Anonimo

chiede:

Gentili dottori,
innanzitutto grazie per il Vs. sito ricchissimo di spunti e consigli, che
ormai ho l’abitudine di consultare da quando sono rimasta incinta. Da 17 gg.
ho dato alla luce una bella bimba di nome Francesca che quasi da subito ha
cominciato a soffrire di forti mal di pancia, o almeno credo, visto che
accusa crisi di pianto che durano fino a circa due ore, contorcendosi tutta
e piegando a scatto le gambette. Le crisi si ripetono per 2-3 volte al
giorno. Il pediatra mi ha suggerito di togliere dalla mia dieta latte e
derivati (poiché allatto al seno) e di somministrare Mylicon 10 gocce a
pasto fino a 6 volte al dì. Ora chiedo: somministrare un medicinale con qs
frequenza può avere effetti collaterali sulla bimba? Dopo qualche giorno di
infruttuoso tentativo ho ripiegato su un prodotto omeopatico Colikind.
Vorrei qualche consiglio, a volte temo di non saper interpretare al meglio
le crisi di pianto di mia figlia, o che queste nascondano qualcosa di più
serio. Per ora la piccola cresce bene… è lunga 56 cm e pesa già 4.170 gr.
Spero in una Vs. risposta, cordiali saluti e ancora grazie,

Cara mamma, innanzitutto auguri. Iniziamo a definire cosa sono le coliche gassose? Vengono definite come “crisi di pianto inconsolabile”. Questa definizione dice, di per sé, tutto: cioè il bambino piange e non si riesce a farlo calmare con niente: latte, acqua, camomilla, ciucciotto, ballo con la mamma (o il papà o la nonna), cambio del pannolino eccetera. Le crisi di pianto vanno e vengono (da qui il termine colica).
Il fatto che le coliche possano dipendere da disturbi intestinali, e soprattutto da stipsi o da aria nell’intestino, è stata bocciata da “decenni” ma tant’è, piace e viene continuamente riproposta.
Per la diagnosi di colica gassosa viene usata la cosiddetta regola del tre, come tutte le regole, è limitata ma aiuta a ricordare le caratteristiche delle coliche che sono:
1) Compaiono nelle prime tre settimane di vita
2) Aumentano fino al terzo mese e poi, gradualmente, si riducono.
3) Vengono almeno tre volte alla settimana
4) La/le crisi di pianto possono durare fino a tre ore.
A volte si calmano facendo “ballare” il bambino, ad alcuni si calmano facendo un giro in macchina (ho avuto delle famiglie che alla sera si mettevano a fare delle peregrinazioni per la città).
Da cosa dipendono? Esistono varie teorie ed ipotesi:
intolleranza alle proteine del latte vaccino o più raramente intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte),
immaturità gastrointestinale, aerofagia, peristalsi inefficace
tensione genitore-neonato. Ma non è certo facile rimanere tranquilli quando si ha un figlio che passa le sere piangendo; e poi, i sensi di colpa che derivano dal sentirsi inadeguati a calmarlo non aiutano affatto. Anche se uno non ha sensi di colpa arriva qualche amico ecc. che guardandoti in faccia dopo che il bambino piange da ore ti dice: “è colpa tua che sei nervosa”. Veramente prima che il bambino piangesse tu eri tranquillissima.
Teoria neurologica: alcuni bambini non hanno “sincronizzato” le varie fasi del sonno. Ecc.
Cosa si può fare? Cercare di calmare il bambino non è facile, provate a consolarlo e coccolarlo, dategli ciuccio, passeggiate, attaccatelo al seno. Ricordatevi che, per quanto la situazione possa apparire drammatica vostro figlio sta bene e tra poco si calmerà, mangerà ecc. Nel tempo le coliche si attenueranno e dopo i primi 3-4 mesi passeranno del tutto.
Si possono usare farmaci anche se alcuni bambini si calmano con farmaci assolutamente inutili per altri bambini.
Una delle cause più frequenti di coliche è l’intolleranza alle proteine del latte vaccino. Si può provare, come ha fatto, sotto la guida del pediatra a cambiare il latte o a dare un latte privo delle proteine di latte (di riso o di soja) o un latte in cui le proteine sono state “idrolizzate” (cioè ridotte in particelle finissime). Se la mamma allatta può provare a togliere dalla propria dieta latte.
In sintesi: riparli con il suo pediatra.
Cari Saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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