
L'eccessivo (e sbagliato) uso degli antibiotici negli ultimi anni ha portato i batteri a resistere ai farmaci che dovrebbero eliminarli. Con conseg...
Vaccinarsi in gravidanza contro l’influenza significa proteggere se stesse, il bambino in grembo e il neonato nei primi mesi di vita. E riduce il rischio di complicanze gravi.

Con l’arrivo della stagione influenzale e l’aumento dei casi di virus respiratori, i ginecologi tornano a insistere su un punto spesso sottovalutato: l’influenza in gravidanza non è una semplice febbre stagionale.
Il sistema immunitario, il cuore e i polmoni sono più sollecitati, e questo espone a un rischio maggiore di polmonite, parto prematuro, basso peso alla nascita e — nei casi più gravi — morte fetale.
Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha confermato che i bambini sotto i 6 mesi, troppo piccoli per ricevere il vaccino, sono la fascia d’età più a rischio di ricovero per influenza. Proprio per questo, la protezione inizia nella pancia: è la madre che trasmette gli anticorpi al feto attraverso la placenta e poi al neonato con l’allattamento.
Gli esperti dell’Australian Technical Advisory Group on Immunisation (ATAGI) lo chiamano effetto “3-in-1”:
Protezione per la madre durante la gravidanza e nei mesi successivi.
Protezione per il feto, grazie al passaggio degli anticorpi attraverso la placenta.
Protezione per il neonato, che riceve ulteriori anticorpi dal latte materno.
In particolare:

L'eccessivo (e sbagliato) uso degli antibiotici negli ultimi anni ha portato i batteri a resistere ai farmaci che dovrebbero eliminarli. Con conseg...
Durante la gestazione il corpo cambia:
il sistema immunitario si adatta per accogliere il feto;
cuore e polmoni lavorano di più;
e il virus può provocare febbre alta, disidratazione e infiammazione sistemica.
Risultato: aumenta la probabilità di polmonite, miocardite, parto pretermine e basso peso alla nascita.
Durante la pandemia H1N1 del 2009, più della metà delle donne incinte ricoverate in terapia intensiva in Australia ha partorito prematuramente (BJOG, 2011).
Quando: in qualunque trimestre. L’ideale è vaccinarsi prima dell’inizio della stagione influenzale (tra aprile e giugno nell’emisfero australe, tra ottobre e dicembre in Italia).
Dove: il vaccino antinfluenzale è gratuito per le donne in gravidanza e disponibile presso medici di base, consultori e servizi vaccinali territoriali.
Sicurezza: milioni di donne nel mondo sono state vaccinate in gravidanza senza alcun aumento di malformazioni, aborti spontanei o esiti neonatali negativi (JAMA Pediatrics, 2017; Vaccine, 2015).
Gli effetti collaterali più comuni sono lievi: un po’ di dolore nel punto dell’iniezione o febbricola, identici a quelli di chi non è incinta.

Analizziamo i dati disponibili sulla prossima stagione influenzale con indicazioni e consigli pratici per i genitori.
Un aspetto spesso dimenticato è che la vaccinazione continua a proteggere anche dopo il parto:
il neonato riceve anticorpi sia tramite la placenta sia attraverso il latte materno,
e il genitore vaccinato riduce la probabilità di trasmettere il virus al bambino nei primi mesi di vita, quando è troppo piccolo per essere vaccinato.
Se anche i familiari e i caregiver si vaccinano, si crea un effetto “cintura di protezione” che riduce ulteriormente i rischi di contagio in casa.
Il vaccino resta la misura più efficace, ma può essere affiancato da:
lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o gel alcolico;
coprirsi naso e bocca quando si tossisce o starnutisce;
evitare il contatto stretto con persone malate;
arieggiare frequentemente gli ambienti chiusi, soprattutto in inverno.
Piccoli gesti che, sommati alla vaccinazione, fanno una grande differenza.
L’influenza in gravidanza può essere grave, con complicanze anche per il feto.
Il vaccino è sicuro in ogni trimestre e gratuito.
Protegge madre, feto e neonato, riducendo ricoveri, nati pretermine e rischio di natimortalità.
L’effetto protettivo dura nei primi mesi di vita del bambino, quando non può ancora vaccinarsi.