è decisamente più bassa, circa
1/10.000 per ogni gravidanza). Una accuratissima visita con un ottimo
clinico potrebbe essere d’aiuto per dirimere la questione.
Infine, confermo che villo ed amniocentesi non sono informative per studiare
la neurofibromatosi.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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