Sempre più spesso, e per troppe ore al giorno, i bambini sono iperconnessi a Internet. Video su YouTube, giochi on line, o attività scolastiche, i motivi per cui i più piccoli possono accedere a smartphone, tablet o pc, sono i più disparati, ma gli esperti lanciano l’ennesimo allarme.

Secondo le ultime ricerche, come si legge su Il Messaggero, usare lo smartphone sin da piccoli crea dipendenza, e specie nei soggetti più fragili la situazione potrebbe in seguito sfuggire di mano.

“Sempre più ragazzi, specie dopo la pandemia, preferiscono vivere online piuttosto che fare esperienze nella vita reale, con tutto quello che può derivarne, dal cyberbullismo all’hikikomori”, spiega lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche (Di.te.)

Il dottore, che studia questo fenomeno ogni giorno, sottolinea come troppo “Spesso sottovalutiamo il fatto che un uso eccessivo e precoce può avere conseguenze negative sul piano psicologico e sociale”. A confermare il tutto ci sono poi i dati.

Nel 2022, l’associazione Di.te. in collaborazione con la Società italiana di pediatria condivisa (Sipec), ha svolto uno studio che fotografa bene cosa accade, in genere, nelle famiglie con figli piccoli o in età adolescenziale.

Su un campione di 13.049 tra genitori e figli, nella fascia tra 0 e 4 anni, il 60% delle mamme e dei papà li intrattiene con i device e il 67% li usa anche in loro presenza. Andando avanti con l’età (4-9 anni), l’88% del campione dichiara lasciare smartphone o tablet ai figli, e quasi tutti li usano in loro presenza (96%).

Inoltre, c’è chi ne consente l’uso prima di dormire (37%), o quando sono stanchi o agitati (30%) e durante i pasti (41%). Tra i 9-14 anni, infine, lo smartphone viene usato tutto il giorno (98%), anche prima di addormentarsi. Questi dati evidenziano anche qualcosa di allarmante, ossia che l’81% dei giovani ammette di annoiarsi quando non usa il device, il 57% preferisce rimanere online invece di uscire, e il 77% diviene nervoso quando i genitori gli chiedono di disconnettersi.

“Con l’utilizzo degli smartphone – spiega ancora Lavenia i bambini fin da piccoli si abituano ad aver tutto e subito. E crescendo perdono la capacità di attendere. Significa, in concreto, non sapere aspettare una chiamata, una risposta, in qualsiasi contesto sociale o relazionale. Il problema è che il tutto e subito è un meccanismo che porta alle tossicodipendenze: quando non si sa gestire la frustrazione dell’attesa, si sente il bisogno di appagarsi immediatamente con qualsiasi altra cosa, che sia una sostanza o una relazione patologica”.

Tutto questo, ovviamente, porta con se dei danni, come aggiunge il medico:

L’incapacità di gestire i tempi di attesa e la frustrazione, possono poi sfociare in episodi di violenza, anche nelle relazioni di coppia. Da adulti non saranno in grado di accettare il rifiuto al quale è possibile che rispondano con aggressività. La conseguenza più comune, è che col tempo avremo sempre più adulti iperattivi oppure tendenzialmente depressi.

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