Anonimo

chiede:

Ho una bimba di 3 anni, all’asilo che frequenta si è verificato
un
caso di meningococco (oggi). Il medico mandato dall’asl ci ha fornito un
antibiotico (RIFADIN). Vorrei sapere di più su questa malattia, i
sintomi,
da cosa è causata, ci sono probabilità per l’adulto che accompagna all’asilo
i bimbi di contrarre la malattia, prendendo l’antibiotico la bambina è
fuori
pericolo o c’è un rischio di ammalarsi? Insomma vorrei sapere le cose
essenziali su questa malattia. Distinti saluti

Cara mamma, cerco di rispondere sinteticamente. Come si presenta una meningite?
La meningite acuta può presentarsi con due quadri predominanti: una
forma acuta con shock improvviso e alterazione dello stato di coscienza
associata ad anomalie della coagulazione (che si manifestano sulla cute
sotto forma di “petecchie” che sono delle piccole macchie di colore
rosso intenso che non scompaiono con la pressione contrariamente a
quanto avviene per tutti i tipi di macchie da malattie dei bambini o da
allergia) che può avere un esito tragico, se non viene immediatamente
intrapresa terapia antibiotica, entro 24 ore ed una forma più lenta
preceduta da manifestazioni generali simil-influenzali con disturbi a
carico dell’apparato respiratorio o intestinali.
I sintomi presenti più frequentemente oltre a quelli generali comuni a
qualsiasi influenza o infezione virale come febbre, dolori muscolari,
scarso appetito, tachicardia, dolori muscolari ed ossei sono: macchie diffuse come petecchie o di altro tipo e segni della
infiammazione delle meningi (una specie di sacchetto che contiene il
cervello) che si manifestano con “rigidità nucale” che si evidenzia con
alcune semplici manovre: dolore alla estensione della gamba dopo aver
flesso l’anca sul bacino (segno di Kernig) e flessione involontaria
delle ginocchia e delle anche dopo aver sollevato il capo facendo stare
il paziente in posizione supina (segno di Brudzinski).
Purtroppo nel bambino piccolo sotto i due anni questi segni possono
essere assenti.
Altri segni e sintomi che possono indicare una meningite sono: mal di
testa (che è spesso presente anche solo in concomitanza della febbre ma
che, in assenza di meningite si risolve dopo che la febbre è passata o
la temperatura corporea si è ridotta), vomito a digiuno (anche questo
sintomo si presenta in occasione di febbre nei bambini piccoli o
accompagna una infezione gastrointestinale quale quella che sta tenendo
a casa molte famiglie liguri), fontanella “bombata”, cioè sporgente in
fuori, alterazione dello stato di coscienza con irritabilità o torpore.
Può essere presente anche fotofobia (la luce dà fastidio) anche se
ricordiamo che anche questo disturbo, come la febbre, la cefalea, il
vomito, i dolori muscolari ecc. possono essere presenti in qualsiasi
episodio febbrile del bambino.
Dopo aver letto queste poche righe probabilmente avrete un certo stato
di agitazione e di ansia che, a dire il vero, viene anche ai medici
quando leggono o scrivono, come il sottoscritto, di certe patologie.
Cercate comunque di valutare non quanta febbre ha il bambino ma lo
stato generale, l’umore ed il comportamento del bambino che sarà
chiaramente alterato se la febbre è alta ma dovrebbe tornare normale, o
quasi, quando la febbre scende. Esistono situazioni, come la sesta
malattia (detta anche febbre dei tre giorni), in cui la febbre è alta,
sui 40° C, scende poco con l’antipiretico ma il bambino appare, tutto
sommato, in discrete condizioni generali. Se il bambino appare, anche in
assenza di febbre molto irritabile e lamentoso e molto diverso dal
solito (e chi meglio di voi genitori conosce il proprio figlio)
soprattutto se sono presenti disturbi particolari come fontanella tesa,
strabismo acuto o convulsioni è giusto cercare immediatamente conforto
nel medico.
Alcune meningiti si possono prevenire? Leggi articoli precedenti sul
sito www.gravidanzaonline.it.
Cosa fare se un bambino è stato in contatto con un caso di meningite?
La probabilità di osservare casi secondari ad un primo caso di malattia
meningococica è stata stimata da dati americani, essere di circa 4 su
1000 soggetti esposti nell’ambito familiare; tale stima risulta essere
500-800 volte maggiore rispetto alla popolazione generale.
Nella casistica italiana il numero di casi secondari è molto basso: meno
del 2% di tutti i malati notificati. Tale bassa percentuale può essere
anche in parte spiegata alla efficacia della profilassi post-esposizione
se effettuata tempestivamente (entro le 24 ore dall’ultimo contatto, in
pratica entro 24 dall’esordio clinico del caso).
Per ulteriori spiegazioni la rimando ad un documento dell’Ist. Superiore
di Sanità consultabile dal sito www.epicentro.iss.it e dal sito
www.apel-pediatri.it. Lo trova direttamente a questo indirizzo:
http://www.apel-pediatri.it/Materiale/Profilassi%20meningite.pdf
Mi scusi per la risposta che, per quanto lunga, può essere incompleta ma
le problematiche e le spiegazioni sulle meningiti non possono essere
risolte in poche spiegazioni.
Cordiali Saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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