
Nell'intervista la Dott.ssa Angela De Pace - specialista in pedagogia - affronta alcuni dei temi più caldi inerenti il ritorno a scuola dei bambin...
Porre domande specifiche e non troppo generiche: questi i primi consigli dati dagli psicologi infantili per i genitori che vogliono sapere dai propri figli com'è andata la giornata a scuola. Tutte le domande da fare e cosa evitare per instaurare un dialogo sano con i bambini.
Il primo giorno di scuola, l’inizio di un nuovo percorso di crescita dei bambini è un momento emozionante per l’intera famiglia e voler sapere dai propri figli com’è andata la giornata a scuola è fondamentale per i genitori.
Ma non è facile entrare in quel mondo che, ormai, sembra appartenere ai bambini e capire le gioie, i sentimenti e le emozioni dei più piccoli. Seguendo alcuni consigli sarà più semplice per i genitori fare le domande (giuste) ai propri figli e intraprendere una conversazione corretta e soddisfacente.
Chi ha dei figli piccoli sa di cosa stiamo parlando quando si domanda, al proprio bambino com’è andata la giornata a scuola, la risposta che spesso ci si sente dare è: silenzio o, per i più fortunati, un “tutto bene” generale.
Poi, se mamma o papà approfondiscono l’argomento, ribadendo la stessa domanda, il risultato sarà una chiusura ancora maggiore del piccolo. Certo, non sempre è così e a volte può capitare che il bambino sia più loquace del solito ma, in linea di massima, i genitori non sono mai soddisfatti delle risposte, troppo semplici e con pochi dettagli.
Ecco alcuni consigli su come ottenere la giusta condivisione dei momenti più belli ma anche più spiacevoli dei propri figli da ritorno a scuola suggeriti dalla psicologa clinica, la Dott.ssa Dana Basu:
Rendi le tue domande doposcuola il più specifiche possibile. Fare ai bambini domande aperte come “Com’è andata la giornata?” può indurli a disegnare uno spazio vuoto. Ma fare domande su quali attività hanno svolto quel giorno o quali emozioni hanno provato può davvero aiutare.
Nell'intervista la Dott.ssa Angela De Pace - specialista in pedagogia - affronta alcuni dei temi più caldi inerenti il ritorno a scuola dei bambin...
Alcuni esempi di domande che i genitori dovrebbero porre ai propri bambini subito dopo la fine della giornata scolastica per poter capire com’è andata.
Un consiglio utile in modo da far sentire il bambino a proprio agio nel raccontare la giornata ai propri genitori è quello di fare il primo passo: ovvero, prima di porre queste domande al piccolo, è bene che sia il genitore di turno ad iniziare a raccontare la propria giornata.
Iniziare una conversazione informale con proprio figlio raccontandogli come è andata la tua giornata aiuterà il bimbo a rilassarsi e ad essere più predisposto al racconto della sua giornata. Elizabeth Manly, ex insegnante elementare, spiega perché questo modo di agire è importante:
Più dici loro la tua giornata, più capiranno come parlare della loro giornata. Spesso, i bambini più piccoli non sanno come parlare della loro giornata. Dimentichiamo che anche questa è un’abilità che deve essere insegnata.
È importante capire che, a volte, porre domande generiche ai bambini piccoli non è la strada giusta da percorrere poiché i bimbi non sono ancora in grado di rispondere a un quesito generico come: “Com’è andata la giornata?”.
Meglio, allora, iniziare da una domanda specifica. In tal modo, il bambino saprà come rispondere adeguatamente.
Come dovrebbero agire i genitori per supportare un bambino timido senza modificarne la sua personalità? Ecco 5 modi per riuscirci.
Sembrerebbe controintuitivo ma, per avere una risposta alla domanda posta, il genitore dovrebbe non guardare il proprio bimbo diritto negli occhi quando rivolge lui/lei la domanda sulla giornata scolastica.
Varda Meyers Epstein, esperta di genitorialità, afferma:
Questo modo di agire, ovvero senza contatto visivo, può rendere l’interazione più confortevole per i bambini timidi o resistenti perché rimuove parte della pressione sociale dalla situazione. Il mio trucco preferito per far parlare i bambini è NON stabilire un contatto visivo. Il contatto visivo fa sentire i bambini a disagio, quindi si chiudono e non ti rispondono.
Come fare allora? Semplicemente iniziare la conversazione con i bambini quando si è di spalle. Ad esempio, quando si sta preparando la merenda in cucina o quando si stanno lavando i piatti e loro sono seduti al tavolo a mangiare ma anche quando si sta guidando in macchina e i bimbi sono seduti dietro oppure quando si sta facendo una camminata.
Questi sono i momenti per iniziare a porre le domande e instaurare una dialogo.
Evitare il contatto visivo è un modo per far sentire i bambini più a loro agio, soprattutto se presentano un’indole timida.